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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Zona industriale

St Microelectronics: i sindacati non firmano la cassa integrazione

Punto interrogativo sul prolungamento della cassa integrazione. L'azienda potrà procedere alla sua applicazione ma, deciderà l'Inps se approvare o meno la richiesta

Pochi giorni fa, Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Maurizio Landini era arrivato a Catania per partecipare alle assemblee indette dal sindacato dei metalmeccanici sul rischio di un'altra cassa integrazione.

Ieri, dopo l'incontro tra la direzione dell’azienda e i segretari provinciali di Fim-fiom-Uilm-Uglm-Fismic a seguito delle dimissioni della Rappresentanza sindacale unitaria la Fim Cisl di Catania non ha firmato l’accordo per prorogare la Cigo a circa 1850 lavoratori della StMicrolectronics.
                
Riteniamo eccessiva la richiesta dell'azienda di otto giorni per gli operai e 12 giorni per gli impiegati dei reparti produttivi – spiega Saro Pappalardo, segretario generale della Fim Cisl etnea – infatti, fino a che l'azienda chiedeva lo smaltimento delle ferie si era discusso di cinque giorni per gli operai e nove giorni per gli impiegati. I numeri invece sono lievitati ingiustificatamente. Il secondo motivo è che, così come previsto dalla legge per l'uso di ammortizzatori sociali, l'azienda deve fare col sindacato una discussione approfondita sulle prospettive dello stabilimento”.

Su tale questione, la Fim vuole chiarezza su alcuni punti: per prima cosa come l'azienda intende completare l'investimento del reparto M3 e riassorbire gli esuberi momentanei dei lavoratori coinvolti e, infine, come intende ripristinare le condizioni di partenza.

Le normative sottolinea Pappalardo prevedono che la Cigo si possa chiedere per un momentaneo calo di commesse del quale, l'azienda, alla fine del periodo, deve garantire la ripresa certa e non basta scrivere nel verbale che la ripresa sarà certa, al di là di ciò che si scrive nei verbali, deve essere approfondita la questione. La ripresa certa della normale attività produttiva, per la Fim, deve prevedere il completamento dell'investimento di M3, l'assunzione dei lavoratori così come previsto dall'accordo sui 21 turni, e il mantenimento degli impegni assunti sulle prospettive dello stabilimento”.

“Infine – continua il segretario della Fim Cisl cataneseabbiamo precisato all'azienda, e alle altre organizzazioni sindacali presenti, che non siamo disponibili a impiegare la cassa integrazione ordinaria come sostituzione di accordi non raggiunti su richieste di smaltimento di ferie. La cassa integrazione è uno strumento previsto dalla legge, e a disposizione delle aziende, che utilizza soldi pubblici e che presuppone tutta una serie di requisiti che durante l'incontro di ieri non sono emersi nella discussione fatta”.

“Ovviamenteconclude Pappalardola mancata firma sull'accordo di Cigo non fermerà l'azienda che potrà procedere unilateralmente alla sua applicazione. Sarà poi compito dell'Inps decidere se approvare o meno la richiesta aziendale, ma questa condizione però non ci farà complici di nessuno rispetto al corretto uso della Cigo e ci darà invece la possibilità di avviare una discussione sulla garanzia di ciò che prevede la legge: le prospettive dello stabilimento. Che è la cosa alla quale siamo unicamente interessati”.
 
 

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