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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Jovanotti "cavaliere errante": la sua energia infiamma il Pal’Art Hotel

La sua è stata, è e sarà sempre una "Tribù che balla". Perchè Jovanotti in concerto è spettacolo, è una botta di energia, è voglia di comunicare, è luce e tanto colore. Non è un tipo che si risparmia

La sua è stata, è e sarà sempre una "Tribù che balla". Perchè Jovanotti in concerto è spettacolo, è una botta di energia, è voglia di comunicare, è luce e tanto colore. Non è un tipo che si risparmia. Salta, balla, suda, parla e si ricorda anche di chi, spettatore, lo segue ormai da anni. E, di conseguenza, la sua tribù balla "con il volume a palla... per non pensare a ieri e risolvere tutti i problemi".

Ha riempito, in ben tre date ( biglietti ancora disponibili per l'ultima data di domani 11 maggio), il Pal’Art Hotel, con l'organizzazione di Giuseppe Rapisarda Management, trasformandolo in un grande salone delle feste.

Grandi lampadari sulle teste degli spettatori.Si abbassano le luci e comincia lo show. Lui come Don Chisciotte, "senza macchia e senza paura", veste i panni di un indomito cavaliere pop che vuole opporsi alla tristezza di in un mondo come il nostro, che non riconosce più dei valori ideali, permanenti e irriducibili, ma che è pronto sempre a mediare e a compromettersi. Il suo è un inno alla libertà e alla rottura degli schemi, anche sbagliando. Perchè, secondo la filosofia del Jova "sbagliando si impara".

Uno slancio ideale rappresentato sul palco, dall'inizio alla fine, dal Don Chisciotte/Jovanotti nel cartoon di Manuele Fior, accompagnato dalle parole dello spettacolo-monologo di Corrado D’Elia sul cavaliere di Cervantes.

Concerto Jovanotti - le foto

Canon Italia, Digital Imaging Partner del tour “Lorenzo Live 2018”

La prima canzone è "Ti porto via con me" ed è subito entusiasmo. Ed ha inizio il viaggio in compagnia di un Lorenzo carico e di una band perfetta. Dal pop all’hip-hop, dalla techno alla canzone d’autore. Con "Le canzoni", "Penso positivo", "In Italia", "Oh, vita!", "Sbam!", "Gli immortali". Passando per la romanticissima "Mi fido di te". Arriva poi la dedica alla Sicilia con rime e barre dedicate a Sant’Agata, Peppino Impastato, Falcone e Borsellino. "Non sono siciliano ma mi ci sento...Sicilia bedda...sono Orlando dei pupi". E chiude le strofe con "Percorro insieme a Peppino i miei cento passi".

La sua band - composta da Saturnino Celani al basso, Riccardo Onori alla chitarra, Leo Di Angilla alle percussioni, Cristian Noochie Rigano alle tastiere, Franco Santarnecchi al piano, Gareth Brown alla batteria, Jordan Mclean alla tromba, Matthew Bauder al sax e Gianluca Petrella al trombone - lo segue nella sua sua follia di "cavaliere errante". E ad un certo punto, quella passerella dove salta e balla si alza sopra le teste del pubblico, ruota e lo porta su una piccola postazione da dj. Un Jovanotti che, quindi, "tocca" tutto il Pal’Art Hotel. Mette in scena un dj set che ricorda così le sue origini prima del "Gimme Five".

Riparte la sua musica. In tutto 28 canzoni per quasi tre ore di concerto. Senza fermarsi. Con un grande omaggio al maestro Franco Battiato e alla sua "Stranizza d´amuri". Cita poi Cervantes sull’idea di “avventurare la vita” per rincorrere la libertà e al via l'ultima canzone “Viva la libertà” con tutti i musicisti in versione unplugged. 

Entusiasmo, energia, la semplicità di un ragazzo fortunato che non è mai cambiato. Sempre legato alla famiglia, all'amicizia ( quando bacia in testa il fedelissimo Saturnino) e alla sua "gente della notte" che per lui ci sarà sempre.

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