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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Traffico illecito di rifiuti plastici tra Ragusa, Catania e Cina: 15 arresti

Un'organizzazione dedita al traffico di rifiuti plastici, acquisiti da imprese di raccolta e stoccaggio aventi sede nelle province di Ragusa e Catania ed esportati in Cina, dove gli stessi venivano utilizzati per la fabbricazione di scarpe

Tutto è iniziato con il sequestro di calzature contenenti materiale nocivo per la salute avvenuto nel 2014. Sono partite proprio da quel sequestro le indagini coordinate dalla Procura di Catania e condotte dalla squadra mobile di Ragusa e Catania che all'alba di oggi hanno portato all'esecuzione di 15 arresti, dieci in carcere e cinque ai domiciliari. In quella occasione veniva ipotizzata l'esistenza di un'organizzazione dedita al traffico di rifiuti plastici, acquisiti da imprese di raccolta e stoccaggio aventi sede nelle province di Ragusa e Catania ed esportati in Cina, dove gli stessi venivano utilizzati per la fabbricazione di scarpe, poi importate in Italia e commercializzate pur contenendo sostanze tossiche.

Nell'ipotesi investigativa, le materie plastiche di scarto - provenienti dal territorio ibleo - venivano recuperate prevalentemente dai teloni di copertura degli impianti serricoli del vittoriese, e risultavano inquinate da agenti altamente tossici (fitofarmaci e pesticidi). Veniva così avviata una complessa ed articolata attività di indagine, svolta dalla squadra mobile di Catania e di Ragusa con il coordinamento del S.C.O. della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dalla quale emergeva che le "principali imprese vittoriesi attive nel settore della raccolta e trasformazione di rifiuti plastici si approvvigionavano dei teli di copertura periodicamente dismessi dalle serre presenti nel territorio ricompreso fra le provincie di Ragusa, Siracusa e Caltanissetta".

Si accertavano anche attriti e contrapposizioni tra gli interessati durante il periodo di dismissione dei teli di copertura delle serre, anche in virtù del rilevante valore economico del settore, pari a svariati milioni di euro all'anno. "Di conseguenza vi era una forte concorrenza tra le aziende che si occupavano della raccolta della plastica, le quali cercavano di ottenere il monopolio, anche attraverso il ricorso all'intimidazione mafiosa", dicono gli inquirenti. 

La polizia di Stato, attraverso le articolazioni investigative delle Squadre Mobili di Catania e Ragusa, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. In particolar modo, parte dei destinatari della misura cautelare hanno fatto parte di una associazione di stampo mafioso ''stidda'', promossa, organizzata e diretta da Claudio Carbonaro, finalizzata, "mediante la forza d'intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, a commettere una serie indeterminata di delitti contro l'incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio e ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche legate alla raccolta e al riciclaggio della plastica dismessa dalle serre insistenti in Vittoria e nelle provincia di Ragusa e Caltanissetta".

In particolare, è stato accertato che il sistema messo in atto dagli indagati "era finalizzato ad ottenere il conferimento, in via esclusiva, della plastica dismessa dalle serre alla SIDI della famiglia Donzelli, tanto che il Giudice per le Indagini Preliminari ha applicato la misura cautelare nei loro confronti per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa". I Donzelli, titolari di più impianti per il riciclo di materie plastiche, riuscivano ad ottenere tale vantaggio economico attraverso l'intimidazione sistematica dei serricoltori e dei raccoglitori di plastica, messa in atto dall'associazione mafiosa, acquisendo una posizione di sostanziale monopolio nel settore.

Di rilievo nella vicenda la posizione di Claudio Carbonaro, il quale, "dopo aver completato il percorso come collaboratore di giustizia, ha fatto ritorno dal 2013 a Vittoria, dove negli anni 80/90 si era reso responsabile di atroci crimini (tra gli altri più di 60 omicidi), assumendo un ruolo fondamentale per l'associazione mafiosa e ponendosi a capo dello storico clan Carbonaro-Dominante - raccontano gli inquirenti - In questa occasione Carbonaro ha promosso, organizzato e diretto l'associazione, d'intesa con Donzelli Giovanni (concorrente esterno) e con l'ausilio di D'Agosta Salvatore detto ''turi mutanna'', reclutando e coordinando l'attività di raccolta della plastica svolta dai Minardi; quest'ultimi, detti i ''barbani'', avvalendosi della capacità di intimidazione promanante dall'appartenenza al sodalizio e dalla conseguente condizione di assoggettamento e omertà, si assicuravano in via esclusiva la raccolta del prodotto, per poi conferirlo, in esecuzioni dei precedenti accordi, esclusivamente presso le imprese della famiglia Donzelli".

I sequestri

La Procura della Repubblica ha anche richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo di 5 aziende riconducibili agli indagati. Il volume di affari complessivo delle aziende sequestrate ammonta a circa 5 milioni di euro, tra queste quelle appartenenti alla famiglia Donzelli ed all’indagato Longo. È stato nominato un amministratore giudiziario, in modo da consentire la prosecuzione dell’attività imprenditoriale, con salvaguardia dei lavoratori.

Gli indagati

Custodia cautelare in carcere

  1. CARBONARO Claudio, nato a Vittoria (RG) 1959 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti); 
  2. D'AGOSTA Salvatore, nato a Vittoria 1966 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti);
  3. INGALA Giuseppe, nato a Vittoria 1983;
  4. MINARDI Antonino, nato a Vittoria (RG) 1974 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti);
  5. MINARDI Crocifisso, detto "Lucio", nato a Vittoria (RG) il 28.3.1966;
  6. MINARDI Emanuele, nato a Vittoria (RG) 1970 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti);
  7. MINARDI Salvatore, nato a Vittoria (RG) 1974 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti);
  8. TONGHI Giovanni nato a Vittoria (RG) 1981 (indagato per associazione per delinquere di stampa mafioso e tutti gli altri reati ampiamente sopra descritti);
  9. DONZELLI Giovanni, nato a Comiso (RG) 1948 (concorso esterno in associazione mafiosa);
  10. DONZELLI Raffaele, nato a Vittoria (RG) 1973 (concorso esterno in associazione mafiosa). 

Arresti domiciliari

  1. TONGHI Gaetano, nato a Vittoria (RG) 1982 (indagato per tutti gli altri reati sopra ampiamente descritti ad esclusione dell’associazione di stampo mafioso);
  2. LONGO Giovanni, nato ad Acate (RG) 1964 (indagato per tutti gli altri reati sopra ampiamente descritti ad esclusione dell’associazione di stampo mafioso);                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      
  3. MARCELLINO Andrea, nato a Siracusa 1984 (indagato per tutti gli altri reati sopra ampiamente descritti ad esclusione dell’associazione di stampo mafioso);
  4. MINARDI Salvatore, nato a Vittoria 1994 (indagato per tutti gli altri reati sopra ampiamente descritti ad esclusione dell’associazione di stampo mafioso); 

FARRUGGIA Francesco, nato a Vittoria 1977 (indagato per tutti gli altri reati sopra ampiamente descritti ad esclusione dell’associazione di stampo mafioso


 

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