rotate-mobile
Ospedali in periferia

I sindaci del Catanese uniscono le forze per difendere i propri ospedali

Una riunione che ha coinvolto diversi sindaci e rappresentati dell'Asp ha portato alla definizione di una linea guida sulle azioni da intraprendere per continuare la lotta alla salvaguardia degli "ospedali di periferia"

Diversi sindaci del Catanese fanno fronte comune per salvaguardare i propri ospedali che attualmente non sono capaci di garantire servizi efficienti alla cittadinanza. Il primo cittadino di Bronte, Pino Firrarello, ha scritto ai colleghi di Caltagirone, Giarre e Militello in Val di Catania il mese scorso chiedendo di unire le forze. "Da anni ci battiamo con tutte le energie possibili al fine di garantire nei nostri territori un efficiente servizio ospedaliero - spiega Firrarello -. Nonostante ciò gli ospedali delle nostre comunità, a differenza dei nosocomi dell’area metropolitana e delle aziende ospedaliere, continuano a denunciare gravi carenze di personale che compromettono la qualità dei servizi”.

Il sindaco brontese ha così richiesto ai colleghi degli altri comuni di avviare un dialogo con il direttore generale dell’Asp 3 Catania, Maurizio Lanza, incontro effettivamente avvenuto nelle scorse ore. Presenti Firrarello con l’assessore Angelica Presatianni, Pippo De Luca (sindaco di Maletto), Leonardo Cantarella (primo cittadino di Giarre), Orazio Lopis (in rappresentanza del sindaco di Paternò, Nino Naso) e Giovanni Burtone (nella duplice veste di sindaco di Militello e deputato all’Ars oltre che in rappresentanza anche del sindaco di Caltagirone). Ha presenziato al vertice pure il direttore sanitario dell’Asp, Antonino Rapisarda.

È emerso che a Catania vi sono aziende con oltre 50 cardiologi al lavoro mentre a Caltagirone, che possiede l’emodinamica, ne operano solo 3. Stessa situazione per anestesisti e medici di pronto soccorso. Firrarello, stanco della situazione, ha quindi minacciato scioperi e denunce alla Procura. "Alcune soluzioni possono essere adottate subito altre proposte a medio termine - ha detto -. Certo, vista la carenza di medici, Roma non può più tenere le facoltà di medicina a numero chiuso”.

A seguito della discussione si è giunti ad una idea sul percorso da seguire. "Investiremo l’Ars e l’assessorato regionale alla sanità - ha spiegato Burtone -. Dobbiamo arrivare in tempi brevi a costituire i dipartimenti fra le aziende che garantiscano una presenza di medici più equa fra i vari ospedali del territorio. La sanità non si può fermare a Catania”.

"Con i colleghi cominciamo a ragionare in maniera organica. L’eccellenza sanitaria deve esistere anche negli ospedali di periferia” continua Cantarella.

"Per salvare i piccoli ospedali ci vogliono misure urgenti - dice Lopis -. Istituire i dipartimenti interaziendali servirà ad evitare la chiusura dei reparti". "L’idea dei sindaci insieme che si battono per tutto il territorio può essere vincente - chiosa De Luca -. Ottima anche la proposta dei dipartimenti fra aziende".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I sindaci del Catanese uniscono le forze per difendere i propri ospedali

CataniaToday è in caricamento