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Ma anche cucina, per 7 lunedì lo chef carlo sichel "cede" i fornelli ai protagonisti della nuova cucina siciliana

Carlo Sichel, chef del ristorante Ma anche cucina, apre le porte e “cede” i fornelli ai grandi protagonisti della cucina siciliana contemporanea. Si comincia lunedì 11 marzo con il modicano Peppe Barone. Sichel: «Barone è stato fra i primi a innovare in Sicilia»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

E' una sorta di percorso nella cucina contemporanea siciliana che parte dalle sue origini ed arriva a linguaggi contemporanei come quelli di Peppe Barone de Le fattorie delle torri di Modica il cui ristorante compie 25 anni e che allora fu una vera novità assoluta per la Sicilia. Da lunedì 11 marzo per sette appuntamenti, lo chef Carlo Sichel fa il padrone di casa e "cede" i fornelli a nomi di spicco del panorama culinario siciliano e pone il Ma anche cucina di via Vela 4 a Catania come fulcro del confronto cultural-gastronomico isolano. «Si dice che i siciliani siamo gelosi del nostro sapere - spiega Sichel - ma io dico che il Ma anche cucina deve essere un punto di riferimento per tutti e aperto a tutti e a tutte le soluzioni gastronomiche e enoiche. Vogliamo essere protagonisti di un nuovo mondo di pensare a questo lavoro perché sono convinto che aprire le porte ad altri chef che hanno esperienze diverse dalla propria serve a tutti. L'unione fa la forza: se dobbiamo fare un discorso di cucina siciliana che si apre al resto del mondo dobbiamo crescere in continuazione».

Lunedì 11 marzo quindi il Ma anche cucina avrà il piacere di ospitare Peppe Barone, guru della cucina siciliana rivisitata e attento conoscitore della tradizione della nostra terra. Ispirato forse dalle leggende di Cantarelli a Busseto o dalle pagine del celeberrimo Manuale di Gastrosofia Naturista di Alliata di Salaparuta, Beppe Barone è ideatore di una filosofia culinaria di altissimo livello che si radica attorno alla Sicilia e riesce a trarne il meglio, portando avanti una sperimentazione creativa volta alle giovani generazioni di chef, che a lui si rivolgono imparando l'arte del sapore e facendo emergere le loro attitudini. La tensione verso la crescita e la condivisione d'intenti ha fatto nascere un'intensa collaborazione con lo chef Peppe Causarano e con la direttrice di sala Loredana D'Aleo: il frutto di questo prezioso connubio è il rinomato ristorante Fattoria delle Torri a Modica, casa del gusto e della creatività gastronomica.

«Peppe Barone ha una storia che parte dalla tradizione modicana più classica - racconta Sichel - in quanto la famiglia aveva una trattoria a modica Alta e 25 anni fa ha fatto il salto di qualità aprendo una sua ristorante nel centro di Modica. Barone è stato un grande innovatore nelle linee di cucina, semplificando al massimo e andando alla ricerca di materie prime del territorio».
Beppe Barone proporrà un menù che permetterà di vivere un'esperienza culinaria che sa di terra e di Mediterraneo, di sole e di mandorleti. La cena verrà aperta dalla caponatina con uovo nero, quindi si arricchirà del pesce azzurro con spremuta di datterino e cavolo trunzo. La zuppa di fave verdi e ricotta degli altipiani Iblei riporterà all'antica tradizione, così come i ravioli di borragine con mandorle e vongole veraci, frutto della terra e delle onde. Seguirà l'alalunga in crosta di rosa marina e, dulcis in fundo, la sfera al cioccolato e le 100 lire. I vini della prima serata sono gli Etna doc dell'azienda agricola Biondi di Trecastagni.

Il secondo incontro con lo chef sarà il 25 marzo quando al Ma anche cucina arriverà Vincenzo Candiano, chef con una stella Michelin del ristorante "Don Serafino" di Ragusa Ibla, il quale, su una consolidata cucina iblea, ha elaborato una serie di innovazioni, anche lui utilizzando molto materia prima del territorio, seguendo, quindi, una linea logica messa in movimento da "La fattoria delle torri". Il 15 aprile è la volta del palermitano Marcello Valentino, quello che si può definire un personal chef, uno che tiene lezioni di cucina, uno fra i nomi più richiesti. «Nelle tecnologie usate e nella presentazione dei piatti anche Valentino, chef di altissimo livello, ha lavorato molto sull'innovazione - spiega Sichel - di questa cucina che parte dalla tradizione. Il 15 aprile si terrà anche una vera lezione di cucina per un numero ristretto di aspiranti allievi». Le candidature si possono inviare, entro i primi di aprile, tramite la pagina Facebook di Ma anche cucina.
Il 22 aprile è la volta di del pasticcere Corrado Assenza del Caffè Sicilia di Noto. «Più di vent'anni fa, io per i vini, Peppe Barone per la cucina e Corrado Assenza per i dolci siamo stati tra i primi in Sicilia a fare un discorso totalmente nuovo - racconta Sichel - . Assenza ha una altissima professionalità, una altissima tecnica un'altissima attenzione sulle materie prime assolutamente della zona di Noto, ed oggi è arrivato ai massimi livelli ed è considerato tra i principali pasticceri italiani. Il suo menù di dolci è uno spettacolo di sicilianità e di modernità allo stesso tempo».
Il 6 maggio è la volta di Accursio Craparo, anche lui stellato Michelin con la Gazza Ladra di Modica, che di recente è passato a La Locanda del Colonello sempre di Modica. «Craparo è uno che ha fatto grandi innovazioni dal punto di vista tecnologico, ha avuto esperienza con la cucina molecolare, ha lavorato molto all'estero - spiega Sichel -. Ora ha deciso di fare un passo indietro e di riprendere un discorso di cucina più immediata, più semplice, attinente al territorio, sempre sulla filone iniziato da Peppe Barone con un uso più moderno delle materie prime.
Questa evoluzione della cucina siciliana è parte integrante di un discorso italiano ma anche internazionale. Craparo è partito da una fase di grande tecnologia dove il piatto era una sorta di idealizzazione stessa del piatto per tornare ad un piatto concreto da gustare e non solo da odorare e da rimanerne estasiati per l'aspetto estetico».

Il 13 maggio ci sarà una serata dedicata alle nuove leve della cucina. «Metto insieme tre giovani che sono Giovanni Santoro dello Shalai di Linguaglossa, uno che ogni tanto apre ad materie prime del resto del mondo; Ciro Pepe, ragazzo vulcanico di Misilmeri, uno capace di creare piatti enormi dal punto di vista qualitativo con materie prime poverissime, e Giovanni Giliberto del ristorante La Moresca di Ispica, uno che ha la fortuna di avere il ristorante in una tenuta agricola che gli permette di utilizzare verdure di campo».
Tutto questo percorso si chiude il 27 maggio con Pino Cuttaia del ristorante La Madia di Licata. «Per me Cuttaia rappresenta il massimo dell'espressione della cucina siciliana contemporanea - sostiene Sichel -. Due stelle Michelin, è uno che con grande umiltà riesce a fare grandissime cose».

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