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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Settore alberghiero in crisi, Briguglio (Confesercenti): "Non è più accettabile l'assenza di strategia della politica"

Una recente indagine di Assoturismo Confesercenti lancia l’allarme: nel 2021 in Sicilia oltre 170 imprese hanno chiuso e quest'anno i numeri potrebbero precipitare ancora. A spiegarci meglio la situazione è Elsa Doriana Briguglio, responsabile comparto turismo di Confesercenti Catania

Una recente fotografia scattata da Assoturismo Confesercenti lancia l’allarme: nel 2021 in Sicilia oltre 170 imprese del settore alberghiero hanno cessato l’attività, nello specifico 175 a fronte di 111 nuove aperte, con un saldo in negativo di 64 aziende. Un triste bilancio che rischia di protrarsi anche quest’anno. A pesare su una situazione già provata dalla pandemia, anche il caro energia e i venti di guerra che soffiano da est con la delicata situazione in Ucraina. A spiegarci meglio la situazione, in particolare nella provincia etnea, è Elsa Doriana Briguglio, responsabile comparto turismo di Confesercenti Catania.

“Ad oggi l’effetto Covid persiste, complice l’assenza decisionale da parte del Governo nazionale tanto nell’alleggerimento delle misure di ingresso nel paese e quanto nella definizione di poche e chiare regole per i turisti - spiega Briguglio - È solo di oggi il comunicato stampa del Ministero della Salute con il quale si comunica che il ministro Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che equipara le regole di ingresso dei paesi extraeuropei a quelli europei, quindi stop quarantena e validità green pass base, a partire dal primo marzo. Attendiamo che anche la Regione Sicilia si adegui. Nelle prossime settimane capiremo quanto i venti di guerra tra Ucraina e Russia possano incidere sui futuri flussi turistici incoming a livello locale e regionale, considerando la prossimità di Catania a basi Usa e Nato”.

Non solo Natale e Capodanno, anche i mancati festeggiamenti di Sant'Agata hanno penalizzato il comparto in un periodo, come quello di febbraio, storicamente lento. Che previsioni ci sono per Pasqua?

“Storicamente la Pasqua non è periodo di grandi flussi in Sicilia, noi lo definiamo ancora di bassa stagione. Ad oggi, le prenotazioni sono lente e sembra che tali rimarranno almeno sino a maggio, mese in cui si comincia ad osservare una timida ripresa delle prenotazioni nazionali e internazionali”.

A pesare sul settore non solo il covid, ma anche il caro energia. Si rischia il tracollo definitivo?

“Il caro energetico è l’ennesima spada di Damocle sul collo delle imprese dell’intera filiera turistica, già ampiamente stremate dal Covid. Rincari quadruplicati come quelli che stiamo subendo metterebbero imprese sane in difficoltà già in periodi normali. Diventano impossibili da sostenere in un periodo storico come quello che da due anni la filiera sta attraversando. Con questi rincari, molte imprese non riusciranno a sopravvivere o preferiranno abbandonare il settore”.

I ristori e gli interventi del Governo possono compensare le perdite?

“Possono aiutare a sopravvivere. Compensare è impossibile, l’intera filiera turistica ha subito perdite enormi in questi due anni di pandemia. Gli scenari, soprattutto per alcune categorie della filiera come i tour operator che si occupano di incoming, quindi di intercettare e gestire i flussi turistici internazionali in ingresso nella regione, e che non lavorano con i flussi locali, regionali o nazionali, sono sempre più complessi, delicati e eccessivamente sottoposti a variabili frequenti e repentine. Il Governo dovrebbe prestare più attenzione e agire con maggiore consapevolezza, considerando l’elevato valore che i flussi incoming hanno sia nella composizione del PIL che della bilancia commerciale”.

Se potesse fare un appello alle Istituzioni, sia nazionali e locali, cosa chiederebbe?

“La pandemia ha certificato la totale mancanza di conoscenza e comprensione del settore da parte delle istituzioni di ogni ordine e grado. Chiederei alle istituzioni di chiarirsi le idee in merito a un settore che contribuisce circa il 13% del PIL nazionale, molto di più a livello regionale. Non è più accettabile l’assenza di competenze, di pianificazione strategica e lungimiranza politica in un settore economicamente complesso, dal vasto indotto e dalle ampie implicazioni sociali, culturali e economiche. Le imprese del settore meritano rispetto. Il resto, dialogo, aiuti, interventi, sono una diretta conseguenza”.

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