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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tentata concussione aggravata, inizia il processo all'ex assessore Girlando

Con la prima udienza pubblica inizia oggi il procedimento a carico dell'ex assessore comunale al Bilancio Giuseppe Girlando, alla sbarra con l'accusa di tentata concussione per il cosiddetto "caso Simei". La difesa chiede estromissione delle parti civili già ammesse, ma il giudice la rifiuta

Con la prima udienza pubblica inizia oggi il procedimento a carico dell'ex assessore comunale al Bilancio Giuseppe Girlando, alla sbarra con l'accusa di tentata concussione per il cosiddetto "caso Simei". La prima parte della seduta, iniziata questa mattina intorno alle 9, si è prolungata fino alle 13, dopo circa due ore di camera di consiglio in cui il giudice, la dottoressa Maria Pia Urso, ha deliberato sulle richieste della difesa di Girlando e del Comune di Catania. 

La richiesta della difesa e l'opposizione delle altre parti

Insieme a Giuseppe Girlando, presente in aula, il suo avvocato Carmelo Peluso ha subito chiesto l’estromissione delle parti civili già precedentemente ammesse, ovvero quella di Gianluca Chirieleison, di uno dei soci dell'impresa Maria Cristina Ferranti, e la non ammissione di una nuova costituzione come parte civille di un altro socio della Simei spa, Maria Luisa Battiato, indicando come unico danneggiato dai fatti il consigliere Manlio Messina. Come già anticipato nei mesi precedenti il Comune di Catania ha chiesto di costituirsi parte civile e di essere estromesso come responsabile civile. L'avvocato dell'ex titolare della Simei Gianluca Chirieleison, e l'avvocato della curatela fallimentare si sono opposti alle richieste dei legali di Girlando, mentre il pubblico ministero Fabio Regolo non ha avuto nulla da osservare. 

La decisione del giudice

Intorno alle 12.30 dopo essere tornato in aula, il colleggio ha ammesso come parte civile il Comune di Catania "trovandosi un collegamento tra il reato e il possibile danno di immagine dell'ente", e anche dei due soci della Simei spa. Al contempo il giudice ha negato l'espulsione di Chirieleison come parte civile, come era stato richiesto dalla difesa di Girlando, "perché direttamente colpito dall'illecito indicato". Infine, la dottoressa Urso ha rigettato la richiesta di espulsione del Comune di Catania come responsabile civile. Attualmente, dunque, Palazzo degli Elefanti compare nel procedimento sia come responsabile civile che come parte civile.

Le accuse a Girlando

Secondo le accuse Girlando forte del suo ruolo di assessore, avrebbe abusato della sua posizione per convincere il direttore di Simei - l'azienda che per anni ha fornito il servizio della pubblica illuminazione al Comune di Catania - Gianluca Chirieleison, a intercedere con il consigliere comunale d'opposizione Manlio Messina "affinché lo stesso non ostacolasse l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di giunta cosiddetta Sostare". I due, Chirieleison e Messina, sono infatti notoriamente legati da rapporti d'amicizia e, all'epoca dei fatti, l'azienda era credititrice di una somma milionaria, per la quale il Comune aveva già stabilito i pagamenti. Ma che, di fatto, non è arrivata nelle casse dell'impresa perché, secondo la ricostruzione dei magistrati, dopo il rifiuto di Chirieleison di prestarsi al volere dell'assessore, Girlando avrebbe in qualche modo rallentato l'erogazione. Dopo questo evento l'azienda, stando alla lettura delle carte dell'inchiesta, avrebbe avuto "un danno patrimoniale di rilevante gravità consistito nell'ammontare della transazione non stipulata", pari a quasi quattro milioni di euro. Simei è oggi fallita e i suoi lavoratori licenziati.

La denuncia di Chirieleison e l'intercettazione con il cellulare

Nel febbraio 2016 Girlando convoca nel suo studio di Palazzo dei Chierici Gianluca Chirieleison per parlare della transazione Simei. Quest'ultimo arriva all'appuntamento con il registratore del suo cellulare acceso che, come si legge nelle carte dell'inchiesta, riuscirà a conservare l'intero contenuto della conversazione e a consegnarla in seguito ai carabinieri. Le parole utilizzate da Girlando sono inequivocabili: la delibera di approvazione della transazione sarebbe bloccata per punire il consigliere Manlio Messina che, con una battaglia in aula a colpi di emendamenti, stava rallentando l'approvazione della delibera sulla partecipata Sostare.

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