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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tarsu tra polemiche e repliche, arriva l'aumento per le famiglie

La Tarsu è la tassa sui rifiuti solidi urbani, da tempo oggetto di polemiche serrate fra l'amministrazione comunale di Catania e i cittadini. Il consiglio comunale ha approvato un aumento della Tarsu dell'8,5%

La Tarsu è la tassa sui rifiuti solidi urbani, da tempo oggetto di polemiche serrate fra l’amministrazione comunale di Catania e i cittadini. Questi ultimi si lamentano che il balzello da pagare non sia commisurato al servizio fornito e non riescono a giustificare i continui aumenti. Indubbiamente, lo stato della raccolta dei rifiuti a Catania presenta molti punti oscuri. Il primo riguarda la raccolta differenziata, praticamente inesistente, nonostante le intenzioni dell’amministrazione. Il secondo, lo spreco evidente di denaro pubblico, che si traduce in isole ecologiche di fatto abbandonate e in cassonetti per la raccolta dei rifiuti nuovi, ma inutilizzati.

A ciò si aggiunge un’evasione da record che, negli scorsi anni, si è aggirata mediamente intorno al 60%. Di fronte, quindi, ad un esiguo numero di cittadini che pagano regolarmente, vi è una notevole quantità di evasori che non si riesce ad arginare. Quanto alle cartelle di pagamento, puntualmente, nei mesi scorsi gli utenti hanno riscontrato errori e anomalie di vario tipo: avvisi doppi, oppure relativi a proprietà già vendute, sono arrivati in massa, costringendo gli interessati a recarsi più volte negli uffici comunali per chiarire gli equivoci. Anche le associazioni dei consumatori si sono mosse a difesa dei cittadini, avanzando la possibilità di chiedere un risarcimento per il disagio subito.

Altra questione è quella delle richieste di pagamento inviate dal Comune a carico dei garage (che dovrebbero essere esclusi dalla tassa), o riferite a periodi ormai lontani nel tempo e, per cui,  sarebbe già intervenuta la prescrizione. In molti, ad esempio, si sono visti recapitare  - ad inizio del 2011- avvisi relativi al 2004 e 2005, volti in particolare a rettificare la superficie dell’immobile posseduto dichiarata dal cittadino, rispetto a quella che risulta al catasto (il calcolo della Tarsu, infatti, si basa esclusivamente su questo valore). Come prevedibile, singoli cittadini e associazioni dei consumatori hanno presentato ricorso alla commissione tributaria provinciale di Catania, chiedendo l’annullamento degli avvisi e delle relative sanzioni.

Di fronte a tutto questo, nei giorni scorsi, dopo mille polemiche e varie sedute andate a vuoto, il consiglio comunale di Catania ha approvato un aumento della Tarsu dell’8,5% (pari a circa 27 euro annue a famiglia). Contemporaneamente, però, sono state escluse dal pagamento le categorie svantaggiate, cioè quelle che presentato un “Indicatore della situazione economica equivalente” inferiore a 9000 euro. Immediate sono state le proteste dei cittadini e di alcuni consiglieri comunali, che hanno proposto di recuperare altrove il denaro necessario a coprire la raccolta dei rifiuti.

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi, secondo il quale è la Corte dei Conti ad imporre che il servizio venga finanziato esclusivamente dai cittadini. “Considerato che rispetto al 2010 i costi sono aumentati di 7,7 milioni di euro – ha spiegato Bonaccorsi – si capisce come l’aumento sia stato inevitabile”. “In ogni caso – ha proseguito Bonaccorsi – non risponde al vero che Catania sia la più cara città d’Italia, poiché da una graduatoria stilata recentemente da “Cittadinanzattiva”, tale “primato” spetta a Napoli, seguita da Benevento e Siracusa. Catania non è nemmeno la più cara in Sicilia: un recente articolo del Sole 24Ore, pubblicato l’11 aprile scorso, l’ha collocata al 31° posto della graduatoria in quanto a costi della Tarsu”.

Certo non la pensano così i catanesi, o almeno quelli che da anni pagano regolarmente la tassa. “Con un contrasto serio all’evasione fiscale e con l’aumento della differenziata – dicono in coro – gli aumenti si sarebbero potuti evitare”.


 

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