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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Pfizer, l'angoscia e l'attesa di 200 lavoratori in bilico: "Silenzio assordante dell'azienda e delle istituzioni"

Il piano di tagli comunicato dalla multinazionale del farmaco è lacrime e sangue. I segni della volontà di dismettere erano evidenti da anni e adesso lo spauracchio dei licenziamenti appare, purtroppo, più vicino

Il sogno industriale di Catania, la tanto decantata Etna Valley, si scontra con l'amara realtà che racconta il rifiuto di Intel di investire alle falde del vulcano e il piano di licenziamenti della Pfizer che conterebbe circa 210 esuberi. La situazione della vertenza è esplosiva: se la multinazionale del farmaco dovesse andare dritta per la sua strada sarebbe un colpo mortale per il territorio e per il futuro di 210 famiglie che, in questi anni, hanno preso impegni e hanno impostato la loro vita sul lavoro nell'azienda produttrice di farmaci.

Andando in ordine cronologico le avvisaglie sulle "cattive intenzioni" di Pfizer c'erano tutte. "Per il prossimo triennio Pfizer - spiega Angelo Mirabella, Rsu dell'Ugl nonché componente della segreteria del sindacato - ha annunciato investimenti per 27 milioni. Il triennio precedente ammontavano a 34 milioni. Si tratta di cifre che possono sembrare ingenti ma in realtà, per quello che produciamo, bastano appena per la manuntenzione degli impianti. Quindi da tempo si percepiva un disimpegno dell'azienda e adesso ne abbiamo certezza dalla viva voce dei loro rappresentanti".

Basti pensare che nello stabilimento di Ascoli Piceno un'azienda controllata dal gruppo Pfizer vedrà investimenti, in un anno, di 40 milioni per la produzione della pillola anti Covid. Un disallineamento dovuto a un calo di produzione nello stabilimento catanese: "Dopo quasi otto mesi di silenzio totale da parte dell'azienda - prosegue ancora Mirabella - l'azienda ci ha convocati in un tavolo nazionale e lì ci ha comunicato il calo di commesse e l'intenzione di avviare il licenziamento collettivo per 130 unità che sono a tempo indeterminato e il mancato rinnovo di 80 unità a tempo determinato".

Cosa si produce a Catania?

Nello stabilimento etneo si producono farmaci iniettabili a base di penicillina e vi sono maestranze preparate ed esperte. Il calo della produzione investe uno specifico antibiotico a base di penicillina per cui la richiesta si è abbassata drasticamente, passando dai 12 ai 15 milioni di flaconi ogni 12 mesi negli anni dal 2017 al 2019 sino ai 3 milioni di flaconi nell'ultimo anno. 

La produzione di farmaci inettabili richiede un livello di specializzazione elevato ma la perdita di alcune commesse cinesi per la Pfizer ha determinato la volontà di rimodulare il suo impegno a Catania. Quindi che fare? L'azienda ha ventilato - per alcuni dipendenti che rientrerebbero nel novero dei licenziati a tempo indeterminato - il possibile spostamento nell'azienda di Ascoli Piceno. 

"Ci sono oltre 200 persone in bilico - illustra l'esponente dell'Ugl Mirabella -. Persone che, anche a tempo determinato, lavorano per Pfizer da oltre otto anni e hanno sviluppato competenze e specializzazione. Un lavoro che li ha portati a costruire famiglia, prendere impegni economici. I lavoratori non possono essere lasciati in mezzo a una strada: sarebbe una condanna senza possibilità di appello, visti i tempi difficili del mondo dell'occupazione". Dopo la comunicazione degli esuberi vi sono circa 70 giorni per poter cercare una conciliazione con l'azienda e le sigle sindacali hanno già chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.

"Abbiamo vissuto un silenzio assordante - conclude Mirabella - sia da parte dell'azienda sia da parte delle istituzioni. Il silenzio non è mai positivo: se un'azienda disinveste pesantemente è una brutta tegola per il territorio. Abbiamo preannunciato uno sciopero per il prossimo 4 marzo e abbiamo sollecitato il governo regionale e quello nazionale con la speranza di avere interventi concreti". Interventi che però non possono riguardare la ventilata produzione di vaccini a Catania: per adeguare gli impianti al fruttuoso business servirebbero anni e quindi l'ipotesi è molto remota.

Le reazioni della politica

Sulla vertenza Pfizer è intervenuto l'ex sindaco Enzo Bianco che ha parlato di un atto "inaccettabile e scorretto" dell'azienda. "Da più parti avevamo chiesto di destinare il sito di Catania alla produzione dei vaccini anti Covid - aggiunge Bianco - ma l'azienda farmaceutica, che nel contempo ha registrato un notevole incremento di fatturati e guadagni grazie alla pandemia, non solo ha rifiutato, anzi neppure ha risposto, ma sta provvedendo al depotenziamento della sede. Una scelta crudele che + senza dubbio figlia di un disinteresse nei confronti della nostra realtà da parte di alcune grandi aziende".

"Dobbiamo fare fronte comune per ridare credibilità alla nostra città, penalizzata anche dalla mancanza, oltre che dal basso profilo, di gran parte della dirigenza politica. Come purtroppo ripeto da sin troppo tempo "semu ne manu di nuddu". Dobbiamo cambiare questa situazione - conclude Bianco -. Riprendere, ad esempio, il sogno dell'Etna Valley dimenticato dalle amministrazioni competenti. Non possiamo permetterci e permettere che Catania continui ad essere penalizzata in ogni settore, dobbiamo riprenderci la giusta reputazione e il ruolo che compete a quella che aspira, o aspirava, di diventare una grande metropoli europea". 

L'esponente di Rifondazione Comunista Mimmo Cosentino ha aggiunto: "Il governo Draghi e la giunta regionale hanno il dovere di intervenire immediatamente per trovare una soluzione che veda il potenziamento delle attività produttive dello stabilimento catanese. Invitiamo il sindacato a organizzare senza remore una mobilitazione non rituale, che, seguendo l’esempio delle lotte del collettivo dei lavoratori Gkn, porti a risultati efficaci e non contingenti".

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