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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Meccanico violento e alcolizzato perseguitava una 43enne: si aprono per lui le porte del carcere

Nei primi giorni di agosto, l’uomo si era recato per due volte dalla compagna per chiederle di riallacciare il loro rapporto. In una di queste occasioni, in particolare, era talmente ubriaco che si era poi addormentato sul pianerottolo del palazzo. Successivamente è riuscito ad entrare in casa e picchiarla

La procura etnea ha richiesto ed ottenuto nei confronti di un 44enne indagato per atti persecutori la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dai carabinieri della stazione di Piazza Verga. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati specializzati nei reati inerenti la violenza di genere, hanno fatto luce sulla condotta persecutoria posta in essere da diverso tempo dall’uomo nei confronti della ex compagna 43enne. I due avevano intrattenuto un rapporto sentimentale per cinque anni e, nello scorso mese di luglio, avevano deciso d’intraprendere una convivenza che è durata soltanto 15 giorni a causa del comportamento dell’uomo. Quest’ultimo, alcolizzato, aveva tenuto in più occasioni dei comportamenti violenti ed oltraggiosi nei confronti della compagna per la quale nutriva una morbosa ed asfissiante gelosia.

L’uomo, meccanico di professione, richiedeva sempre denaro alla donna che, settimanalmente, gli elargiva piccole somme destinate all’acquisto di alcolici per il compagno, che facevano aumentare l’indole aggressiva con manifestazioni violente, verbali e fisiche, nei confronti della poveretta. "sei una (…) vai a prostituirti così porti i soldi a casa. - le diceva - Te la faccio finire male, ti faccio sparire dalla circolazione". In un'altra occasione si è appropriato del cellulare della donna verificandone i contatti sui social network e pretendendo che gli fornisse delucidazioni sui sulle sue attività online, limitando le sue frequentazioni virtuali. Stanca di tali comportamenti, la donna già nel 2019 gli aveva manifestato la propria volontà di interrompere la relazione, suscitando la sua reazione. I quel caso, l’aveva afferrata per i polsi e schiaffeggiata.In un’altra occasione, mentre si trovavano in auto, aveva tenuto una condotta di guida dissennata per incuterle paura, mettendo in pericolo pedoni e automobilisti. La donna in passato aveva sporto due querele nei confronti del compagno, una delle quali successivamente rimessa per pressioni di quest’ultimo.

"Se mi lasci te la faccio finire male - le aveva detto minacciandola - stai attenta per strada che ti butto la macchina addosso! Occhio quando esci da casa". Nel breve periodo di convivenza, il compagno si è lasciato andare a continui insulti e minacce. Una volta, rimproverato da quest’ultima per il suo stato di ubriachezza, le aveva intimato di abbandonare immediatamente l’abitazione tanto che la donna era stata costretta a chiamare i carabinieri che erano riusciti a calmare e convincere l’uomo ad allontanarsi, non prima però che, in loro stessa presenza, le si rivolgesse dicendole: " domani vedi come te la faccio finire". Nei primi giorni di agosto, infine, l’uomo si era recato per due volte dalla donna per chiederle di riallacciare il loro rapporto sentimentale ed in una di queste occasioni, in particolare, era talmente ubriaco che si era poi addormentato sul pianerottolo del palazzo. Lo scorso 15 agosto, al culmine dell’ira, sfruttando la casualità dell’apertura della porta dell’abitazione della donna, si era introdotto all’interno dell’appartamento colpendola con schiaffi, sbattendole la testa contro il muro e distruggendo mobili e suppellettili. Tanto che il frastuono provocato aveva indotto i vicini a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. mettendo in fuga lo scalmanato prima del loro arrivo. Le ferite, refertate dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, e lo stato di profonda prostrazione psicologica in cui versava la poveretta, hanno indotto la donna a riferire tutto ai carabinieri.Le prove fornite da loro alla procura hanno consentito al giudice di emettere la misura cautelare della custodia in carcere che ha posto fine al suo incubo.

Presso il comando provinciale di piazza Verga è presente un'aula appositamente dedicata alle donne che intendono sporgere denuncia per reati inerenti la violenza di genere: si ricorda che in questi casi rivolgersi tempestivamente alle forze dell'ordine è fondamentale per interrompere la spirale di violenza.

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