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Unict: ecco le lauree catanesi ancora vincenti al tempo della crisi

I giovani e la formazione,i giovani e il futuro. Le lauree garantiscono davvero il prerequisito per un accesso "privilegiato" nel mondo/mercato del lavoro? Se sì, quali sono gli indirizzi che vanno per la maggiore a Catania?

Leggendo la statistica pubblicata lo scorso marzo da Almalaurea  - Consorzio di atenei italiani che si pone come punto d’incontro tra Laureati, Università e Aziende- i dati parlano chiaro. L’età media dei giovani laureati è 27 anni, di cui il 60,1% sono ragazze. Il voto degli esami in media è 26,3 mentre quello di laurea è di 103. Il 39,4% è in corso e il 24,2% al primo anno fuori corso. La durata degli studi in media (della triennale) è di 5 anni e per il 47,7% i fattori culturali e professionalizzanti sono motivazioni molto importanti nella scelta del corso di laurea.  Per quanto riguarda l’occupazione, il tempo in media di ingresso nel mercato del lavoro (in mesi) è di 4,1 dalla laurea al reperimento del primo lavoro: il 40,6% utilizza in misura elevata le competenze acquisite con la laurea e il 47,8% non mostra nessuna preferenza nel tipo di lavoro cercato.

E cosa succede agli universitari e laureati catanesi? Quali sono gli indirizzi che suscitano più interesse? Il dott. Giuseppe Caruso, dirigente dell’area didattica dell’Università di Catania, ci illustra il quadro generale. “Si evince dai dati che i laureati non sono un numero molto elevato, poiché si riscontra una resistenza, si impiega più del dovuto, fatta eccezione per l’ambito medico-sanitario e odontoiatria nei quali ci si laurea in tempo”, dichiara il direttore, elencando i settori che hanno esercitato più appeal sui candidati. “Hanno riscontrato particolare successo la facoltà di Economia, di Ingegneria, ma anche Scienze biologiche, Farmacia e  ctf ,al contrario di Filosofia e Beni Culturali- prosegue il dott.Caruso parlando dei vantaggi apportati dalla riforma-  Sono diminuiti gli studenti fuori corso e quelli che si disperdono al primo anno: il che significa che si costringe loro a fare una scelta ponderata; in più la priorità (nella scelta dei test da affrontare ndr) è stata soddisfatta per quasi tutti: il 50% ha scelto di sostenere una sola prova, il 29% di sostenerne 2, il 15% e 5% rispettivamente 3 e 4 prove".  "Nel caso specifico-continua Caruso -  gli studenti di Giurisprudenza, Lettere, Scienze della Formazione, Agraria e Scienze Politiche sono stati accontentati rispetto alla prima scelta”.

Il 60/70% degli studenti dopo la laurea triennale, decide di continuare con la specialistica. Hanno più possibilità  i laureati in Ingegneria o Economia e ,molto meno, Lettere o Scienze della Formazione dato che in questo momento è tutto bloccato”. Sul gap università pubblica-privata il dott. Caruso precisa che l’Università di Catania mette a disposizione una ottima preparazione di base per lo studente “E’ chiaro che gli studenti che vengono fuori dalle Università private  Luiss, Bocconi, Cattolica, Castellanza Varese -hanno delle opportunità diverse, ma gli studenti catanesi, grazie ad una preparazione di base approfondita, riescono ad affrontare meglio corsi di specialistica nelle università del Nord. Da noi manca un contesto che faciliti l’ingresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro, a meno che non si tratti del sociale, settore nel quale i laureati si trovano più avvantaggiati. C’è da sottolineare comunque che studiare al nord si può, dato che è più facile ottenere borse di studio rispetto a quanto non accada da noi”.


Quali sono invece le esperienze dei laureati? Carla Dimauro, 25 anni, si è laureata con 110 e lode presso la facoltà di Economia di Catania - anche se poi ha scelto di iscriversi a un corso di specialistica di una università privata riportando anche lì il massimo della votazione - “ La scelta del luogo è stata unicamente guidata dalla prossimità geografica alla città in cui risiedo- spiega Carla-  la scelta del corso di laurea dalla sua spendibilità futura. L’esperienza formativa nell’ateneo catanese è stata molto positiva in termini di qualità dell’istruzione ricevuta, grazie alla serietà e alle competenze dei docenti che ho incontrato lungo il percorso. Tra gli svantaggi, l’assenza di un adeguato servizio di job placement per assistere i neolaureati nel difficile inserimento nel mercato del lavoro”. Quanto alla scelta di iscriversi fuori, la neolaureata,chiarisce che l’impossibilità immediata di iscrizione al corso di laurea specialistica a Catania, l’ha penalizzata rispetto a quanto accadeva negli altri atenei italiani. “ Se tornassi indietro anticiperei i test all’anno precedente! Ho scelto questa Università privata per il suo prestigio, promuove la valorizzazione delle risorse umane al suo interno, con attenzione alle esigenze di ogni singolo studente, fornendo i servizi necessari per una formazione d’eccellenza”, conclude Carla, aggiungendo che sono sempre a disposizione bacheche di offerte di lavoro alle quali ci si può candidare,anche se i posti sono pochi,ragione per la quale “non si finisce mai di studiare”.

Damiano Bertuna, 29 anni, si è invece laureato in Informatica, con la vecchia riforma-laurea quinquennale.  “La mia esperienza universitaria è stata positiva da molti punti di vista, primo fra tutti i professori: la maggior parte molto preparati, giovani, disponibili a differenza di quanto hanno trovato miei colleghi in altre facoltà. Ciò di cui mi lamento un po' è stata l'assenza, per il mio corso di studi, di uno stage (cosa che oggi è molto in voga) che ti permettesse di vivere, anche se per poco, in una realtà lavorativa vera è propria. Dopo la laurea, infatti, sono stato "catapultato" nel mondo del lavoro senza nemmeno sapere cosa fosse in realtà” , dichiara Damiano, sottolineando che grazie alla preparazione ottenuta al Liceo Scientifico è riuscito a superare, senza troppi problemi,materie difficili.  “ Per quanto riguarda il post-laurea, devo dire che le offerte di lavoro non sono mancate, sono stato contattato da alcune aziende addirittura prima dell'esame di laurea e sono andato a fare il primo colloquio a Milano due giorni dopo essermi laureato; ne ho fatti un po'in tutta Italia, ma la mia intenzione era quella di rimanere in Sicilia e devo dire che pur essendo qui molto svantaggiati (poche offerte rispetto alle grandi capitali del nord) a cinque anni dalla laurea non sono mai stato senza lavoro. Non escludo nulla per il futuro, in cinque anni ho imparato che siamo e saremo sempre costretti a fare i conti con l'incertezza, oggi lavoro qui in Sicilia a pochi km da casa, ma fra sei mesi o un anno non so se sarò costretto ad andar via.... io spero di no!” conclude il giovane laureato.


Infine, un laureato di Giurisprudenza, Salvo Marsilio, 29 anni, che racconta qual è stata la sua esperienza. “La scelta iniziale è stata basata sulle mie inclinazioni personali, avendo una preferenza per le materie umanistiche. In più ero consapevole delle variegate possibilità lavorative che una laurea in legge poteva offrire, dalla libera professione al settore pubblico e privato. Il cammino è stato lungo e tortuoso...accanto a professori validi e preparati (quasi tutti direi), ho trovato metodi di insegnamento quantomeno discutibili. Il distacco tra professore e studente è troppo marcato, causato anche dalla mancanza, fino a poco tempo fa, di un test di preselezione. Insomma, troppi iscritti e poca capacità della struttura di far fronte a questa mole di studenti. In più, aggiungo che i continui cambiamenti ordinamentali (comuni a quasi tutte le altre facoltà) non mi hanno permesso di avere mai chiarezza su tante questioni, ingenerando confusione continua in me”. "Forse posso permettermi questo limbo, avendo terminato gli studi solo un mese fa. Attualmente faccio tirocinio presso uno studio legale qui a Catania, la classica pratica forense biennale necessaria ai fini dell'esame di abilitazione alla professione di avvocato. I ritmi sono veramente serrati, ed i guadagni sembrano non così alti, tenendo conto del dispendio di tempo ed energie. In relazione a ciò, ho deciso di non precludermi altre strade, quali quelle di un impiego nella Pubblica Amministrazione o nel settore privato, ovviamente con le difficoltà del caso.”

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