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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

TikTok, il "reality show" della criminalità: come controllare questa "propaganda" insidiosa?

Lo abbiamo chiesto al comandante Marcello La Bella, primo dirigente della polizia di Stato in servizio presso il compartimento polizia postale “Sicilia orientale” di Catania: "Non bisogna demonizzare lo strumento ma educarne all'uso, contrastando gli illeciti"

I fatti di cronaca degli ultimi mesi hanno mostrato la voglia di apparire dei criminali. Gare clandestine di cavalli riprese e postate sui social. Pluripregiudicato ai domiciliari che mostra in video grosse somme di denaro, disprezzando regole e ogni indice di buona condotta. E poi ci sono giovani delinquenti che muovono i loro primi passi nella criminalità e ostentano le loro pericolose bravate. Sul lungomare, la gang in scooter che provoca e insulta la polizia municipale. E come non citare i ragazzi che hanno spinto e fatto cadere un giovane in monopattino. Un bisogno di mostrare le proprie "gesta" che ha trasformato, in particolare, Tik Tok in un “reality show” della criminalità. E' emergenza sociale o criminale? Lo abbiamo chiesto al comandante Marcello La Bella, primo dirigente della polizia di Stato in servizio presso il compartimento polizia postale “Sicilia orientale” di Catania.

"Non ritengo, per quanto riguarda la mia conoscenza professionale, che ci sia una vera emergenza criminale o sociale a Catania. Tuttavia, gli episodi citati hanno certamente una loro gravità, non soltanto per la rilevanza penale ma, altresì, perché evidenziano una mancanza di rispetto verso gli altri e di regole di convivenza civile. Per questo dobbiamo impegnarci tutti in uno sforzo corale maggiore di educazione alla legalità - spiega La Bella - Come Polizia di Stato tentiamo di farlo, incontrando ogni giorno nelle scuole i ragazzi anche giovanissimi e con le tante iniziative con cui li avviciniamo, cercando di parlare il loro stesso linguaggio. Basti pensare al truck Vita da Social e ai nostri canali social".

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Un tempo si tendeva a nascondere le attività criminali. Adesso è come se si volesse ostentare il mancato rispetto di regole. Come si spiega questo fenomeno?

"C'è una sorta di ricerca della visibilità e penso che un rischio sia individuabile nella emulazione e nella istigazione a commettere azioni criminali".

Come polizia postale come controllate questa “propaganda” criminale insidiosa?

"Come dico sempre, non bisogna demonizzare lo strumento ma educarne all'uso contrastando gli illeciti. Tik Tok, come i tanti servizi offerti dalla rete, presenta dei rischi ed offre, purtroppo, ai criminali delle possibilità. La Polizia, oltre ad un costante monitoraggio alla ricerca di azioni illegali, anche di sola istigazione, si attiva immediatamente sulle numerose segnalazioni che quotidianamente riceve. Ovviamente, non è un lavoro semplice e spesso molto dipende dalla collaborazione che si riesce ad ottenere dal social provider. Invero, vi è da aggiungere che molte delle nostre indagini ricevono risposte immediate anche grazie ad una autorità giudiziaria attenta e celere nell'emettere i provvedimenti richiesti".

Un comune cittadino che vede contenuti inappropriati su questi canali social, cosa può fare? come può denunciare?

"Inviando una mail al nostro indirizzo istituzionale, per Catania poltel.ct@poliziadistato.it, utilizzando l'app YouPol che consente di fare segnalazioni anche in modo anonimo o anche semplicemente telefonando al nostro ufficio".

Ai genitori, che non sempre riescono a controllare l’uso dei social da parte dei figli, cosa consiglia?

"Un maggiore impegno nell'educazione digitale, una più forte consapevolezza dei tanti rischi che un minore, soprattutto se adolescente, può incontrare. Ricordarsi che la legge prevede un limite di età per la creazione di un profilo social, fissato dalla legge italiana a 14 anni. Purtroppo, può succedere che bambini, già a 8 o 9 anni, creino un loro account e che i genitori ne siano anche a conoscenza. Lasciare navigare in rete un bambino da solo, senza l'ausilio di un adulto che gli stia accanto e che lo monitori, significa esporlo a rischi anche molto seri: adescamenti, pornografia minorile, condotte di cyberbullismo, challege rischiose, diffusione di materiale illegale. Ed agli stessi pericoli possone imbattersi pure gli adolescenti. I genitori non devono giustificarsi ammettendo di essere molto pratici o "esperti" o di non essere in grado di seguire online i loro figli. Se hanno queste mancanze devono, a loro volta, sforzarsi di imparare".

...e ai ragazzi?

"I ragazzi devono comprendere che la rete è un mondo reale e ne presenta gli stessi rischi. Al di là dei consigli che riguardano il trascorrere più tempo offline che online, i ragazzi devono riflettere di più sulle azioni che compiono, pensando che la rete non ha confini e non "dimentica". Mi spiego meglio, una foto o un video pubblicato online può essere potenzialmente visualizzato in ogni parte del mondo e se ne perde la disponibilità. Anche se dovessimo toglierlo dal nostro profilo non significa che esso non circolerà più in rete essendo stato nel frattempo condiviso o scambiato da un numero indeterminato e indeterminabile di utenti. Tutto ciò potrebbe avere effetti devastanti. Inoltre, occorre essere attivi nel far sì che il web sia uno spazio più sicuro segnalando tempestivamente i contenuti illeciti o inappropriati".

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