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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Gli aumenti sull'assegno unico dal 2023 e l'ipotesi del quoziente familiare

Il governo vuole premiare le famiglie numerose e studia una rimodulazione degli importi. Intanto da gennaio scatta l'adeguamento automatico all'inflazione

Ritoccare l'assegno unico rendendolo più sostanzioso per chi ha molti figli. La ministra per la famiglia Eugenia Roccella lo ha detto e ribadito in varie occasioni: "Concettualmente la misura è giusta", ma "va corretta e riformulata perché così com'è sappiamo benissimo che penalizza proprio le famiglie numerose". Quali sono dunque le modifiche in arrivo? Andiamo con ordine. 

Quali sono gli importi oggi

Oggi l'assegno va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico. Per i figli tra i 18 e i 21 anni, l'importo varia dai 25 euro al mese a un massimo di 85 euro. Sono previste poi delle maggiorazioni: per ciascun figlio dal terzo in poi il contributo viene aumentato di una quota che va da 15 euro (per redditi superiori a 40mila euro) a 85 euro (per redditi fino a 15mila). A chi ha 4 o più figli a carico è inoltre riconosciuta una maggiorazione forfettaria di 100 euro. 

Gli aumenti automatici dal 1° gennaio 

Nel 2023, lo spiegavamo solo ieri, gli importi saranno ritoccati all'insù perché, al pari di altre prestazioni Inps, l'assegno unico è correlato all'andamento dell'inflazione. Conti alla mano, gli aumenti potrebbero variare da 4 euro (per chi oggi ne percepisce 50) a una quindicina di euro per coloro che hanno invece diritto all'assegno pieno. Nel 2023 il valore massimo del beneficio dovrebbe dunque attestarsi sui 190 euro. Al contempo verrebbero però rivalutate anche le soglie Isee: quella per avere diritto all'importo più alto, oggi fissata a 15mila euro, dovrebbe salire di poco sopra i 16mila euro.

Come cambierà l'assegno unico con il governo Meloni

Fin qui ci siamo limitati a riferire degli adeguamenti "automatici" previsti dal decreto legislativo n. 230 del 29 dicembre 2021. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire come cambierà la misura.

Iniziamo col dire che in campagna elettorale Fratelli d'Italia ha promesso di aumentare ulteriormente gli importi: fino a 300 euro al mese per il primo anno di ogni figlio, fino a 260 euro dal secondo anno di vita fino ai 18 anni e mantenimento dell'attuale assegno fino a 21 anni. Le parole della ministra Roccella però autorizzano a pensare che la misura subirà un restyling ben più profondo, proprio nell'ottica di premiare le famiglie numerose.

Al "Sole 24 Ore" Roccella ha detto che sta lavorando "per rendere il sostegno proporzionale al numero dei figli". In che modo il governo intenda agire non è ancora chiaro, ma una delle ipotesi (ne parla oggi proprio il quotidiano di Confindustria) è quella di depotenziare il parametro dell'Isee a favore di un meccanismo basato sul quoziente familiare: più la famiglia è numerosa, meno alto risulterà il reddito ai fini del calcolo del beneficio. La conseguenza, semplificando, è che chi ha più figli percepirà un assegno più alto.

Come funziona il quoziente familiare

Il sistema del quoziente familiare (lo abbiamo già spiegato qui) prevede infatti di sommare i redditi dei coniugi e dividere tutto per un coefficiente legato al numero dei componenti della famiglia. Il governo ha introdotto proprio questo meccanismo per stabilire il limite di reddito che dà accesso al superbonus ai proprietari di abitazioni unifamiliari, ma l'idea è quella di estenderlo anche al calcolo dell'Irpef ripensando da capo il sistema fiscale. Non subito, certo. Si tratterebbe, d'altra parte, di una rivoluzione copernicana.

La maggioranza, con Fdi in testa, intende introdurre questo strumento gradualmente. Per ora il quoziente familiare ha già debuttato nel decreto Aiuti quater, ma potrebbe servire ancora per rendere l'assegno unico più appetibile per le famiglie numerose, contribuendo così - questo almeno è l'auspicio di Fratelli d'Italia - a contrastare la denatalità.

Quando debutterà il nuovo assegno unico?

Come spiegavamo sopra, l'adeguamento automatico all'inflazione scatterà in automatico da gennaio. Ma sulla rimodulazione degli importi a favore delle famiglie numerose non c'è nessuna certezza. 

Secondo alcuni quotidiani le modifiche potrebbero essere inserite già nella prossima legge di bilancio per entrare in vigore a partire dal 2023. L'associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) ha però fatto sapere, a margine di un incontro con Roccella avvenuto giovedì, che nel corso del confronto la ministra avrebbe "sottolineato i margini pressoché inesistenti per intervenire sulle misure della prossima legge di stabilità, stante i tempi ristrettissimi nei quali deve essere presentata".

Ciò non significa che bisognerà aspettare il 2024 perché il restyling potrebbe vedere la luce anche con un decreto ad hoc. Dipenderà, certo, anche dalle risorse che l'esecutivo riuscirà a reperire.

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