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Cronaca

Sicurezza nelle guardie mediche, le proposte dell’Asp di Catania

Sono due le ipotesi alternative proposte dopo la violenza sessuale subita dalla dottoressa di turno nella Guardia Medica di Trecastagni

Sono due le ipotesi alternative già proposte all'Assessorato regionale alla Salute dalla Direzione dell'Asp di Catania come contributo alla rivisitazione del modello organizzativo dei Servizi di continuità assistenziale, relative alla garanzia della sicurezza degli operatori nei Servizi di Continuità assistenziale, formulate dopo la violenza sessuale subita dalla dottoressa di turno nella Guardia Medica di Trecastagni.

La prima riguarda la riorganizzazione della rete delle Guardie mediche in provincia, in considerazione della loro posizione e della contestuale presenza sul posto di lavoro di altri operatori.

La seconda riguarda la conversione delle singole sedi di Continuità assistenziale e l'integrazione delle stesse con le postazioni del Seus 118. Le nuove postazioni, una per Comune, svolgerebbero sia compiti e funzioni della postazione fissa (Guardia medica e/o PTE) sia della postazione mobile (Seus 118) per l'emergenza-urgenza.

A rendere note le ipotesi il direttore generale dell'Asp di Catania, Giuseppe Giammanco, che afferma: "Sul tema della sicurezza delle Guardie mediche condivido pienamente le parole della ministra Lorenzin, che ho riconosciuto ispirate al rispetto del dolore e del dramma vissuto dalla collega di Trecastagni e, al contempo, al rigore in merito alle azioni da intraprendere per il riordino del servizio e per la rivisitazione del modello organizzativo", ribadendo "la vicinanza e la solidarietà mia e di tutta l'Azienda" nei confronti della vittima.

"Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e soprattutto nei luoghi di cura - continua Giammanco - interroga e riguarda tutti. Qui si discute della dignità della persona, che è stata gravemente offesa, e della dignità di medici aggrediti nell'atto di compiere il loro dovere, che è essenzialmente aiutare gli altri".

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