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Economia

Bollette: cosa ci sarà nel primo decreto del governo Meloni

Allo studio il nuovo intervento sul caro energia, per estendere a fine anno tutto il pacchetto attuale degli sconti. Un altro bonus anti-inflazione di 150 euro è improbabile. Sarà solo la nuova legge di bilancio, da scrivere in poche settimane, a dare un'idea più chiara di cosa ha in mente l'esecutivo

In teoria c'è ancora un passaggio determinante, la fiducia delle Camere, ma numeri alla mano stavolta è davvero solo una formalità. Il discorso ai ministri, per buona parte, è 'motivazionale', come è giusto aspettarsi nel 'primo giorno di scuola'. Giorgia Meloni riunisce il suo primo Consiglio dei ministri dopo un passaggio di consegne con Mario Draghi che sin dall'accoglienza lascia trasparire tanto l'emozione quanto la confidenza. Quasi un'ora e mezza di colloquio (mai un passaggio di consegne era stato così lungo) dopo aver ricevuto quegli onori militari che definisce "emotivamente impattanti". La durata non convenzionale racconta anche dei tanti dossier che passano di mano: dalla guerra in Ucraina, alla questione bollette fino all'attuazione del Pnrr. Negli ultimi venti minuti dell'incontro, quando si sono aggiunti Garofoli e Mantovano (il sottosegretario uscente alla Presidenza Roberto Garofoli e il suo successore), sono invece stati affrontati i temi concreti, a partire dal caro-bollette, dall'attuazione del Pnrr e dalla legge di bilancio che quest'anno dovrà essere scritta a tempi di record. L'impianto tecnico è stato già messo a punto dal Mef, ma deve essere completato. Però, spiega un ministro, "credo che sarà una manovra molto tecnica. Le risorse sono quelle che sono e i tempi strettissimi, gli interventi più complessi saranno fatti in seguito". Poi, dunque, il primo Consiglio dei ministri che serve a formalizzare la nomina di Alfredo Mantovano come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'assegnazione della carica di vicepremier a Antonio Tajani e Matteo Salvini, la distribuzione delle competenze ai ministri senza portafoglio. Ma torniamo alle bollette, emergenza che riguarda i portafogli di milioni di italiani.

Caro bollette, cosa farà il governo Meloni

L'esecutivo deve andare di corsa. Ci sarà, forse già entro la fine della seconda settimana di novembre un nuovo intervento sulle bollette, per estendere a fine anno quasi tutto il pacchetto attuale degli sconti a favore delle imprese e delle famiglie. L'obiettivo è di ampliare la platea dei beneficiari dei sostegni, dopo le promesse elettorali, ma non sarà facile farlo. C'è in primis da verificare quante risorse saranno realmente disponibili per prorogare e intensificare gli aiuti. L'ultimo mese dell'anno è rimasto scoperto, e tocca così al nuovo esecutivo decidere come muoversi: il nuovo decreto "Aiuti 4" è in cima alla lista. Verrebbero confermate, queste le intenzioni, le detrazioni a favore delle imprese, rafforzando dall'altro lato i bonus sociali per i nuclei più in difficoltà che verrebbero anche erogati con un meccanismo automatico (da definire).

Non è semplice capire come potrebbe agire su questo versante il governo. Si è studiato infatti un meccanismo per rafforzare il bonus sociale sulle bollette delle famiglie meno abbienti, con l’obiettivo prima di tutto di semplificarlo e renderlo automatico. L’idea è quella di garantire il bonus, che abbatte i rincari di energia elettrica e gas, ai contribuenti con i redditi più bassi, scollegandolo dal parametro dall’Isee (il tetto ora è a 12mila euro) che deve essere richiesto dalle famiglie. Proprio questo passaggio, come mostrano i monitoraggi ministeriali, si è rivelato un ostacolo non piccolo all’utilizzo effettivo dell’aiuto. Perché molte delle famiglie interessate non sono a conoscenza del bonus, nonostante sia indicato chiaramente in bolletta, e quasi metà delle risorse stanziate non sono state per ora sfruttate a dovere. Un peccato e una dimostrazione che c'è qualcosa che non va. Da prorogare poi lo sconto di 30 centesimi sulle accise sui carburanti che scade il 18 novembre. A disposizione ci sarebbero circa 10 miliardi di extragettito già certificati dal governo uscente. Ma non è escluso che agli sconti sulle bollette si possano aggiungere altri misure anti-crisi reperendo risorse aggiuntive dalle classiche pieghe di bilancio.

Tutte le notizie di oggi In ogni caso, sarà senz'altro prorogato il credito di imposta a favore delle imprese e delle attività commerciali alle prese con il caro bollette. Costa tanto, 4,7 miliardi, e prevede una aliquota del 40% per le imprese energivore e del 30% per quelle più piccole che impegnano energia elettrica con una potenza dai 4,5 kilowatt. Le misure sono dedicate a quelle imprese che hanno registrato aumenti almeno del 30% dei costi delle loro forniture di luce e gas rispetto al 2019, l'ultimo anno pre-Covid. Per le famiglie su questo versante novità sostanziali non sono attese, almeno in questo decreto, perché sono state già estese fino al 31 dicembe dal governo uscente sia la cancellazione degli oneri di sistema sia la riduzione al 5% dell'Iva pagata sul metano. Si va verso una moratoria di sei mesi per chi è indietro coi versamenti, in modo superare l'inverno e arrivare alla primavera. Le associazioni dei consumatori chiedono rateizzazioni più lunghe, che vadano oltre i 10 mesi attuali, e il governo potrebbe essere ricettivo su questo punto. Si affilano le armi legali contro le società. Dai consumatori partono esposti in procura e azioni inibitorie. Le società energetiche rischiano di dover rispondere nei tribunali di possibili pratiche scorrette e illeciti a danno dei propri clienti. Dopo il richiamo di Arera, l’istruttoria avviata dall’Antitrust nei confronti di 4 aziende di luce e gas e la richiesta di informazioni inoltrata dalla stessa Authority ad altri 25 operatori dell’energia, le associazioni dei consumatori affilano le armi contro le imprese del mercato libero e avviano una nuova battaglia legale a tutela degli utenti.

Nuovo bonus anti-inflazione di 150 euro molto improbabile

Come detto, imprese a parte, per le famiglie è solo sul possibile bonus sociale da 150 euro circa che ci possono essere novità già nel prossimo decreto. Ma l'ipotesi è remota. La replica del bonus anti-inflazione da 150 euro in teoria è fattibile, perché la Nadef lascia margini per circa 9,4 miliardi, assorbiti solo per metà dalla proroga dei crediti d’imposta. Ma la prima urgenza del governo Meloni diventa quella di allargare i margini per la legge di bilancio in arrivo. Sarà solo la nuova legge di bilancio, da scrivere in poche settimane, a dare un'idea più chiara di cosa ha in mente il governo Meloni. Dal decreto "Aiuti 4" non emergeranno grosse novità.

Fonte: Today.it

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