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Cronaca Piazza Università

Unict al vaglio delle classifiche: secondo QS è very large

Censis, Il Sole 24 Ore, Quacquarelli Symonds (QS) hanno giudicato l'Unict. Nello stesso gruppo di Massachusetts, Cambridge, Harvard, Oxford c'è anche Catania, nonostante i 600 gradini più in basso. Ma i risultati coincidono ben poco

Il Censis per “La Repubblica” e "Il Sole 24 Ore", puntualmente, hanno pubblicato le classifiche sul funzionamento dell'Università in Italia. E i giudizi non sono stati proprio positivi sul funzionamento dell’ateneo catanese. Tra i criteri considerati c’erano i servizi offerti, borse di studio e contributi, le strutture universitarie, il web, la capacità di attrarre studenti da fuori regione o stranieri. E molti altri ancora.

Ed ecco arrivare anche la classifica Quacquarelli Symonds (QS) che, per individuare le 700 migliori università al mondo, considera quattro precisi indicatori: la qualità della ricerca, l’occupazionalità dei laureati, le risorse dedicate all’insegnamento e l’impegno per l’internazionalizzazione.

Tirando le somme, quindi, sull' Unict: per Il Sole 24 Ore, l'ateneo etneo occupava la 50^ posizione su una lista di 58 atenei, mentre secondo il Censis, a Catania toccava un punteggio medio di 77.4 (a fronte di un 91.5 per Bologna, punteggio più alto).

Il QS inserisce solo 20 atenei italiani e tra questi figura il nostro che mantiene la stessa posizione dell’anno precedente, con un punteggio di 601, collocandosi prima delle università di Modena e Reggio Emilia, Perugia e Bari.

QS classifica l’unict come un mega ateneo, XL (very large,con più di 30.000 studenti). Cala,però, il punteggio, rispetto al 516 assegnato nel 2005.  Consultando la scheda dell’università di Catania sul sito della QS, che premia quest’anno la MIT del Massachusetts, si legge però il solo profilo della Scuola Superiore di Catania.  Il Capo ufficio stampa del rettorato, Mariano Campo, chiarisce che si tratta di un difetto di fondo, considerato che viene analizzato il funzionamento dell’intera unict, anche se viene presentato il solo link della SSC.

“La Scuola Superiore di Catania è una struttura didattica speciale, d’eccellenza -dichiara il dott. Campo- Nasce nel 1998 come forma sperimentale e, dopo un percorso quinquennale, diventato successivamente decennale, fallisce il tentativo di renderla autonoma, con la creazione di un altro ateneo a tutti gli effetti, anche se più piccolo,per via del trend imposto da Tremonti e dalla Gelmini. Si è rischiata la chiusura, opportunamente evitata dall’inglobamento della SSC-che rimane un collegio- nell’università di Catania”.

A proposito del presunto declino della struttura, il dott. Campo risponde precisando che determinati aspetti del funzionamento sono rimasti invariati. “ E’ ancora mantenuta la rigorosa selezione all’entrata, che mira a fornire una preparazione aggiuntiva agli studenti, anche se, già dagli anni scorsi, sono subentrati i criteri del servizio a pagamento, che considerano il reddito, oltre che il merito. Tuttavia si sta riflettendo su come sia possibile individuare i settori trainanti a Catania, per poter affinare le caratteristiche d’eccellenza, valorizzandone i settori sui quali si vorrebbe investire maggiormente,come quello della fisica,chimica,ingegneria, biotecnologia” conclude Campo.

Quanto alla classifica in questione, viene rilevato che i dati sembrano non essere aggiornati e che i criteri presi in considerazione rispondono alla logica anglosassone dell’agenzia che li elabora di volta in volta. Inoltre, non si capisce perché non vengano presi in considerazione gli atenei di Messina o Palermo. Quanto a Catania, però, il giudizio più severo è formulato da Il Sole 24 Ore; non migliora la situazione con il Censis, visto che il nostro ateneo non rientra tra le prime quattro posizioni di alcun indirizzo specifico, al contrario della già citata Bologna o di  Pavia e Trento. Secondo la QS,Catania viene addirittura prima di Perugia, che occupa la 15^ posizione per il Sole 24ore.

Insomma, sembra non esser proprio chiara la situazione di queste classifiche. Può lusingare il fatto che nello stesso gruppo di Massachusetts, Cambridge, Harvard, Oxford ci sia anche Catania, nonostante i 600 gradini più in basso? Fatto sta che, a detta di moltissimi studenti, l’ateneo sembra non essere all’altezza delle loro aspettative, perché mancano i fondi, perché il contesto lavorativo è scarso e non offre alcuna possibilità futura, perché il mercato non è competitivo,e non ci si sente valorizzati abbastanza.

Intanto il 10 e 11 ottobre ci saranno le elezioni universitarie e dall’anno prossimo in poi, cambieranno i “volti” del rettorato.
 

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