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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sgominata banda romena specializzata in furti: la base operativa era a Catania

In poco più di tre mesi, 13 uomini e una donna, tutti rumeni, hanno commesso furti per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie di tutta la Sicilia

In poco più di tre mesi, 13 uomini e una donna, tutti rumeni, hanno commesso furti per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie di tutta la Sicilia. Rinvenute dalla polizia di Stato oltre 30 auto provento di furto ai danni delle concessionarie ed alcuni privati, sventati 12 furti, arrestati 10 criminali in flagranza di reato, denunciate 14 persone per diverse ipotesi delittuose. Durante il blitz è stata catturata una latitante rumena, congiunta di uno dei membri dell’associazione, che si era nascosta durante le perquisizioni.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

INIZIO INDAGINI - La squadra mobile di Ragusa nel mese di novembre 2015 aveva effettuato un sopralluogo a Pozzallo presso il gruppo “Inventa” (azienda del settore arredamento), considerato che era stato perpetrato un ingente furto (100.000 euro circa) presso un magazzino dove venivano depositati elettrodomestici. L’analisi delle immagini “catturate” dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza e l’incrocio di questi dati con quelli delle celle del traffico telefonico della zona nella notte del furto, permettevano di dare avvio ad un’attività tecnica a carico di due soggetti residenti a Catania.  Dopo pochi giorni dal furto, la merce veniva rinvenuta proprio nel catanese e per questo fatto, i due venivano denunciati per ricettazione e la refurtiva veniva restituita al gruppo “Inventa”. 

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Subito dopo il furto di elettrodomestici si registravano 4 furti presso concessionarie auto di Ragusa e Modica, altro elemento che creava particolare allarme in procincia.
Dal rinvenimento della refurtiva e soprattutto dopo aver rilevato un’impronta di un cittadino rumeno su un’auto rubata a Ragusa e rinvenuta dalla Squadra Mobile di Catania, aveva inizio una complessa indagine che vedeva, sin da subito, il coinvolgimento di cittadini rumeni residenti prevalentemente nel capoluogo etneo.La polizia di Stato, in poco più di 3 mesi, ha raccolto gravi indizi di reato a carico di ben 14 soggetti, uno di essi di sesso femminile con il ruolo di autista. Il gruppo criminale era dedito alla commissione di furti di ogni tipo ma, prediligeva gli impianti fotovoltaici e le concessionarie auto con il fine di rubare Suv da utilizzare come arieti per sfondare vetri blindati di tabaccherie e negozi di elettronica, così da depredarle di ogni cosa, soprattutto tabacchi e gratta e vinci. Considerato che i soggetti sottoposti ad intercettazione telefonica ed ambientale erano quasi tutti dimoranti a Catania, veniva chiesta la collaborazione alla Squadra Mobile etnea che subito forniva fondamentali elementi di riscontro per l’attività, sequestrando in più occasioni decine di veicoli rubati dai rumeni subito dopo i furti con spaccata, denunciando gli autori e identificandoli. Dopo aver capito che la base operativa fosse Catania, gli investigatori delle due squadre mobili coinvolte hanno lavorato notte e giorno fianco a fianco, con la collaborazione della squadra investigativa del Compartimento della Polizia Stradale. I poliziotti di Ragusa monitoravano ogni movimento degli associati e quelli di Catania effettuavano attività su strada per riscontrare quanto necessario per attribuire loro gravi indizi di colpevolezza necessari alla Procura della Repubblica di Ragusa per emettere i fermi.

Operazione Flex, il blitz

IL MODUS OPERANDI - Il gruppo criminale era specializzato in furti presso concessionarie, difatti, dopo aver effettuato una riunione preventiva presso casa di uno degli arrestati, andavano presso il concessionario già individuato durante precedenti sopralluoghi per commettere il furto. I membri dell’associazione utilizzavano il navigatore satellitare del telefono cellulare, segnando sulla mappa interattiva i luoghi da depredare ed a seconda della tipologia di merce e del valore del furto, li contrassegnavano sullo smartphone con una, due o tre stelline. La donna era quasi sempre l’autista del gruppo, perchè durante l’attesa, non destava sospetto nel caso di controlli della Polizia.
Plesea Mihaela prelevava il gruppo che doveva occuparsi del furto presso le loro abitazioni, lo accompagnava sul posto e si allontanava un paio di chilometri. Attendeva una telefonata o un contatto via radio per ritornare a prelevare i correi. Se qualcosa andava male perché interveniva la Polizia, l’accordo era quello di fuggire a piedi per le campagne limitrofe ai luoghi appositamente scelti con vie di fuga facili e l’indomani, altri complici sarebbero andati a riprenderli. Tutto era studiato nel minimo dettaglio, i membri erano sempre in contatto via radio (anche queste rinvenute e sequestrate), così da non rischiare di essere intercettati telefonicamente. Molte volte si accampavano con tende nelle campagne limitrofe ai depositi di materiale elettronico, agendo prevalentemente nelle zone industriali delle città. Quando operavano su concessionarie auto, i sodali entravano all’interno dei grandi parcheggi ed appena individuate le auto con le chiavi inserite nel quadro di accensione, veniva dato il via, tutti salivano a bordo dell’auto da rubare (a volte anche 8 contemporaneamente) ed uno tagliava con il flex (da qui il nome dell’operazione) il cancello per poi fuggire. Proprio l’uso del flex abbinato ad una mazza ferrata di grosse dimensioni hanno permesso di effettuare ulteriori riscontri in quanto sono tutti strumenti che la Polizia di Stato ha sequestrato durante le esecuzioni con contestuali perquisizioni e sequestri.  Dopo aver rubato le auto (tutte di grossa cilindrata per poter fuggire e di grandi dimensioni per caricare la refurtiva), la notte stessa o nei giorni a seguire, si recavano presso tabaccherie o negozi di elettronica. Dopo un sopralluogo rapido degli impianti di allarme, usavano l’auto come ariete per sfondare le vetrate ed in poco più di 3 minuti depredavano di ogni cosa le aziende vittime di reato.

IL BLITZ - Alle ore 14.00 di lunedì 11 aprile, 80 uomini della Polizia di Stato appartenenti alla Squadre Mobili di Ragusa e di Catania, alla Polizia Stradale, ai Commissariati di Comiso e Modica, hanno dato inizio alle catture che da giorni erano state studiate in ogni minimo dettaglio. L’operazione è stata particolarmente complessa in quanto si è dovuto agire di giorno proprio perchè di notte tutti gli associati andavano a “lavorare” e spesso in posti diversi e senza potere effettuare un pedinamento preventivo. Inoltre la particolare difficoltà è stata dettata dal fatto che, come si legge nella nota della polizia di Ragusa - quasi tutti gli associati avevano una residenza fittizia, cambiavano casa ogni settimana e sempre nel quartiere San Cristoforo, fortemente antropizzato e con delle irregolarità edilizie che non hanno permesso di effettuare una ricerca accurata prima delle catture sulle mappe catastali. Per come è strutturato il quartiere catanese, i poliziotti non hanno potuto verificare l’esatta ubicazione degli arrestati, pertanto il momento migliore per procedere alla cattura è stato quello dell’ora di pranzo quando solitamente gli arrestati si svegliavano dopo essere stati tutta la notte in giro per commettere reati o per pianificarli.
Una delle catture è stata eseguita dalla Squadra Mobile di Trapani che informata della presenza di uno dei ricercati, ha subito dato manforte ai colleghi di Ragusa per individuare il soggetto e trarlo in arresto. Durante le catture di Catania è stata individuata una latitante rumena congiunta di uno degli arrestati che si era nascosta all’interno dell’abitazione ma è stata scovata durante la perquisizione. Le indagini durate poco più di tre mesi hanno permesso di appurare che gli associati hanno commesso i seguenti reati in tutte le province siciliane ma in particolar modo sono stati raccolti elementi in ordine ai reati consumati o tentati ai danni di aziende ragusane, proprio perché l’indagine ha avuto inizio dal territorio ibleo e dagli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa:
•    4 negozi di elettrodomestici e telefonia (la metà commessi a Ragusa. Papino di Vittoria e Inventa di Pozzallo)
10 furti ai danni di concessionarie auto (la metà commessi a Ragusa, Concessionaria Audi S. Tumino, Concessionaria Mercedes di Ragusa “Euromotors SRL”, Rivendita di Auto “Elio Motors Srl”  di Modica, Rivendita di auto Autosalone Caruso di Modica e Rivendita di Auto “Elio Motors Srl”  di Modica)
•    9 furti di cavi di rame ai danni di impianti fotovoltaici (la metà commessi a Ragusa e Comiso)
•    1 rapina presso  tabaccheria (Catania)
•    9 furti presso Bar e Rivendite di Tabacchi
•    30 le autovetture rinvenute (dopo i furti su Ragusa ed in altre province venivano riportate a Catania dove la Polizia ha provveduto a rinvenirle)
•    Furti di centinaia di litri di gasolio
•    10 arresti in flagranza di reato di furto e ricettazione (in diverse zone della Sicilia e la metà su Ragusa)
Le perquisizioni hanno dato esito positivo in quanto sono stati rinvenuti gli attrezzi utilizzati per commettere i furti, come il flex e diverse mazze ferrate. Inoltre è stato possibile rinvenire parti di auto Audi rubate a Ragusa, telefoni cellulari e tablet provento di altri furti.

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