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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Universitari in calo in tutta Italia: ateneo catanese in controtendenza

Dall'anno accademico 2011/12 al 2012/13 ci sarebbe stato un aumento di 1.556 nuovi iscritti. Giuseppe Caruso, dirigente dell'area didattica Unict, ci spiega i dati degli ultimi dieci anni, tra picchi e cali

Negli ultimi dieci anni, 50.000 iscritti in meno nelle università italiane: l’allarme lanciato dal Cun e, subito dopo, la precisazione di Profumo. Secondo le dichiarazioni del ministro, infatti, bisogna considerare delle “storture” nei dati, che non hanno tenuto in considerazione alcuni fattori. Uno di questi riguarda il fatto che il “boom” di immatricolati negli anni precedenti è la conseguenza dell’iscrizione al nuovo ordinamento (c’era stata di mezzo la riforma del 3+2) degli studenti del vecchio, in vista dell’ottenimento della laurea breve. "In secundis", c’erano degli accordi che consentivano ai dipendenti della pubblica amministrazione di laurearsi e ottenere crediti, frequentando un corso universitario. E' vero, quindi, che c’è stato un calo di immatricolazioni, ma interessa specialmente - e non esclusivamente - gli studenti con più di 25 anni.

Ma vediamo cos’è successo negli ultimi 10 anni nell’ateneo catanese. I dati fornitici dall’ufficio stampa evidenziano, infatti, che nel 2003/2004 (introduzione della riforma 3+2), si tocca il picco massimo di immatricolazioni, con ben 11.212 nuovi iscritti. La cifra più bassa si raggiunge nel 2010/2011, con 5.608 immatricolati, causa introduzione “numero chiuso” nelle ormai ex facoltà. Dato ancora più interessante: dal 2011/2012 al 2012/2013 ci sarebbe stato un aumento di 1.556 nuovi iscritti a Catania ( 2011/2012: 5.713; 2012/2013: 7.269).

Bisogna considerare che i dati relativi alle iscrizioni del 2012 sono “non consolidati”, nel senso che è stata pagata solo la prima tassa e, quindi, non viene calcolato realmente chi si iscrive anche all’anno successivo, pagando la seconda tassa (il cui versamento è previsto nei prossimi mesi).

Catania, quindi, in controtendenza rispetto al resto d’Italia: Giuseppe Caruso, dirigente dell’area didattica Unict, ci spiega questi dati.

“ Anche noi, durante l’anno accademico 2003/2004, con una convenzione tra la facoltà di scienze politiche e le Armi, abbiamo avuto numeri stratosferici per gli iscritti della fascia 25/40 anni, provenienti soprattutto dalla Guardia di finanza e dalla Polizia, ai quali veniva riconosciuto un certo numero di crediti, frequentando il corso di “scienze dell’amministrazione”, potendosi, pertanto, laureare anche in un anno. Adesso non è più valido questo meccanismo e, quindi, anche per questa ragione, emerge un calo di iscritti”, spiega il dott. Caruso, rileggendo i dati “puri”, nel senso che non viene incluso chi abbandona gli studi.

“Per quanto riguarda il trend positivo registrato nell’ultimo anno, nonostante siano stati diminuiti alcuni corsi, come a Ragusa e Siracusa, con la tecnica del “ripescaggio”, abbiamo riempito tutti i corsi con numeri sostanziosi: a giurisprudenza,infatti, su 1000 posti disponibili, ben 997 sono stati occupati. Un secondo fattore da non sottovalutare è stato l’incremento consistente degli iscritti alle lauree magistrali; la causa principale è che con il sistema del 3+2, si sono laureati moltissimi studenti, che continuano con la magistrale” aggiunge Caruso, che sostiene, oltremodo, che il fattore crisi nelle famiglie, influenzi anche questo dato.

“Probabilmente le difficoltà economiche che le famiglie hanno attraversato negli ultimi anni può aver inciso nell’aumento del numero di iscritti alle magistrali, visto che mantenere un figlio in una qualsiasi altra città d’Italia, diventa problematico. Ciononostante credo che quest’ultimo fattore non sia stato determinante” conclude il dirigente.

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