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Cronaca

I tassisti etnei in piazza contro le liberalizzazioni: "Durante il lockdown guadagnavamo 20 euro a settimana"

Il ddl Concorrenza del governo Draghi appare come uno spauracchio per la categoria che, il prossimo 24 novembre, incrocerà le braccia. A Catania sono oltre 200 i tassisti e protesteranno in forma statica nei principali snodi cittadini

Sembra appartenere a un'era geologica fa il film, del 1983, con Alberto Sordi "Il tassinaro" nel quale interpretava l'esperiente Pietro Marchetti alle prese con le difficoltà del mestiere ma protagonista anche di incontri folgoranti, come quello con Giulio Andreotti. Ai tempi del "tassinaro" di Sordi non c'erano le app né le multinazionali della mobilità e non era in discussione il ruolo svolto dai taxi ma, adesso, la situazione è cambiata e lo spettro delle liberalizzazioni "selvagge" ha portato allo stato di agitazione i lavoratori del settore. Infatti, un disegno di legge del governo Draghi - il ddl "Concorrenza" - ha aperto alla possibilità di normare alcuni settori ed è previsto un “riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea”. Nei fatti al ddl potrebbe seguire un decreto legislativo volto a garantire la concorrenza nel settore "aprendo il mercato anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. In pratica il governo apre alla concorrenza per dare una maggiore possibilità di scelta agli utenti, con regole più stringenti per i servizi di taxi ed Ncc, quali ad esempio Uber. 

Proprio Uber è lo spauracchio dei tassisti e per questa ragione - come annunciato pubblicamente dalla Ugl Taxi Etnea- è stato indetto uno sciopero, in tutte le città italiane, che si terrà  il 24 novembre dalle 8 alle 22. La protesta dei lavoratori etnei si svolgerà in forma statica nelle zone di sosta riservate ai taxi: nell’aeroporto Vincenzo Bellini, in via Vittorio Emanuele, in piazza Stesicoro, in corso Italia (angolo viale Libertà), in piazza Giovanni XXIII (stazione centrale) ed in via Etnea davanti la Villa Bellini.

Abbiamo sentito dalla viva voce di un tassista quali sono le ragioni della protesta e i disagi che ha vissuto l'intera categoria nell'ultimo anno e mezzo. Carmelo Galeano, tassista catanese, è anche segretario provinciale di categoria per l'Ugl.

Perché giorno 24 novembre vi fermerete per un giorno? Cosa contestate del ddl Concorrenza?

"Questo disegno di legge parla di liberalizzazioni che rischiano di andare tutte a favore delle multinazionali cannibalizzando il nostro lavoro. Ci sono multinazionali come Uber pronte a investire nel settore e che scatenerebbero una corsa al ribasso, sia dei prezzi sia della qualità del servizio. Ciò avrebbe conseguenze devastanti dopo anni di sacrifici da parte dei tassisti per rispettare le norme, per tutelare chi è in regola e per combattere gli abusivi. Rischiamo una vera e propria giungla".

Quali i "pericoli" di un ingresso di Uber?

"Tutto sta nel concetto di territorialità. Le spiego: io sono un tassista che può lavorare a Catania. Posso fare - mettiamo per assurdo - una corsa sino a Napoli ma poi dovrò far rientro a Catania, non mi potrò mica mettere a lavorare davanti alla stazione napoletana o in altri luoghi. Anche per l'Ncc c'è un concetto di territorialità, di contatto e contrattazione con il passeggero. Con una app tutto questo si perderebbe e così si avrebbero numeri di mezzi spaventosi specie nelle grandi città, come ad esempio a Catania. Il servizio, nella logica dell'app che deve fare numeri, andrebbe a scadere e vi sarebbero autisti che non conosco la città, le strade, la toponomastica...".

Quindi, cosa chiedete al governo?

"Vogliamo che il governo stralci dal testo l’articolo che introduce questa "rivoluzione" disciplinando, invece, le attività delle piattaforme tecnologiche in conformità con la legislazione in vigore. Chiediamo, sempre per il concetto della territorialità a cui facevo cenno prima, l’introduzione dell’obbligo di compilazione e tenuta da parte del conducente di un foglio di servizio in formato elettronico, per chi esercita il servizio di noleggio con conducente, oltre all’istituzione del Registro informatico pubblico delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi e di quelle di autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente.”

C'è chi è invece a favore della concorrenza sostenendo che si migliorerebbero i servizi. Voi come categoria che percezione avete?

"Credo che si avrebbe soltato una grande confusione. Ci sarebbe una specie di giungla dove chi, come noi, ha fatto sacrifici perderebbe la maggior parte delle corse. Le multinazionali hanno capacità economiche enormi e farebbero una corsa al ribasso che noi non possiamo fare. Basti pensare che è aumentato tutto in termini di costi, a partire dalla benzina. Inoltre noi abbiamo orari da rispettare, riposi obbligatori, certificati da presentare. Mentre con un'app non ci sarebbe nulla di tutto questo e ci potrebbero essere persone che guidano 13-14 ore al giorno senza controlli. Noi da un anno e mezzo siamo in ginocchio a causa del Covid e per mesi siamo rimasti in auto ad aspettare una chiamata di qualche cliente che non arrivava mai, specie durante il lockdown. Abbiamo lavorato poco per mesi guadagnando anche 20 euro a settimana e i ristori sono stati irrisori, nell'ordine delle 200 euro al mese complessivamente nel periodo di emergenza pandemica".

Adesso come va il lavoro? Quali prospettive vi sono e qual è la situazione catanese?

"La pandemia ha ancora i suoi effetti. Basti pensare che, ad esempio, nel mondo del business molti incontri che prima si facevano di presenza adesso si fanno in videochat. In estate qualcosa si è mosso per via del turismo e qualche segnale di ripresa c'è stato ma poi è arrivato il ddl Concorrenza...Per questo protesteremo in 70mila in tutta Italia. A Catania il lavoro è legato al turismo e agli affari. Certo abbiamo le difficoltà, come la situazione dei rifiuti o delle strade con le buche ma siamo abituati e abbiamo continuato sempre a lavorare".

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