Poste Italiane: niente bonus per le donne in maternità
Il nuovo accordo delle Poste Italiane prevede che le future mamme, al pari dei lavoratori in infortunio, dei malati di gravi patologie e di chi subisce ricoveri in ospedale, non avranno più diritto al Bonus Presenza pari a 140 euro
Da qualche giorno è scoppiata una "bufera" all’interno delle Poste Italiane. L'azienda, infatti, ha siglato un accordo separato con UilPoste, Failp-Cisal, Confsal Com e UglCom (il 22% della rappresentanza sindacale in azienda) che stabilisce che le donne che avranno un figlio perderanno il diritto al bonus presenza, pari a 140 euro. Un accordo che considera, quindi, la maternità al pari della malattia.
“Questo obbrobrio è stato firmato – dichiara Orazio Civello del Coordinatore Provinciale Poste di Catania - dalla Uil poste e dalle tre sigle autonome Ugl, Confsal e Failp. Un accordo che danneggia la maggior parte dei lavoratori dell’azienda, i dati ufficiali mostrano come il 51% dei dipendenti di Poste e' donna”.
Le sigle sindacali Slc Cgil e Slp Cisl, hanno inviato al ministro Elsa Fornero, responsabile del dicastero del Lavoro e delle Pari Opportunità, una lettera in cui chiedono la revoca del Bollino Rosa – ovvero il Bollino S.O.N.O, Stesse Opportunità, Nuove Opportunità – assegnato all’azienda dal ministero del Lavoro nel 2007 e chiedendo un’attenzione particolare per un grave atto discriminatorio che potrebbe essere emulato anche da altre aziende.
“L'azienda da almeno 10 anni – continua Orazio Civello - vanta la chiusura dei bilanci annuali in positivo. Se ogni anno i bilanci di poste sono in utile, non e' per la qualità dei suoi dirigenti centrali ma bensì per la risultanza dei suoi dipendenti e, questo accordo risulta essere l' ennesima beffa ai danni di donne e uomini che operano in questa azienda e dimostra che un management poco fattivo sta sempre più operando per distruggere un patrimonio sociale di enorme importanza”.