Sanità, Molè: “La responsabilità è di tutti, non bisogna nascondersi dietro il medico”
Grande successo per l'evento "La Responsabilità delle Professioni Sanitarie", che si è tenuto presso la congregazione delle suore domenicane di S. Nullo e organizzato dal Sindacato Cni - Fsi
Grande successo per l’evento "La Responsabilità delle Professioni Sanitarie", che si è tenuto presso la congregazione delle suore domenicane di S. Nullo e organizzato dal Sindacato Cni – Fsi coordinamento nazionale infermieri aderente alla federazione sindacati indipendenti e l’ Apsi associazione professioni sanitarie italiana.
Sono intervenuti il Presidente del Tribunale di Grammichele dottor. Maurizio Francola; il sostituto procuratore della procura del Tribunale di Catania dott.ssa Rosaria Molè e il consigliere tesoriere dell'ordine degli avvocati di Catania e direttore della scuola forense “Vincenzo Geraci” l’ avvocato Antonino Ciavola .
Il sostituto procuratore ha dato un segnale di giustizia chiaro e di garanzia per la professione sanitaria, che oggi in Italia si rifà al modello legal-liberale, democratico e garantista.
“Nessuno- ha dichiarato la dott.ssa Rosaria Molè - può essere condannato se non viene previsto dalla legge, importante il nesso di causalità tra l’evento e la condotta. La violazione delle regole, delle linee guida e dei protocolli è condizione di colpa.
“Il nuovo orientamento giuridico – continua Molè - prevede il “reato d’equipe”: tutti gli operatori non possono nascondersi dietro lo scudo del medico, anche loro hanno una posizione di garanzia nei confronti dei pazienti e controllo di tutte le attività svolte e dovute che li obbliga ad attivarsi sempre”
“Oggi nel regime probatorio – ha dichiarato il dott. Maurizo Francola, Presidente del Tribunale di Grammichele - non è il paziente che deve dimostrare che ha subito un danno ma il sanitario che deve provare che ha operato in scienza e coscienza”.
Altro concetto importante affrontato dai relatori è stato la responsabilità collettiva del lavoro di equipe che presuppone nelle sue varie sfaccettature la responsabilità di ogni operatore coinvolto nell’evento lesivo della persona.
“Oggi, la deontologia - ha affermato l’avvocato Antonino Ciavola - per gli infermieri ha una valenza di diritto e non solo di etica ed quindi è giudicabile”.