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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

STMicroelectronics, rallentano gli investimenti: "Il Governo non ha strategie propulsive"

E' la denuncia di Piero Nicastro, segretario generale Fim Cisl Catania. Nella giornata di venerdì 17 luglio, si è tenuta presso il ministero dello Sviluppo economico l`informativa annuale tra la STM Italia, Confindustria Catania e Monza/Brianza e le organizzazioni sindacali in cui si è discusso di prospettive future dell'azienda. L'incontro si è tenuto alla presenza di un rappresentante del Governo

Nella giornata di venerdì 17 luglio, si è tenuta presso il ministero dello Sviluppo economico l`informativa annuale tra la STM Italia, Confindustria Catania e Monza/Brianza e le organizzazioni sindacali in cui si è discusso di prospettive future dell'azienda. L'incontro si è tenuto alla presenza di un rappresentante del Governo.

"Ciò che è emerso – afferma Piero Nicastro, segretario generale Fim Cisl Catania – è che l'azienda sta perdendo quote di mercato. Una crisi che, nel settore digitale, lascia temere possibili licenziamenti in Francia e che potrebbe produrre un effetto di contagio anche negli stabilimenti italiani. Per effetto proprio di queste notizie siamo assolutamente insoddisfatti dell'esito della riunione".

Per Nicastro, "è allarmante l'assenza di strategia propulsiva da parte del governo nazionale sul settore della microelettronica per la crescita economica e per la salvaguardia dell'occupazione". A fronte dell'inconcludenza degli incontri ministeriali, dell'insoddisfazione rispetto ai programmi di investimento in Italia da parte di STM e a sostegno della contrattazione aziendale sul Pdr che non è mai decollata, dal coordinamento nazionale delle RSU, unitamente alle segreterie nazionali di categoria, è stato deciso un pacchetto di otto ore di sciopero, tra luglio e settembre, con articolazioni che verranno decise a livello locale per favorire assemblee con i lavoratori, presidi di informazione/sensibilizzazione e incontri con le Istituzioni e le forze politiche.

"In Germania – spiega - s'investono oltre 400mln di euro, in Francia il governo vuole rilanciare il settore a spese dei siti italiani e in Italia il governo Renzi non ha chiara la visione strategica di questo importante settore dell'industria nazionale. Molte sono ovviamente le preoccupazioni tra i lavoratori rispetto alle prospettive, e l'assenza delle istituzioni locali e regionali sulla questione del lavoro e dell'occupazione del nostro territorio è avvilente». «Se il settore della microelettronica – argomenta Nicastro – è strategico per l'intero Paese, e sulla base di ciò abbiamo chiesto con forza al tavolo del Mise che il governo italiano produca atti concreti a sostegno del settore e delle prospettive, a maggior ragione ci saremmo aspettati una partecipazione attiva da parte delle istituzioni regionali e dall'amministrazione catanese considerato ciò che rappresenta la ST nel nostro territorio".

"A Catania – ricorda – si è insediato un tavolo di crisi quando è nata la vertenza Micron, ma quel tavolo che aveva il dovere, oltre a rispondere all'emergenza dettata dal contenere gli esuberi di Micron, di programmare prospettive di lavoro e nuova occupazione, si è invece dissolto con il raggiungimento dell'accordo al ministero sulla gestione degli esuberi di Micron e non ha proseguito il lavoro più importante che riguarda gli investimenti necessari per garantire le prospettive e la nuova occupazione". "Continuiamo ad assistere a tavoli, anche prefettizi – lamenta Nicastro – che non hanno prodotto un solo posto di lavoro stabile, mentre invece abbiamo necessità di creare condizioni affinché si possano attrarre aziende che investono o favorire gli investimenti di quelli esistenti, com'è il caso proprio di ST, eliminando tutti i fattori frenanti come la burocrazia e mettendo in piedi una vera task-force che favorisca progetti di investimento concreti e aiuti le imprese anziché lasciarle da sole".

La Fim Cisl Catania ha chiesto al Governo di preoccuparsi a sostenere un settore, quello della microelettronica, che deve diventare sempre più strategico per il Paese e non interessarsi solo di privatizzare la STM per recuperare risorse per abbattere il debito pubblico. Il Governo Italiano da un lato ha stretto un patto con la UE sui fondi europei che è quello di utilizzarli secondo la logica della inclusione sociale, della eco-sostenibilità e della specializzazione intelligente, ma dall'altro non sta realizzando nulla per rispondere concretamente alla scelta di natura strategica. La microelettronica è un settore che include tutte e tre le caratteristiche individuate dalla UE per l'impiego dei fondi europei. La UE ha annunciato già nel 2013 lo stanziamento di 5 miliardi di euro per il settore della microelettronica in Europa, per raggiungere entro il 2020 l'obiettivo di produrre in Europa il 20% dei chips del mondo, con la creazione di 250mila nuovi posti di lavoro, ma non un solo euro arriverà in Italia se il Governo italiano non cofinanzierà tali fondi. Mentre la cancelliera tedesca Merkel ha visitato qualche giorno fa gli stabilimenti della Sassonia di Infineon e Globalfoundries promettendo 400 milioni di euro per il settore in Germania e dopo i 600 milioni di euro promessi dal governo francese, invece, da parte del Governo italiano assistiamo a un silenzio assordante e allarmante che persiste già da più di un anno.

"Su tale tema – aggiunge Nicastro – ci aspettiamo dalle istituzioni locali maggiore vicinanza ai lavoratori catanesi e più sostegno nei confronti di un governo sordo e miope interessato più all'aspetto finanziario legato alla già annunciata cessione delle quote pubbliche piuttosto che alle prospettive di un settore che può davvero rappresentare un tassello importante per l'industria italiana». «Anche sulla vicenda relativa alla cessione delle quote abbiamo chiesto di continuare a garantire la presenza delle quote pubbliche in maniera paritaria con quelle francesi che per la ST ha da sempre rappresentato un equilibrio importante per le scelte strategiche industriali e che ad oggi hanno garantito, per certi aspetti, la salvaguardia degli stabilimenti italiani".

"È necessario infatti da un lato salvaguardare le condizioni di equilibrio all'interno della società multinazionale e dall'altro mettere in piedi progetti concreti di rilancio industriale. Abbiamo evidenziato, per esempio, che l`inerzia e la disattenzione del governo nazionale ha già causato la mancata implementazione a Catania, con fondi europei (a causa del mancato cofinanziamento del governo italiano) di una linea pilota Smart System di 40 milioni di euro che era una delle 6 linee pilota della strategia europea sulla microelettronica".

"Non sono più tollerabili tali disattenzioni da parte del Governo ed è grave l'assenza di un fronte comune vero tra istituzioni locali, Comune e Regione, e sindacato, a tutela del futuro dello stabilimento etneo e dei lavoratori. Sulla questione legata agli investimenti di prospettiva non c'è più tempo da perdere anche perché il piano di programmazione regionale sui fondi strutturali è in forte ritardo; i fondi strutturali in Sicilia potrebbero e devono essere una grande risorsa per la microelettronica in Sicilia visto che siamo in una regione obiettivo 1. Sarebbe una grave inadempienza la non adeguata allocazione di fondi strutturali da parte della regione Sicilia sulla microelettronica nel FESR".

"Infine – conclude Nicastro – la Fim Cisl di Catania ha chiesto la riattivazione immediata del tavolo nazionale sulla microelettronica presso il Mise alla presenza del ministro Guidi per la presentazione del documento strategico sulla microelettronica in Italia, che deve prevedere tutta una serie di investimenti programmati e rilancio dell'occupazione, come da impegno assunto dall'ex viceministro De Vincenti ora sottosegretario alla presidenza del consiglio".

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