Smaltimento di rifiuti speciali: sequestrato centro demolizione auto
Gli agenti del commissariato di Librino hanno scoperto tonnelllate di materiale ferroso non bonificato riposto direttamente sul terreno, senza una tettoia e con riversamento degli oli esausti anche in direzione dei tombini
Nei giorni scorsi i poliziotti del Commissariato Librino, diretto dal vice questore Alessandro Berretta hanno effettuato controlli finalizzati a contrastare l'illegalità diffusa nel territorio di competenza. Particolare rilievo ha assunto il controllo effettuato presso un centro di demolizione veicoli e soccorso stradale ubicato in contrada Codavolpe. Durante detta attività, è stato accertato che i titolari del citato esercizio commerciale avevano occupato un'area di circa 3 mila metri quadri adiacente a quella esistente, in particolare una via pubblica e un terreno privato, al cui interno avevano realizzato un ulteriore centro di demolizione e gestione di rifiuti speciali (anche pericolosi) non autorizzato.
I poliziotti hanno scoperto le tonnellate di materiale ferroso non bonificato riposto direttamente sul terreno, senza una tettoia e con riversamento degli oli esausti anche in direzione dei tombini, ciò con potenziale danno per l'ambientale e per le falde acquifere; è stata rinvenuta persino la carcassa di un autocarro abbandonata sul verde pubblico e tanto altro materiale inquinante che si trovava a ridosso anche degli alberi di ulivo. Accertata anche la presenza di un bilico - bilancia industriale per la pesa dei mezzi pesanti - di circa 30 metri quadri incementato sul terreno, nella via pubblica chiusa da un cancello abusivo . Al fine di evitare che la situazione degenerasse ulteriormente, si è proceduto al sequestro penale delle tonnellate di materiale ritenuto inquinante e dannoso per l'ambiente e gli stessi residenti. Nella giornata di ieri, su disposizione della Procura della Repubblica di Catania, si è proceduto a sequestrare anche la suindicata area di 3000 metri quadri che è stata opportunamente circoscritta in modo da inibirne l'accesso. È stato inoltre sorpreso un lavoratore in nero che percepisce il reddito di cittadinanza. Alla luce dei fatti esposti, i titolari M. S. di anni 52 e M. M. di anni 54 sono stati indagati a piede libero ai sensi dell'articolo 256 d.leg. 152/2006, gestione di rifiuti non autorizzata e artt. 633 e 639 bis codice penale invasione di terreni ed edifici pubblici. Informati infine, per quanto di competenza, gli enti preposti anche alla salvaguardia dell'ambiente.