Viale Africa, costringeva la figlia e altre due ragazze a prostituirsi: arrestato
La vittima, una ragazza 20enne giunta dalla Romania da poche settimane, era stata convinta dal padre a raggiungerlo in Italia dove quest'ultimo svolgeva un lavoro onesto in grado di garantire una vita serena ed agiata ad entrambi
Due importanti operazioni antiprostituzione sono state condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante e hanno portato all' arresto di 4 persone e alla denuncia di altre 2 per reati connessi allo sfruttamento della prostituzione.
Nella prima operazione, che ha visto coinvolti tutti soggetti di origini rumene, sono stati arrestati in flagranza di reato L.T., di 48 anni, M.T. di 41 anni, e A.B. 30enne, quest’ultima di sesso femminile, come la quarta connazionale 34enne denunciata in stato di libertà.
L’episodio da cui è scaturita l’attività investigativa è accaduto circa una settimana fa quando nell’ambito di un servizio notturno di controllo del territorio lungo il viale Africa una pattuglia dell’Arma ha notato 3 individui che strattonavano e malmenavano violentemente una ragazza. I Carabinieri hanno immediatamente interrotto il pestaggio e condotto aggressori e vittima nella caserma di Piazza Dante per i primi accertamenti. Dallo sviluppo delle indagini è successivamente emerso che la vittima, una ragazza 20enne giunta dalla Romania da poche settimane, era stata convinta dal padre a raggiungerlo in Italia ove quest’ultimo svolgeva un lavoro onesto in grado di garantire una vita serena ed agiata ad entrambi. Appena giunta a Catania, la malcapitata si è però trovata di fronte ad una situazione agghiacciante e completamente diversa. Il genitore, con la complicità dello zio paterno, anch’egli dimorante in città da qualche tempo, e di un’altra coppia di connazionali, l’hanno costretta sin da subito a prostituirsi.
La giovane, alla quale il padre ha immediatamente ritirato i documenti per impedirle di tornare in Patria, è stata infatti quotidianamente sottoposta a violenze e minacce, e costretta a trascorrere ogni notte in viale Africa. Tutti gli introiti percepiti dalla ragazza dovevano essere immediatamente consegnati al suo rientro a casa al padre, che li spartiva con la sua convivente ed il fratello. L’operazione ha consentito di liberare dagli aguzzini non solo la povera 20enne ma anche altre due vittime, anch’esse rumene, di 28 e 30 anni, che versavano nelle medesime condizioni di assoggettamento e privazione della libertà: anche loro costrette con soprusi a prostituirsi dopo essere state indotte con l’inganno e con false promesse degli sfruttatori ad emigrare in Italia dalla terra di origine. Le tre ragazze erano obbligate a rincasare ogni mattina in due abitazioni del centro storico ove dovevano convivere con i loro aguzzini, senza alcuna libertà o possibilità di muoversi poiché prive dei documenti, senza denaro, e continuamente intimorite dalle violenze e minacce degli sfruttatori.
I 3 malviventi, tutti con precedenti penali, sono ritenuti responsabili dei gravi reati di sfruttamento della prostituzione, tratta di persone e riduzione in schiavitù. Gli stessi sono stati condotti nel penitenziario di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, la quale dopo aver convalidato gli arresti ha disposto la custodia cautelare in carcere nei loro confronti. Nei confronti della 34enne denunciata, l’accusa di concorso per il reato di sfruttamento della prostituzione, in quanto ritenuta responsabile di aver fornito indicazioni agli arrestati circa i movimenti della 20enne mentre era sulla strada.
Nella seconda operazione, sempre i Carabinieri di Piazza Dante hanno eseguito nei confronti di L.F., del ’67, di origini rumene, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Catania per sfruttamento della prostituzione, e sottoposto all’obbligo di dimora un 51enne pregiudicato, italiano. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i Carabinieri hanno accertato che gli uomini hanno costretto due ragazze ventenni, reclutate in Romania, a prostituirsi in Viale Ionio, percependone gli introiti derivanti dalla loro prostituzione. Anche in questo caso, le due giovani sono state private di ogni libertà appena giunte in Italia dal Paese di origine, trovandosi senza documenti né denaro per fuggire dai propri aguzzini.