Presentazione del libro 'La rivoluzione della preistoria'
L’emozione di precipitare indietro nel tempo fa rabbrividire e risveglia la coscienza nel racconto appassionato e coinvolgente dell’archeologo Lorenzo Nigro, a capo della missione archeologica della Sapienza di Roma, che da venti anni scava Gerico, la più antica città del mondo. Con questo primo romanzo archeologico, pubblicato dallo storico editore di Marsala ‘Il Vomere’, l’autore inaugura un genere – tra diario e racconto, saggio e romanzo d’avventure. Dialogherà con l'autore Nicola Laneri, archeologo orientalista dell'Università di Catania.
La presentazione è ospitata dalla storica Legatoria Prampolini. Le tematiche del libro sono essenzialmente tre: la prima è la meraviglia della scoperta, quella degli archeologi che scavano il passato, ma anche quella degli abitanti di Gerico, primi scopritori delle “meraviglie aggreganti”, il fuoco, la ruota, il mattone, la prima casa, tutte frutto della più grande forza umana: l’immaginazione, “perché la scienza (archeologia compresa) si è sempre nutrita di slanci creativi. Si ricerca con il cuore prima che con la mente (Cinzia del Maso)”.
Il secondo grande tema è il fondamentale ruolo della donna in un passaggio cruciale della storia umana: “L’uomo del Paleolitico deve uccidere per sopravvivere. L’uomo del Neolitico deve generare la vita per vivere. Riuscire a controllare la pulsione ad uccidere e trasformarla al contrario in una forza generatrice è stata la più grande rivoluzione umana. È avvenuta dentro la mente, come un grande passo di autocoscienza e di assunzione di responsabilità, e niente mi leva dalla testa che sia stata la donna ad avere concepito la necessità del superamento della pulsione ferina a favore di quella riproduttiva. Non si trattava più di sopravvivere, ma di vivere, generare, prendersi cura e moltiplicarsi. Un obiettivo realizzato oltre ogni aspettativa dalla nostra specie, grazie alla donna”. Ecco dunque la terza tematica, ossia il rapporto con l’ambiente, che inizialmente è di osservazione, poi di comprensione e infine di simbiosi.
Perché a Gerico, in virtù dell’addomesticamento di piante e animali si è creato il primo paesaggio antropizzato, l’oasi, il grande ‘giardino del paradiso’, con la canalizzazione della sorgente, l’invenzione del primo mattone, la costruzione della prima casa e della prima città, iconicamente circondate da mura altissime quanto la profondità del tempo che ci distanzia dai nostri antenati: “Ogni epoca e ogni comunità fa delle scelte e dei progressi, e ha in questo delle responsabilità di fronte alla storia: deve fare le scelte migliori. A Gerico, e forse ovunque nel mondo all’alba del neolitico, le hanno fatte: hanno scelto la vita che genera vita, hanno scelto la via femminile. (Cinzia dal Maso)”. Il libro è il primo di una collana di romanzi archeologici dal titolo “Scavare è il mio peccato”, e si è affermato nell’estate come un inatteso caso letterario, un esperimento di divulgazione scientifica fatta da specialisti per i giovani lettori. Dopo questa prima uscita sulla preistoria e Gerico, sarà la volta dell’Isola di Mozia, antica colonia fenicia in Sicilia.