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Economia

Chiudono i punti nascita di Bronte e Paternò, medici promuovono riforma

A promuovere il piano previsto dal decreto sul riordino dei punti nascita, i rappresentanti delle Associazioni di ginecologi e ostetrici: " E' il frutto di due anni intensi di lavoro di un tavolo tecnico"

Sulle polemiche in merito alla chiusura di alcuni punti nascita in Sicilia, l'Assessore Massimo Russo dichiara:" Chiudono i punti nascita, ma i parti ora saranno più sicuri". A promuovere il piano previsto dal decreto sul riordino dei punti nascita, i rappresentanti delle Associazioni di ginecologi e ostetrici. Paolo Scollo, vicepresidente nazionale della Sigo ( Società italiana di ginecologia e ostetricia), è soddisfatto: "Siamo tra le prime regioni italiane ad avere una norma che garantisce la qualità a tutti i livelli: delle pazienti e dei bambini in primis, ma anche del personale". I dati, infatti, sulla pericolosità dei parti che avvengono in strutture con un numero minimo di interventi, hanno portato a questa riforma.

Giuseppe Ettore, presidente regionale dell'Aogoi ( Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani), considera la riforma "il frutto di due anni intensi di lavoro di un tavolo tecnico. Con questo piano la regione è all'avanguardia nazionale ma adesso bisogna avere coraggio di andare avanti fino in fondo".

Per fare un po' i conti. A Catania, al primo posto per stima dei parti previsti, c'è l'Ospedale "Garibaldi" con 2999 nascite. A seguire, l'Ospedale "Cannizzaro" con 1179, il "S. Bambino" 3091, "Rodolico" 428, Caltagirone 818, Biancavilla 530, Acireale 825, Clinica Gibiino 503, Falcidia 755, Gretter- Lucina 938.

Tra i punti nascita colpiti in provincia di Catania, quelli di Bronte e Paternò. A Bronte, infatti, i parti sono passati dagli oltre 600 di tre anni fa ai 341 del 2011. A Paternò, invece, 440 parti l'anno scorso. Ecco che i due comuni sono pronti al ricorso. Dal canto suo, il commissario dell'Asp Gaetano Sirna assicura: "Verificheremo le deroghe".

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