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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Vertenza Myrmex, il movimento M5S chiede un intervento del governo

Erano 73 i dipendenti della società che il gruppo Pfizer nel 2011 ha ceduto all’azienda milanese attiva nel settore della commercializzazione di protesi ortopediche, oggi sono circa una trentina

Il futuro dei ricercatori della Myrmex di Catania è appeso a un filo. E per questo il M5S con un’interpellanza urgente, presentata dalla deputata regionale Angela Foti, chiede al Governo cosa intende fare per il rilancio del centro di ricerca. Erano 73 i dipendenti della società che il gruppo Pfizer nel 2011 ha ceduto all’azienda milanese attiva nel settore della commercializzazione di protesi ortopediche, oggi sono circa una trentina.

“Con questo atto parlamentare – dice Foti – chiediamo al presidente Musumeci e all’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano di venire in commissione a riferire davanti ai lavoratori cosa intendono fare rilanciare il centro di ricerca tossicologica a Catania, anche attraverso la neonata ‘cooperativa di Ricerche Sicilia sulle scienze della vita’, creata dai ricercatori del centro in ambito farmacologico e tossicologico, dopo anni di immobilismo, che potrebbe diventare un centro di eccellenza impiegando professionalità altamente qualificate”. Stando al contenuto dell’Accordo di programma quadro, la Regione si impegnava a stanziare 20 milioni di euro per il rilancio del centro, a fronte del mantenimento dei livelli occupazionali per tre anni da parte della società milanese e la cessione dello stabilimento al prezzo simbolico di un euro in caso di inadempimento, ad attuare iniziative per ‘progetti strategici di rilevante interesse in materia di ricerca scientifica e tecnologica e sviluppo sperimentale’”.

Con una delibera di giunta del 2011 la Regione impegnava la Myrmex a presentare un “progetto di sviluppo”, che prevedeva la realizzazione di una Cell Factory nel sud Italia. “Da allora – aggiunge Foti – l’iter per il rilancio del centro di ricerca è diventato un calvario. I ricercatori, che nel frattempo da 73 sono scesi a circa una trentina sono rimasti senza paracadute sociale dopo un periodo di cassa integrazione ordinaria e poi straordinaria a zero ore, in anticipo e in palese contrasto con la clausola di salvaguardia contenuta nell’Apq e dopo licenziati. Non ci risulta che Myrmex abbia mai avviato procedure per attrarre nuovi investimenti, disattendendo il piano industriale”.

“Il Governo - conclude – venga in commissione a riferire. Questi lavoratori attendono da sette anni un rilancio delle attività”.

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