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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Università: nel 2014 Siracusa e Ragusa in rete con Catania

Fra due anni nascerà l'Università "a rete" di Catania, con corsi di studio opportunamente distribuiti tra la sede principale di Catania, e le sedi territoriali aretusea e iblea

"Dal 2014, da quando, cioè, scadranno gli accordi con transazione firmati dall’Università di Catania nel 2010 per il mantenimento delle sedi decentrate di Siracusa e Ragusa, gli oneri delle due nuove strutture didattiche speciali di Architettura e di Lingue e letterature straniere saranno interamente a carico dell’Ateneo”.

Nascerà così l’Università “a rete” di Catania, con corsi di studio opportunamente distribuiti tra la sede principale di Catania, e le sedi territoriali aretusea e iblea. “A patto, però, che le convenzioni attualmente esistenti siano onorate fino all’ultimo giorno, nelle forme pattuite, eventualmente anche con il sostegno del Ministero dell’Università”.

Questo l’annuncio fatto stamattina dal rettore Antonino Recca, nel corso di un incontro che si è tenuto nella Sala Costanza Bruno della Provincia regionale di Siracusa.

Si chiude così una lunga pagina legata all’esperienza del decentramento universitario, attraversata spesso e volentieri da aspri contenziosi e ancor più feroci polemiche mediatiche.

Abbiamo condotto, con rigore e fermezza, una profonda opera di razionalizzazioneha proseguito il rettore - Nel 2006 l’Università di Catania aveva 10 sedi decentrate per un totale di 47 corsi di studio attivati in mezza Sicilia. Ciò ci ha portato ad avere circa 50 milioni di euro di crediti che non abbiamo mai potuto riscuotere. Per questo siamo stati costretti a disattivare progressivamente tutti i corsi, sino a rimanere solo con la sede di Ragusa, per la facoltà di Lingue, e la sede di Siracusa, per la facoltà di Architettura. Due realtà che consideriamo “eccellenti”, ormai stabili e radicate, in cui i nostri docenti riescono ad assicurare, con il loro impegno, un’offerta formativa di qualità assoluta, assai apprezzata dal territorio. Due strutture che vogliamo rendere sempre più attraenti per gli studenti stranieri, tramite lo svolgimento di corsi di studio interamente in inglese”.

“Ma i fatti ci dimostrano aggiunge il rettore Recca - che l’attuale situazione economico-finanziaria del Paese, e della nostra Regione in particolare, ha reso assai difficile l’assolvimento degli obblighi economici derivanti dalle due convenzioni del 2010 posti in capo agli enti pubblici territoriali. E in futuro non dobbiamo aspettarci niente di meglio. Avendo recuperato la propria situazione in termini di equilibrio di bilancio, oggi l’Università di Catania può serenamente pensare di istituzionalizzare, nel prossimo futuro, l’offerta formativa svolta presso le due strutture didattiche speciali, che, a seguito della riforma Gelmini, hanno preso il posto delle tradizionali facoltà, assumendo sulle proprie spalle, alla data di scadenza degli accordi esistenti, i costi del personale docente, e lasciando agli enti locali la possibilità, più consona, di investire sull’aspetto residenziale, sui servizi agli studenti e sul diritto allo studio”.

L’esito di questo nuovo percorso di ridefinizione delle attività legate al decentramento universitario è stato accolto con favore da parte degli altri soggetti firmatari delle due convenzioni del 2010 - le province regionali e i comuni di Ragusa e Siracusa, e il Consorzio universitario ibleo – che, con una lettera da tutti sottoscritta, hanno chiesto ufficialmente un incontro al Ministro Profumo, al fine di concordare, insieme agli esponenti delle deputazioni nazionali di entrambe le province, una forma di concreto e autorevole sostegno sia a questo nuovo processo, “per garantire continuità nell’offerta formativa”, come ha evidenziato il presidente Bono; sia all’inappuntabile rispetto delle transazioni precedenti. Un sostegno ministeriale che non dovrebbe mancare anche in virtù del fatto che tutti gli accordi del 2010 sono stati controfirmati, come ulteriore e prestigioso avallo, dal capo pro tempore della segreteria tecnica del Miur, Giovanni Bocchieri.

 

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