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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

“Antimafia ed educazione all’antimafia”, il dibattito organizzato dalla deputata Suriano (M5S)

La deputata Simona Suriano, che vive proprio a San Giovanni La Punta, ha evidenziato “il grande valore civico nell’organizzare un incontro di così alto profilo su temi di stringente attualità e in Comune, purtroppo, sciolto per mafia per ben due volte”

Si è tenuto, ieri pomeriggio a San Giovanni La Punta, un convegno sul tema “Antimafia ed educazione all’antimafia” con la partecipazione del presidente della commissione Antimafia nazionale Nicola Morra, del magistrato e componente del Csm Sebastiano Ardita, della deputata alla Camera del M5S Simona Suriano. L'incontro è stato moderato dal giornalista Antonio Condorelli che ha stimolato gli ospiti verso la riflessione sui temi di scottante attualità relativi alla criminalità organizzata sul territorio. La deputata Simona Suriano, che vive proprio a San Giovanni La Punta, ha evidenziato “il grande valore civico nell’organizzare un incontro di così alto profilo su temi di stringente attualità e in Comune, purtroppo, sciolto per mafia per ben due volte”.

“Soltanto con la consapevolezza e la conoscenza – ha chiosato Suriano – si può ottenere una coscienza critica da parte dell'intera cittadinanza”. Il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, nel corso del suo intervento, ha evidenziato il ruolo della politica nel contrasto alla subcultura mafiosa: “La classe politica non si è resa conto che deve sposare l’antimafia. Un’antimafia che si estrinseca in atteggiamenti pratici, concreti e per questa ragione, ora più che mai, è fondamentale il ruolo della scuola”. Morra ha poi sottolineato il compito delle agenzie educative nella lotta contro le distorsioni criminali: “Sono sempre in stretto contatto con la ministra Azzolina che è siciliana e conosce benissimo la valenza dell’istruzione contro il fenomeno mafioso. La battaglia si combatte, soprattutto, sul piano culturale. Poi servono altri strumenti e altre sensibilità: non basta il carcere duro per i boss ma occorre battersi contro chi fiancheggia, contro chi gira la testa dall'altra parte, contro chi preferisce il silenzio”. Il magistrato Sebastiano Ardita ha parlato della necessità e dell'urgenza di dare prospettive e futuro ai giovani: “Chi è in una condizione sociale di svantaggio spesso non esita a fare qualsiasi cosa pur di arrivare a ottenere un posizione in seno alla gerarchia criminale. I recenti fatti di sangue avvenuti a Catania sembrano suggerire questa direzione. Così sono convinto che la mentalità mafiosa si riuscirà a scardinarla dando alternative valide a chi sente di non avere alcuna prospettiva”.

Ha concluso i lavori Giusy Rannone, candidata sindaco a San Giovanni La Punta: “Io ho fatto una scelta di vita: ho lasciato il mio lavoro a Milano pur di tornare nella mia terra e ho speso gli ultimi cinque anni della mia vita nelle battaglie per la trasparenza e la legalità all’interno del consiglio comunale. Non posso tollerare il mio paese sia ancora additato come mafioso e non voglio che vi siano ancora, come accaduto in passato, connivenze e zone grigie. Ho subito anche minacce per le mie denunce ma non mi sono fermata e non mi fermerò nemmeno da sindaco”.

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