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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Teatro, al Bellini la prima di “Istoria di Sant’Agata” di Giovanni Sollima

Il violoncellista di fama internazionale, firma la partitura. Il libretto è dello scrittore Filippo Arriva, che si è liberamente rifatto al quasi omonimo poema quattrocentesco scritto dal catanese Antoni d’Oliveri. L’appuntamento è per mercoledì 1 febbraio 2023 alle 20,30

Una prima mondiale, Istoria di Sant’Agata, concepita da un tandem prestigioso e collaudato. Giovanni Sollima, compositore e violoncellista di fama internazionale, firma la partitura sulla quale costruisce un vibrante Oratorio. Il libretto è dello scrittore e giornalista di chiara fama Filippo Arriva, che per i cori in musica si è liberamente rifatto al (quasi) omonimo poema quattrocentesco scritto in “volgare illustre siciliano” dal catanese Antoni d’Oliveri. È dunque nel segno dell’eccellenza  che il Teatro Massimo Bellini e il Teatro Stabile di Catania rendono omaggio alla Santa Patrona realizzando in sinergia una coproduzione che annovera un cast di qualità e vedrà  impegnati Orchestra, Coro e Tecnici dell’ente lirico, mentre l’allestimento è dello Stabile. Sul podio Salvatore Percacciolo,  regia di Alessandro Idonea, maestro del coro Luigi Petrozziello; voce solista il soprano Chiara Notarnicola; voci recitanti gli attoriinternazionale a Abela, Franz Cantalupo, Salvo Disca, Evelyn Famà, Franco Mirabella, Manuela Ventura.

Istoria di Sant’Agata porta in scena popolani e pescatori catanesi che, assediati dai pirati “turchi”, rievocano la propria vita, ma poi, per darsi coraggio e ottenere un miracolo, recitano la storia di Sant’Agata. Un’opera complessa, un vero e proprio Oratorio che unisce momenti sinfonici, cori per canto e in prosa, arie per soprano, recitazione e cori in prosa con momenti in cui tutto si unisce nella splendida musica, ora dolce ora fortemente incisiva, ma sempre mediterranea, di Giovanni Sollima. Come anticipato, i cori in musica sono liberamente tratti dal poema Istoria di la translacioni di S. Agata (1475) del catanese Antoni d’Oliveri che narra in lingua siciliana quattrocentesca la traslazione (da Gerusalemme a Catania) del corpo della martire e i suoi miracoli. Sono questi i momenti che i popolani raccontano e si raccontano per farsi coraggio e ottenere il miracolo della salvezza dai turchi. La messa in scena ha la sua forza su due elementi. La musica di Giovanni Sollima  unisce tutti i momenti in un sublime Oratorio con la presenza di elementi rituali alternati ad altri ipnotici. A ciò si unisce il testo in una lingua siciliana quattrocentesca affascinante, di grande forza e suggestione. Infatti, Istoria di Sant’Agata è scritta in quel volgare illustre siciliano che volle, fin dal secolo XIV, elevarsi a lingua e che fu quella lingua dialettale colta, quel dialetto violentato, ma raffinato dalla cultura che continuò a essere usato nel Seicento non solo per la poesia dialettale d’arte, ma anche per quella che, nata fra il popolo e dal popolo, volle prendere, almeno nella lingua, l’atteggiamento di essa. 

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