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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tombini otturati in città, la mappa delle strade a rischio allagamento

A causa dell’arrivo delle piogge autunnali, il nodo legato agli eventuali allagamenti di interi quartieri ritorna d'attualità

Con l’inizio del mese di settembre a Catania torna il problema legato alla carenza di pulizie di tombini e caditoie. A causa dell’arrivo delle piogge autunnali, il nodo legato agli eventuali allagamenti di interi quartieri ritorna d'attualità. Il consigliere comunale Carmelo Sofia ha chiesto al sindaco Enzo Bianco e all’assessore ai Lavori Pubblici di attivarsi ora affinchè l’intero capoluogo etneo sia dotato di un sistema di deflusso per le acque piovane in perfetta efficienza.

Le vie a rischio allagamenti

"Nel corso dei sopralluoghi effettuati in varie parti della città - spiega Sofia - ho potuto riscontrare che decine di caditoie sono otturate dai detriti oppure sono state ricoperte da colate di catrame nel corso dei vari cantieri che interessano la città. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono: via Passo Gravina, la circonvallazione, viale Vittorio Veneto, Via Etnea, piazza Dante, Largo Paisiello, via Santa Sofia, via Concordia, via Plebiscito, via Vincenzo Giuffrida e molte altre arterie ancora. In alcune zone i lavori di pulizia non vengono effettuati da così tanto tempo che, dalle caditoie, spuntano le piante".

Gli interventi da mettere in atto

Tutto questo impedisce il normale deflusso delle acque piovane in caso di temporali. Nel corso delle piogge torrenziali che hanno colpito Catania negli anni precedenti, molte vie si sono ripetutamente trasformate in fiumi in piena che hanno paralizzano il traffico impedendo ai pedoni perfino di attraversare la strada. "Molti commercianti - conclude il consigliere- sono stati costretti, con il maltempo, ad abbassare le saracinesche fino a quando la situazione non si è in seguito normalizzata. Per queste ragioni chiedo che gli operai comunali si concentrino sui quartieri a nord di Catania, dove confluiscono le condutture dei paesi dell’hinterland etneo, e poi su Nesima e Monte Po che in passato sono finiti letteralmente sott’acqua".

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