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Sabato, 20 Aprile 2024
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Teatro Stabile, a Sala futura dialoghi pirandelliani tra il gran me e il piccolo me

A firmare lo spettacolo Bruno Prestigio e Michele Carvello. Dialoghi tra il Gran me e il Piccolo me è un riadattamento che trae ispirazione da una raccolta di novelle, composta da quattro capitoli (Nostra Moglie, L’accordo, La vigilia ed In società) che Luigi Pirandello scrisse tra la fine del 1800 e i primi del 1900

Dal 25 al 28 maggio va in scena a Sala Futura "Dialoghi tra il gran me e il piccolo me", secondo dei tre spettacoli vincitori del bando "Corti teatrali Ct Off" promosso nel 2022 dal Catania Off fringe Festival in partenariato con il Teatro Stabile di Catania. Un bando nato per valorizzare i giovani autori Under 35 il cui premio era quello di essere prodotto dallo Stabile di Catania come spettacolo completo e programmato nell’ambito della Stagione 2022/2023.

A firmare lo spettacolo Bruno Prestigio e Michele Carvello. Dialoghi tra il Gran me e il Piccolo me è un riadattamento che trae ispirazione da una raccolta di novelle, composta da quattro capitoli (Nostra Moglie, L’accordo, La vigilia ed In società) che Luigi Pirandello scrisse tra la fine del 1800 e i primi del 1900. Abbiamo voluto dare vita ad un testo teatrale capace di portare in scena una sensazione che ogni essere umano vive: quella del bivio. Ciò che ci ha affascinato di queste novelle è stato il dialogo incessante che il drammaturgo girgentino ci regala tra due parti del suo io, il suo Gran Me ed il suo piccolo me. Queste due parti (zone intime dello scrittore) si elevano a metafora della personalità di ognuno di noi. La parte più giovane e arcana di Pirandello (Piccolo me) sta per morire. Ne “La Vigilia”, per esempio, dove sarà approfondito l’argomento amoroso, vedremo come i due personaggi si confronteranno con esso. Infatti oltre alla disintegrazione del proprio sé, vogliamo raccontare e rappresentare un Pirandello inedito, innamorato di Maria Antonietta Portulano e al tempo stesso indeciso e spaventato di “sostituire” con l’amore verso una donna, il grande amore che ha sempre provato verso qualcosa di altro: l’amore per l’Arte. La nostra idea registica è di mostrare i quattro capitoli come delle stanze della mente. Oltre al costante dialogo tra i due personaggi non mancheranno parti corali in cui si evince che una parte non può vivere senza l’altra. La regia di questo testo vuole dare forza e potenza a delle domande che ogni essere umano nel corso della sua vita si pone: Chi di noi non ha mai parlato con i propri pensieri? Chi di noi non si è mai trovato di fronte a un bivio? Chi di noi non ha mai avuto un dissidio interiore? Il testo pirandelliano ci pone davanti due delle tante facce che può assumere il nostro io (il Gran me che rappresenta il pensiero e il Piccolo me che rappresenta la concretezza) e ci invita ad avere il coraggio di accettare la nostra rottura interiore. Per “Rottura” dal greco “Krysis” che in primo luogo significava “separare” non vogliamo intendere divisione e lontananza da ciò che ci si pone davanti. Piuttosto per “crisi” (da cui deriveranno parole come Krites/giudice e Ypokrites/attore) vogliamo intendere crescita e scelta (così come è nella natura di un attore, ago/agire). Avere la forza di affrontare i propri demoni per superarli, conoscerli e farli vivere in pace con il nostro essere.

Calendario spettacolo, giovedì 25 maggio ore 20,45, venerdì 26 ore 20,45, sabato 27 maggio ore 20,45, domenica 27 maggio ore 18

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