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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Obbligano una donna a rimettere la denuncia: "Sei una sbirra"

Agli arresti domiciliari, grazie ai carabinieri, sono finiti una 45enne ed un 26enne

I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Catania e posto agli arresti domiciliari un donna di 45 anni ed un 26enne per violenza privata, reato commesso nei confronti di una donna di anni 38. La vicenda che ha coinvolto i due è legata all’esecuzione delle misura di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un 29enne il mese scorso.

Il tutto avvenne in seguito alla denuncia sporta dalla 38enne, convivente di quest’ultimo che risulta essere rispettivamente figlio della prima ed amico del secondo. La donna è stata nuovamente costretta a chiedere l’aiuto dei carabinieri poiché i due, al fine di farle ritrattare le accuse che avevano precedentemente determinato il provvedimento cautelare nei confronti del giovane catanese, è stata oggetto di pesanti minacce.

In più occasioni la donna era stata infatti minacciata di morte, insieme ai figli, nonché “invitata” dall’amico del detenuto a richiedere la protezione dei mafiosi del quartiere e, quando lei gli aveva risposto che si sarebbe rivolta ai carabinieri, le hanno detto: "A posto!!! Tu sii sbirra, sii sbirra!". Come se non bastasse alle minacce si era unita anche l’attuale fidanzata del detenuto che, telefonicamente, diceva alla poveretta che avrebbe bruciato la sua casa con i figli ancora all’interno. Alle minacce si era unita anche la madre dell’arrestato che quindi una mattina, a bordo della sua autovettura, aveva inseguito la malcapitata inducendola,  a rimettere la querela nei confronti dell’amico del figlio e della sua fidanzata . Ma per la poveretta, purtroppo, non erano ancora finiti i guai. I familiari del detenuto infatti, non comprendendo che questa procedura non poteva essere adottata anche nei confronti di quest’ultimo, perchè si stava procedendo d’ufficio per i reati contestatigli, continuavano a renderle impossibile la vita determinando così da parte dell’autorità giudiziaria l’adozione del provvedimento cautelare a loro carico.

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