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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Soldi e truffe per aggirare interdittive antimafia, 13 arresti: tra loro anche un avvocato catanese

E' di tredici arresti e il sequestro di beni per un valore di oltre 3 milioni di euro, il bilancio di una operazione condotta dalla guardia di finanza di Enna nell'ambito di una inchiesta per interposizione fittizia, truffa, falso, reimpiego di capitali illeciti e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti

Le mani sui contributi all'agricoltura e truffe per aggirare l'interdittiva antimafia. Tredici gli arresti eseguiti dai finanzieri della Tenenza di Nicosia che hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Caltanissetta. 

All'alba d oggi più di cento militari della guardia di finanza hanno, infatto, dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia cautelari, nell'ambito dell'operazione ''Carta bianca'' nel territorio di Centuripe, Regalbuto, Troina, Adrano, Catania e Randazzo. Sequestrate somme di denaro, società e aziende per oltre 3 milioni di euro.

I reati contestati sono vari: interposizione fittizia, truffa, falso, reimpiego di capitali illeciti. Tra i soggetti destinatari della custodia cautelare anche un avvocato del Foro di Catania e l'ex direttore dell'Azienda Speciale Silvo Pastorale del Comune di Troina. Altri sei sono stati invece sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.

La truffa

Gli indagati sarebbero riusciti, prima, ad assicurarsi indebitamente l’accesso agli aiuti comunitari e, poi, tramite operazioni di ripulitura del denaro di provenienza delittuosa, quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, a rientrare nella disponibilità delle stesse ricchezze.

Grazie alla presunta complicità del direttore di allora dell’azienda Silvio Pastorale, sarebbero riusciti ad ottenere l’accaparramento incondizionato di pascoli demaniali per un totale di oltre 1.181 ettari, al fine dell’illecita percezione di erogazioni pubbliche, senza il rispetto delle procedure “ ad evidenza pubblica”, aggirando fraudolentemente le regole previste dal "Codice antimafia".

I corrispettivi previsti dai contratti sarebbero stati frazionati al fine di eludere il "Codice antimafia" che prevedeva una soglia di 150 mila euro oltre la quale risultava obbligatorio per la pubblica amministrazione richiedere l’informativa antimafia che, nel caso di specie, avrebbe certamente inibito l’accesso alle assegnazioni dei pascoli ad alcuni degli indagati, cosi come è infatti accaduto.

Per contrastare le condotte fraudolenti, furono fissate delle linee guida, con il protocollo di legalità stipulato in data 18 marzo 2015 tra la prefettura di Messina e l’Ente Parco dei Nebrodi, ormai diventata Legge nazionale, con le quali è stato stabilito un nuovo e più stringente obbligo. E’ proprio grazie alle nuove linee guida che è intervenuta la rescissione dei contratti in precedenza stipulati con l’Assp di Troina, con la conseguente perdita delle contribuzioni di origine pubblica.

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