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Cronaca

Dipendenza da crack, Brogna (Ser.T): "Corrode il corpo e i rapporti sociali, ma si può sconfiggere"

Permette alla criminalità di vendere a buon prezzo le partite di cocaina più sporca, lavorandole con bicarbonato o ammoniaca, ed avere clienti fedeli perchè schiavi della dipendenza. Chi la usa è sempre ad un passo dall'abuso e distrugge il proprio corpo, facendo anche terra bruciata nelle relazioni personali

Il crak è una sostanza stupefacente nata in America ed arrivata in Italia negli anni ottanta. All'inizio era destinato ai cocainomani cronici, che non potevano più 'pippare', in quanto l’assunzione tradizionale provocava la distruzione dei tessuti nasali. Dovevano quindi fumarla, utilizzando pipe di vetro, che possono anche essere ricavate da semplici bottiglie di plastica o lattine. Piace molto alla criminalità organizzata anche perchè è facile da preparare e da nascondere. Non richiede alcun laboratorio, diversamente ad altre sostanze, e si parte proprio dalla 'coca', che arriva a fiumi nella nostra città e spesso ha delle partite meno pregiate. Con la 'roba' più contaminata si ottiene il crack, i cui prezzi si sono allineati a quelli - sempre più bassi - della sua sostanza madre. Permettendo quindi di livellare i guadagni ed ottenere dei clienti stabili, anche tra le fasce meno abbienti. Da dieci anni a questa parte il consumo di questa sostanza è aumentato vertiginosamente a Catania, grazie ad una immissione controllata nelle piazze di spaccio a ritmi costanti ed a prezzi stracciati, dai 5 ai 20 euro.

Come spiega il dottor Fabio Brogna, direttore del servizio territoriale dipendenze Patologiche dell’Asp di Catania "si è diffuso perché l’offerta è certamente aumentata e perchè provoca effetti forti e immediati, che durano 10-15 minuti. Spesso chi lo assume lo fa solo per il fatto di inalare, che ha per così dire meno 'stigma' rispetto alla classica sniffata. Ed è così che ci cascano per voglia di trasgressione anche i giovani, sottovalutando i pericoli di questa bomba. Usano il crack anche i veterani dopo anni di cocaina e nasi distrutti, cadendo in una schiavitù incompatibile con le relazioni con gli altri e una vita quotidiana normale. Una volta cessato l'effetto, subentra la crisi d'astinenza, che conduce ad una depressione sia fisica che mentale".

"Negli ultimi anni, caratterizzati anche dalle restrizioni legate alla pandemia, questa sostanza derivata dalla cocaina è diventata, dopo la cannabis, una delle droghe più gettonate. Che porta però a dipendenza in breve tempo ed a gravissimi rischi per la salute - continua il dottor Brogna - Le 'vecchie droghe' per intenderci eroina, cocaina e cannabis sono sempre presenti sul mercato catanese, con un’impennata dell’uso di cocaina, diffusa tra varie fasce di età, che si sono notevolmente abbassate nel tempo spostando l’asse verso giovani e giovanissimi. Durante il lockdown i consumatori hanno utilizzato generalmente maggiori quantitativi di sostanze, in particolare cocaina ed alcol. Ciò che ha complicato tutto, come evidenziato alcuni mesi fa dalle cronache nel siracusano e anche in altre province siciliane, è la presenza di partite di cocaina 'tagliata male', che mette a rischio di vita ed espone a pericolose patologie correlate, quali ictus e infarti".

Crack sempre più diffuso nelle piazze di spaccio catanesi

"Si è diffuso perché l’offerta è certamente aumentata - continua Fabio Brogna - e perchè provoca effetti forti e immediati, che durano 10-15 minuti. Spesso chi lo assume lo fa solo per il fatto di inalare, che ha per così dire meno 'stigma' rispetto alla classica sniffata. Ed è così che ci cascano per voglia di trasgressione anche i giovani, sottovalutando i pericoli di questa bomba. Usano il crack anche i veterani dopo anni di cocaina e nasi distrutti, cadendo in una schiavitù incompatibile con le relazioni con gli altri e una vita quotidiana normale. Una volta cessato l'effetto, subentra la crisi d'astinenza, che conduce ad una depressione sia fisica che mentale".

I danni al cervello e ai polmoni

"Quando sta 'a rota' di crack, il tossicodipendente è disposto a fare di tutto per procurarsene ancora. E qui - continua il direttore del Ser.T etneo - possono subentrare reazioni psicotiche, allucinazioni e intenti suicidi. Al pari della cocaina, il crack blocca l’eliminazione di dopamina nel cervello, provocando un suo accumulo nel sistema neuronale. Il continuo abuso alza la soglia di tolleranza: ciò significa che il nostro cervello necessita di dosi sempre maggiori, assunzioni sempre più frequenti, solo per ottenere lo stesso piacere provato le prime volte. La morte di solito può sopraggiungere per overdose (800 mg circa), per colpo di calore e arresti respiratori o cardiaci, per ictus o infarto. I vapori del crack vengono assorbiti dai polmoni e, attraverso la circolazione sanguigna, in 10-15 secondi raggiungono il cervello. Anche i danni polmonari  non tardano ad arrivare. Esiste persino una patologia specifica, chiamata 'polmone da crack': comprende sintomi anche apparentemente lontani tra di loro: emorragia alveolare diffusa, dolore toracico, edema polmonare cardiogeno e non cardiogeno, riesacerbazione acuta d’asma, infiltrati polmonari con eosinofilia, polmonite interstiziale, bronchioliti".

Le fasce più a rischio

L’età media negli ultimi anni si è abbassata e, come testimoniato dai dati del Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche di Catania, ci sono anche minorenni che si avviano al crack. Mediamente il suo consumo interessa una fascia che va dai 25 ai 45 anni, anche se non mancano gli ultra cinquantenni. "La contemporanea assunzione di alcol e cocaina - spiega ancora nel dettaglio Brogna - genera un’altra sostanza metabolica, che si chiama cocaetilene ed induce maggiore dipendenza, oltre a causare danni maggiori. Come criterio generale, oggi il consumatore di una certa sostanza è ormai divenuto un policonsumatore, cioè ne assume diverse, in base agli effetti che ricerca sul momento. E’ chiaro che alcuni utenti nel loro ciclo di vita prediligono ora una sostanza e successivamente un’altra. Ma è lampante che al giorno d’oggi il policonsumo per molti è divenuta prassi. L’alcol è come il prezzemolo, lo si trova certamente in associazione ad altre sostane o come 'gateway', cioè come passaggio da una sostanza ad un’ altra".

Migliaia di euro "bruciati" e problemi nei rapporti personali

Il crack costa dai 10 ai 20 euro a dose. Anche cinque per una da 0,30 mg. "Ma consideriamo- continua Brogna - che il soggetto dipendente perde il controllo della situazione e riesce a farsi innumerevoli dosi al giorno. Si alza dal letto con in mente il crack e prima di addormentarsi pensa sempre al crack. In gergo si dice che è a “ruota”, lo fa tutti i giorni, per diverse volte a giorno e per un tempo indeterminato e con tutta la buona volontà, nei casi migliori non riesce a starne fuori per più di 15 giorni. Poi ci ricasca. Sommando le dosi, si perde il conto dei costi: si parla di migliaia di euro che il consumatore tenta di procurarsi in tutti i modi, devastando l’ambiente affettivo e amicale che lo circonda".

Come si supera la tossicodipendenza da crack

Da soli è difficile venirne fuori, ma non impossibile se si decide di affrontare un percorso di riabilitazione e riduzione del danno. "Certamente i familiari e gli amici possono stare vicino al consumatore dipendente - conclude Brogna - sfruttando il momento migliore e quello sprazzo di lucidità per mettere le carte in chiaro e convincerlo a farsi aiutare. Gli operatori dei Ser.t Siciliani sono abituati ad affrontare le dipendenze. Abbiamo colleghi con oltre 30 anni di esperienza che riescono ad affrontare questo problema alleandosi con il paziente, infondendogli fiducia, aiutandolo a 360 gradi: nei problemi familiari, di salute, giudiziari ed affettivi, per una disassuefazione volta alla prevenzione delle ricadute e alla riduzione dei danni, con uno specifico protocollo terapeutico socio sanitario e riabilitativo integrato con terapie mediche. Se il paziente è disponibile e vi sono i requisiti, curiamo gli invii anche nelle comunità terapeutiche convenzionate ed accreditate, sia siciliane che nazionali".

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