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Sicula Trasporti, fondi neri e mazzette sotterrate tra i rifiuti

Per continuare a gestire indisturbati gli affari del conferimento dei rifiuti di oltre 200 comuni siciliani, Antonino e Salvatore Leonardi avevano messo a libro paga anche un funzionario dell'Arpa che doveva controllare il processo di smaltimento

Rifiuti, mazzette e discariche in ampliamento: le indagini della guardia di finanza hanno portato alla luce quello che il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha definito “un sistema criminale che ruota attorno ad Antonino Leonardi e alle imprese sotto il suo controllo”. L'operazione “Mazzetta Sicula” è scattata nei confronti di 9 persone (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Alla misura cautelare si aggiunge il sequestro preventivo di tutti i beni aziendali, quote e azioni sociali per un patrimonio societario complessivamente stimabile in circa 110 milioni di euro.

Rifiuti e mazzette, in manette Antonino e Salvatore Leonardi

Per continuare a gestire indisturbati gli affari del conferimento dei rifiuti di oltre 200 comuni siciliani, Antonino e Salvatore Leonardi avevano messo a libro paga anche un funzionario dell'Arpa che doveva controllare il processo di smaltimento. Nello specifico, Vincenzo Liuzzo, dirigente Arpa di Siracusa (sezione controlli e monitoraggi ambientali), si recava “il giorno 20 di ogni mese” presso la discarica di Leonardi per ricevere una mazzetta in contanti di 5 mila euro, circostanza documentata dai Finanzieri del G.i.c.o dall’agosto 2018 al marzo 2019. I fondi neri per il pagamento delle tangenti erano costituiti con denaro contante proveniente da transazioni economiche e fatturazioni fittizie, mentre la loro conservazione avveniva in fusti da circa 50 litri (circa 350 mila euro a fusto), sigillati e sotterrati. Secondo gli inquirenti “il sistema illecito orchestrato da Antonino Leonardi si reggeva – oltre che sul versamento di tangenti - sulla fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti, al fine di garantire un’apparente osservanza delle norme: una contabilità assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio. Un enorme quantitativo di rifiuti, non più gestibile secondo le prescrizioni di legge, finiva in discarica senza subire alcun trattamento preliminare, essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero. “In altre parole – scrivono gli inquirenti - una gestione della discarica, dell’impianto Tbm e di compostaggio, orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni.

Le indagini

Le investigazioni sono state condotte dai finanzieri del G.i.c.o di Catania comandati dal colonnello Francesco Ruis e dallo S.c.i.c.o., con il coordinamento della Procura distrettuale, attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la gestione degli impianti della famiglia Leonardi. Il punto di raccordo degli elementi indiziari viene definito dopo un accesso presso gli impianti “incriminati” fatto dai finanzieri nel febbraio del 2019. Sullo sfondo le “pressioni” esercitate da esponenti del clan mafioso dei Nardo finalizzate a ottenere l’affidamento di un chiosco presente all’interno dello stadio della squadra di calcio “Sicula Leonzio”, attualmente militante nel campionato professionistico di prima divisione.

Il sistema "Sicula Trasporti"

Gli accertamenti tecnici operati direttamente presso le imprese gestite da “Antonello” Leonardi hanno dato evidenza che sia ingenti quantitativi di rifiuti solidi urbani (non sottoposti ai preventivi trattamenti di frantumazione, triturazione, successiva vagliatura e biostabilizzazione e, tra questi, anche la frazione “umida” che avrebbe dovuto essere destinata al recupero mediante compostaggio) quanto una consistente mole di materiale originata da un incompleto processo di compostaggio, venivano conferiti direttamente nella discarica lentinese: in sostanza veniva conferito di tutto: frigoriferi interi (contenenti al loro interno ancora il poliuretano), pneumatici non ammissibili nella discarica lentinese, materassi non previamente lacerati, oggetti di plastica, metallo e carta recuperabili, pasti provenienti da mense ancora integri nonché rifiuti speciali sanitari.

Mancata differenziata, maggiori guadagni ed evasione fiscale

Queste illecite modalità di conferimento di rifiuti in discarica determinavano anche un’evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari, per il 2018, a oltre 6,2 milioni di euro (a cui vanno aggiunti sanzioni e interessi). Il tributo, da versare trimestralmente alla Regione Siciliana dal gestore è finalizzato a favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia. La tendenziale assenza di un trattamento preliminare al conferimento in discarica determina l’applicazione di un’aliquota per il tributo dovuto superiore a quella calcolata dai gestori della “Sicula Trasporti”. L’impianto di compostaggio della “Sicula Compost”, a far data dal maggio 2018, iniziava a ricevere, presso la propria struttura, la “frazione Umida” proveniente dalla “Raccolta Differenziata” svolta da diversi comuni siciliani, con i quali l’azienda aveva stipulato preventivi contratti di conferimento, in ragione dell’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica Utilità per ricevere presso un quantitativo massimo di 70 mila tonnellate annue. Ma l’impianto di compostaggio, a fronte di una potenzialità di lavorazione della “frazione umida” calcolata intorno alle 160/170 tonnellate giornaliere, ne riceveva 250/270. La situazione, nota ad Antonino Leonardi e a Pietro Nicotra, li ha portati a stabilire che delle 1.400 tonnellate di “rifiuto umido” che arrivavano settimanalmente in impianto, 400 dovevano essere “smaltite illecitamente” ovvero senza sottoporle ad alcun processo di recupero e veicolandole “tal quali” nella discarica di Lentini. Oltre 30 mila tonnellate di rifiuti solidi inerti derivanti da lavori di scavo effettuati per la realizzazione di una nuova vasca nella discarica della “Sicula Trasporti” venivano smaltiti illecitamente nei terreni di proprietà delle società di Leonardi. Questa gestione fraudolenta dei rifiuti era realizzabile con la compiacenza dei fratelli Guercio e della loro “Edile sud srl” la cui piattaforma, attraverso la redazione di oltre 1.300 falsi formulari, risultava luogo di destinazione degli inerti.

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