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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Droga e telefonini, guardia penitenziaria coinvolta nel traffico dentro il carcere

Secondo gli inquirenti, il pubblico ufficiale avrebbe partecipato attivamente all'associazione criminale promossa da due detenuti, finalizzata allo spaccio di droga e al commercio illecito di telefoni e sim card all'interno dell'istituto di pena di Augusta

Sono state le fiamme gialle del comando provinciale etneo, a eseguire l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica. Anche il nucleo Investigativo centrale della Polizia penitenziaria, ha collaborato alle attività inquirenti. Nel dettaglio, le indagini svolte dai finanzieri -  in stretto collegamento con il comando della polizia penitenziaria in servizio presso l'Istituto penitenziario di Augusta -  hanno consentito di fare luce su una ramificata organizzazione criminale attiva tra Catania e Augusta, finalizzata al reperimento e allo spaccio di sostanza stupefacente di varia tipologia (cocaina, marijuana, hashish e skunk) tra i detenuti dell' istituto di pena. A questo si aggiunge l'illecita immissione e consegna, a favore degli stessi soggetti reclusi, di telefoni cellulari e apparecchi per la comunicazione.

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Il provvedimento è stato eseguito nei confronti di 16 soggetti, indagati a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti, oltre che per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.

Le indagini

Le investigazioni, iniziate a settembre del 2020, hanno permesso, in primo liuogo, di verificare il ruolo di due soggetti detenuti nel carcere di Augusta, Dario Giuseppe Muntone e Luciano Ricciardi, quali promotori dell'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti all'interno dell'istituto penitenziario. I due, attraverso telefoni cellulari illegalmente introdotti nella casa circondariale, hanno diretto le attività dei sodali all’esterno - volte al reperimento, al deposito e al trasporto di diverse tipologie di stupefacenti - oltre che provveduto a organizzare la materiale, illecita introduzione delle sostanze in carcere e a gestire la cassa comune dell’associazione criminale. Gli investigatori si sono concentrati, quindi, nell'individuazione, all’esterno della casa circondariale, gli altri partecipi dell’associazione: soggetti che hanno organizzato un articolato e ben definito sistema per acquistare, nascondere, confezionare, trasportare e infine introdurre in carcere lo stupefacente e gli apparati di comunicazione. In particolare, Michael Cusmano si è attivato per l’acquisto, presso alcuni fornitori (Santo Riolo e Michael Sanfilippo) delle partite di stupefacente, che poi veniva custodito e confezionato in dosi, pronte per lo smercio, da Rosaria Buda. Acquistato lo stupefacente, Michele Pedone - sovrintendente della polizia penitenziaria, in servizio presso il carcere di Augusta - aveva il compito, dietro compenso, del trasporto e dell’introduzione della droga nella stessa casa circondariale, mentre Giovanna Buda ha garantito, d’intesa con i predetti sodali, il costante approvvigionamento di telefoni cellulari e Sim card, oltre che i relativi accessori, per la successiva introduzione in carcere, sempre a cura dello stesso Pedone. A tale riguardo, poiché le indagini hanno evidenziato che Pedone, nell’esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, ha ricevuto somme di denaro per il trasporto e l’illecita introduzione della droga e degli apparecchi telefonici nel carcere di Augusta, a lui - e tutti i menzionati appartenenti all’associazione criminale quali corruttori - è stato contestato il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio.

Lo stesso Pedone - individuato anche grazie al contributo fornito dal gruppo di comando del carcere di Augusta - godeva all’interno dell’istituto di connivenze e coperture sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti. Una volta introdotti in carcere i diversi quantitativi di stupefacente - sono state acquisite evidenze di 5 consegne di droga - i citati Muntone e Ricciardi hanno provveduto a cederlo, dietro pagamento, ad altri reclusi (Sebastiano Muremi, Simone Sapienza, Giuseppe Genesio, Fabiano Scattamaglia, Eros Milone, Francesco Maccarrone e Francesco Ferlito), i quali, a loro volta, lo hanno rivenduto ad altri detenuti.

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