'La Sicilia spegne le insegne', l'iniziativa di Fipe Confcommercio contro il caro bollette
Da Spinella a Savia fino ai panificatori e ai supermercati, anche Catania ieri sera è rimasta al buio. I commercianti hanno spento le proprie insegne luminose in segno di protesta contro i rincari dell'energia elettrica, ma le soluzioni sono lontane dall'essere individuate
Il caro bollette mette a dura prova i titolari di bar e ristoranti, oltre che le famiglie. Le bollette di luce e gas aumentano vertiginosamente e i rincari si riversano in gran parte sui consumatori finali. Anche se questa, per molti commercianti e ristoratori catanesi, non è la soluzione. Il rischio è la chiusura delle attività. Ad aggravare il quadro c'è anche il caro gasolio. Quattro tra i personaggi di spicco del mondo imprenditoriale etneo spiegano i propositi dell'iniziativa 'La Sicilia spegne le insegne', il progetto promosso da Fipe Confocommercio a cui si sono aggiunti i panificatori e alcuni supermercati siciliani per mostrare la propria solidarietà a famiglie e imprese.
"Quindicimila aziende stasera (ieri sera per chi legge, ndr) staccheranno le proprie insegne - spiega il presidente di Fipe Confcommercio Sicilia Dario Pistorio - perché non riusciamo a pagare le bollette della luce, il rischio è il licenziamento di un numero di dipendenti che va dalle 15 alle 18mila persone". Se le grandi imprese riescono a tenere botta, le piccole e medie imprese sono al collasso. "I piccoli - continua Pistorio - non riescono più ad avere accesso in banca né riescono a usufruire delle rateizzazioni delle ditte energetiche, non sappiamo più come andare avanti".
Non solo protesta ma anche proposte, è il proposito dell'iniziativa organizzata ieri sera."Prima di tutto - prosegue Pistorio - bisogna dotare di liquidità gli imprenditori, inoltre è necessario crare delle vere e proprie comunità energetiche e infine tagliare il caro prezzo dell'energia che dovrebbe necessariamente diminuire nei prossimi mesi, perché non avendo più accesso al credito il rischio è che si ricorra alla criminalità organizzata". Nel mirino di Confcommercio c'è la gestione delle sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina. "Queste non stanno servendo a nulla". Ne è sicuro il presidente bar e pasticcerie di Confcommercio Catania Saro Menza. "È necessaria una riflessione seria e attenta sulle sanzioni - dice Menza - la Russia ha bloccato le forniture di gas e petrolio, una scelta prevedibile dopo l'irrogazione delle sanzioni". Ma il dubbio è se sia ancora la scelkta giusta. "Stiamo pagando più noi o la Russia - è la provocazione di Menza - e chi ci sta speculando?".
All'iniziativa aderiscono anche due dei più noti bar etnei come Spinella e Savia. "È una scelta dolorosissima quella di spegnere le luci - afferma Sandro Di Mauro della pasticceria Spinella - e nasconde un problema più grande: quello di chiudere le attività e mandare a casa i nostri dipednenti". Rispetto all'anno scorso le bollette aumentano più del doppio. "Siamo passati dai 9mila euro ai 22mila e ad agosto arriveranno a 30mila euro", lamenta Di Mauro. "Tra 15 giorni non sapremo di cosa vivere e a chi vendere - conclude - perché il catanese non potrà più spendere e consumare i nostri prodotti e aumentare i prezzi sarebbe solo uno specchietto per le allodole".
Medesima posizione quella di Claudio Lombardo della pasticceria Savia. "La chiusura è ormai imminente, il costo delle materie prime è quadruplicato se non addirittura quintuplicato - commenta - abbiamo chiesto aiuto alla politica ma nemmeno in periodo di campagna elettorale si smuove qualcosa". Sebbene il Comune di Catania abbia dato man forte alle attività e in segno di solidarietà abbia spento le luci di piazza Duomo, "tra poco arriveremo al collasso", conclude Lombardo.