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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mascalucia

Tentano il furto di una Fiat 500 "spingendola" con un'auto uguale, ma finisce la benzina ed il colpo fallisce

Un passante ha poi avvertito i carabinieri dell'accaduto, facendo scattare le indagini. Ad inchiodare i due ladri le impronte digitali e le immagini delle telecamere di sorveglianza

I carabinieri di Mascalucia hanno eseguito una misura cautelare emessa dal gip del tribunale etneo nei confronti di due catanesi di 27 e 30 anni, gravemente indiziati di furto aggravato in concorso e, solo per il secondo, anche di simulazione di reato. Il provvedimento, che comporta gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per il primo e l’obbligo di dimora nel comune di residenza con prescrizioni nei confronti del secondo, scaturisce da un’attività d’indagine condotta dai carabinieri. Nella serata dello scorso 2 febbraio scorso, gli indagati si sarebbero appropriati della Fiat 500 di proprietà di un 41enne di Mascalucia, che l’aveva parcheggiata nei pressi della propria abitazione. I carabinieri,informati da un passante che aveva notato i due presunti ladri all’opera, avevano poi rinvenuto in via Pescara due Fiat 500, entrambe di colore nero e poste in fila, l’una dietro l’altra. Entrambe risultavano oggetto di furto, ma una di esse aveva la targa identificativa illeggibile a causa del fango. La ricostruzione dei fatti, successivamente elaborata attraverso la visione delle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza della zona, l’analisi dei tabulati telefonici e il conforto degli accertamenti sulle impronte digitali rilevate sull’auto rubata, hanno evidenziato che i due complici, giunti a bordo di un'altra Fiat 500 di proprietà del 30enne, avrebbero “adocchiato” il mezzo realizzandone poi il furto. Il 27enne, in particolare, si sarebbe posto alla guida della 500 rubata. Mentre l’altro, rimasto a bordo del proprio veicolo, avrebbe iniziato a spingerla cercando di allontanarsi in tutta fretta, quando hanno scoperto che era finita la benzina. A questo punto il 30enne avrebbe telefonicamente richiesto un passaggio al padre, preoccupandosi di avvertire anche il 112 asserendo di essere stato derubato della propria auto per crearsi un alibi che potesse scagionarlo dall’ormai certo rinvenimento della propria vettura sul luogo del reato che, inevitabilmente, avrebbe attirato su di lui l’attenzione dei carabinieri.

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