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I Santapaola rifornivano di cocaina la piazza di Barrafranca, tre arresti

Secondo le indagini, il comprensorio di Barrafranca costituiva un crocevia del traffico di stupefacenti e un punto di riferimento per l'intera provincia di Enna. Ciò grazie agli accordi tra gli esponenti della famiglia mafiosa locale ed alcuni esponenti del clan Santapaola di Catania ,che li avevano, a più riprese e con continuità, riforniti di droga

I carabinieri del Ros, in collaborazione per la fase operativa con i carabinieri dei comandi provinciali di Enna e Catania, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Caltanissetta, nei confronti di tre indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altri reati connessi all'acquisto e cessione di droga. Si tratta di P.S., 64 anni, M.S., 31 anni, entrambi residenti a Barrafranca e del catanese S.G., 30 anni. Le attività di indagine, coordinate dalla Dda di Caltanissetta, fanno seguito all'operazione "Ultra" del luglio 2020, che ha permesso di documentare la ricostituzione della famiglia mafiosa di Barrafranca attorno alla carismatica figura dell'anziano capo mafia Raffaele Bevilacqua, già condannato all'ergastolo. Su di lui ora grava anche la recente condanna a 20 anni di reclusione per i reati di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e corruzione, questi ultimi aggravati dal riconoscimento del metodo mafioso e dell'agevolazione all'organizzazione mafiosa, emessa a suo carico dal gup del tribunale di Caltanissetta il 15 dicembre scorso. Nel corso delle indagini, tra le persone vicine alla famiglia di Barrafranca era emersa anche la figura di P.S. e le relative acquisizioni investigative avevano condotto già a luglio 2020 il gip del tribunale di Caltanissetta a ritenere sussistente la gravità indiziaria per il delitto di associazione mafiosa e a emettere, nell'ambito dell'operazione Ultra, un'ordinanza cautelare anche nei suoi confronti, poi annullata dal tribunale del Riesame.

I contatti con i Santapaola

Secondo le indagini, il comprensorio di Barrafranca costituiva un crocevia del traffico di stupefacenti e un punto di riferimento per l'intera provincia di Enna. Ciò grazie agli accordi tra gli esponenti della famiglia mafiosa locale ed alcuni esponenti del clan Santapaola di Catania ,che li avevano, a più riprese e con continuità, riforniti di droga. In questo contesto criminale, era emersa anche l'organizzazione finalizzata allo spaccio di droga, in particolare cocaina, di cui è presunto organizzatore P.S., che poteva vantare un suo indipendente canale di approvvigionamento costituito da un esponente della famiglia Santapaola di Catania e l'indagato S.G. Questo margine operativo a lui riconosciuto nel settore del traffico di sostanze stupefacenti era già emerso nel corso dei dialoghi intercettati nel corso dell'operazione "Ultra" nell'abitazione di Bevilacqua Raffele.

La cassa comune per comprare cocaina

Nella gestione del traffico di droga, P.S. si è avvalso di M.S., soprattutto per ciò che concerne gli acquisti di cocaina dal fornitore catanese S.G., collegato con rapporti di parentela con un noto esponente della famiglia mafiosa Santapaola di Catania, già condannato anche per associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio volontario. Le indagini hanno fatto emergere anche l'esistenza di una cassa comune, gestita da M.S., per il prelievo dei soldi da versare al fornitore catanese a titolo di anticipo o saldo del prezzo dello stupefacente. Vengono contestati ai due indagati barresi almeno sedici viaggi a Catania per acquistare cocaina da maggio a ottobre 2019. La droga acquistata, nell'ordine di circa 100 grammi per volta, veniva poi ceduta a Barrafranca essenzialmente nell'abitazione dell'indagato a favore di una nutrita compagine di assuntori.

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