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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Nuovi cartelli e nuova app: cosa farà il governo Meloni per i prezzi di benzina e diesel

L'esecutivo tira dritto. Resta (per ora) l'obbligo per i distributori di esporre la cartellonistica con la media dei prezzi di riferimento accanto a quelli praticati. Ma ci sono anche altre possibili novità all'orizzonte (emendamenti permettendo)

Resta l'obbligo per i distributori di benzina di esporre i cartelloni con la media dei prezzi di riferimento accanto a quelli praticati. Lo prevede l'emendamento del governo al dl sulla trasparenza. Previsto anche l'arrivo di un'app per consultare tutti i prezzi. Oggi prevista una riunione di maggioranza per fare un punto.

Benzinai, cartelloni e Qr code: le ultime notizie

Sulla benzina l'esecutivo non cede sull’obbligo di esporre il cartello con "la media aritmetica" dei prezzi, ma il parlamento sembra preferire altre strade : maggioranza compresa. L'emendamento al Dl Trasparenza depositato ieri mattina dal governo conferma che i benzinai dovranno adeguare la cartellonistica. Via dunque ai nuovi obblighi di indicare il prezzo medio nazionale per gli impianti autostradali, e quello medio regionale per gli altri. Gli emendamenti parlamentari vanno quasi tutti invece nella direzione di un QrCode sostitutivo del cartello.

I nuovi cartelli (e le sanzioni) erano stati la miccia dello sciopero (poi dimezzato) del mese scorso. Critiche sono arrivate dalle associazioni dei consumatori, ma soprattutto pesano quelle dell'Antitrust, che nel corso di una audizione parlamentare aveva rilevato come la pubblicizzazione del prezzo medio non solo non sia di aiuto per gli automobilisti, ma potrebbe spingere i gestori a uniformare le tariffe, sì, ma verso l’alto e non verso il basso. Obiezioni accolte senza riserve da opposizione ma anche da ampie fette di maggioranza, con l'eccezione proprio di Fratelli d'Italia. La proposta più condivisa è quella di sostituire il cartello con un QrCode che, attraverso il collegamento con il sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy, permetta di verificare sia il prezzo medio che quello degli impianti più vicini.

Piccolo problema: di questo QrCode, nonostante se ne fosse discusso nel corso degli incontri tra il ministro delle Imprese Adolfo Urso e le organizzazioni dei benzinai nei giorni che hanno preceduto lo sciopero, nell’emendamento dell'esecutivo Meloni non si parla più. Silenzio assoluto. Ci sono invece riferimenti a una futura app, per la quale vengono stanziati 500 mila euro nel 2023 e poi 100 mila annui dal 2024 per sostenere le spese di gestione, ma che non sostituisce il contestato cartello, si limita ad affiancarlo.

Resta da capire che parere darà però il governo a tutti gli emendamenti che chiedono l’eliminazione dei cartelli con il prezzo medio e delle sanzioni ai gestori che non si adeguano. Secondo il forzista Luca Squeri (ex rappresentante della categoria dei distributori di benzina nella Confcommercio), "il ministro Urso aveva detto che il parlamento avrebbe dato il suo contributo al miglioramento del decreto. Il Parlamento lo ha fatto, seguendo le indicazioni dell’Antitrust sul prezzo medio. Non credo quindi che si arriverà a un muro contro muro". 

M5s contro governo Meloni: "Va allo scontro con i gestori"

"Errare è umano, anche se al governo Meloni capita praticamente con cadenza quotidiana. Perseverare però è diabolico, ed è quello che sta accadendo con il Dl Carburanti, dove la premier e il ministro Urso hanno deciso di andare allo scontro totale con la categoria dei gestori dei distributori. Non sono bastati gli avvertimenti di Antitrust, associazioni di settore ed esperti vari: l’esecutivo insiste nel rendere inamovibile l’obbligo di esposizione del prezzo medio. Un dato che, come specificato dal Garante, non solo è scarsamente indicativo in larga parte del paese, ma che finisce per focalizzare all’insù le tariffe". Così i deputati M5s in commissione Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti.

"E a nulla servono le sanzioni più soft - continuano - dalla maggioranza resta chiara l’intenzione di voler considerare tutti i benzinai come potenziali speculatori o furbacchioni. Con questo muro contro muro, il prezzo di diesel e benzina è destinato a rimanere smodato per mesi. Il M5s ha messo sul piatto proposte emendative costruttive, a partire appunto dallo stop alla cartellonistica del prezzo medio fino alla richiesta di un’asticella più alta sulle fasce di reddito per i bonus benzina, passando per un rafforzamento dei poteri di sorveglianza di Mr. Prezzi". "Il governo però al momento va avanti a testa bassa, incurante di ogni forma di suggerimento. Da ieri inoltre c’è l’incognita dell’embargo al petrolio russo, che nei prossimi giorni potrebbe portare a nuove impennate dei prezzi. Noi proporremo un nutrito pacchetto di subemendamenti, perché il decreto così com’è non risolve nulla, e l’unica cosa che genera è l’ira degli operatori del settore. L’auspicio è che dalle parti del governo qualcuno porti la premier e il ministro a più miti consigli", concludono.

Le altre reazioni

"Ancora una volta Angac fa sentire la sua voce fuori dal coro. Nel disaminare con lucidità ed oggettività gli emendamenti correttivi al Dl Benzina, allontanandosi dal coro di critiche alle determinazioni del Governo, manifesta il proprio apprezzamento per l’introduzione del comma 7 bis che prevede una verifica da parte del Garante per la sorveglianza dei prezzi sulla variazione degli stessi lungo la filiera e i cui esiti verrebbero trasfusi in una relazione trimestrale resa pubblica sull’osservatorio prezzi e tariffe del Ministero delle Imprese e del Made in Italy", si legge in una nota dell'Associazione nazionale gestori autonomi carburanti (Angac).

Assoutenti ritiene che "tutto ciò che favorisce la trasparenza e la semplificazione nella comunicazione dei prezzi ai consumatori è positivo, ma il faro va puntato sulle speculazioni che avvengono prima dell’arrivo dei carburanti ai distributori". "Il vero problema dei prezzi dei carburanti si insinua nella fase che va dall'acquisto del petrolio alla sua raffinazione fino alla vendita di benzina e gasolio alla pompa – spiega il presidente Furio Truzzi – Passaggi in cui si accumulano ricarichi ingiustificati che generano enormi extra-profitti per società petrolifere e intermediari e fanno crescere il prezzo ai distributori, e su cui manca del tutto trasparenza. Proprio per questo riteniamo di grande importanza l’istituzione e il funzionamento della commissione di allerta rapida sui prezzi prevista dal 199 bis del disegno di legge per consentire al governo interventi efficaci in caso di anomalie nei listini", conclude Truzzi.

Fonte: Today.it

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