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Adorno (M5S): "Archiviata la querela contro di me sporta dall'assessore Bonaccorsi"

Dopo la procura, anche il tribunale etneo dispone l'archiviazione della querela presentata da Roberto Bonaccorsi contro la consigliera sui "bagni d’oro" del Comune di Catania

E’ stata archiviata la querela per diffamazione presentata dal vicesindaco e assessore al patrimonio, bilancio e partecipate del comune di Catania, Roberto Bonaccorsi, nei confronti di Lidia Adorno, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle. I fatti si riferiscono ad un post pubblicato su Facebook dalla Adorno il 16 maggio del 2019 sui “bagni d’oro al Comune di Catania”, che denunciava lo sperpero di denaro pubblico per il servizio di pulizia e custodia dei servizi igienici.  Bonaccorsi riteneva inoltre fosse stata sempre la Adorno a rendere pubblico il contenuto di una telefonata intercorsa tra lui e Giovanni Grasso, successivamente espulso, dal M5S. Nella conversazione, inerente la seduta del consiglio comunale di Catania del 20 maggio 2019, i due discutevano proprio della consigliera e della sua azione politica.

In merito alla querela, la Procura etnea aveva presentato richiesta di archiviazione già il 23 settembre 2020, ritenendo che "le espressioni utilizzate nel post, pur veicolate in forma aspramente critica [...] sono state articolate con argomentazioni che non si sono risolte in una mera aggressione [...] poiché hanno esplicitato le ragioni del giudizio negativo collegato agli specifici fatti” specificando, inoltre come fatti e circostanze risultassero veritieri e sottolineando la rilevanza sociale e l’attualità del post pubblicato sul profilo Facebook di Lidia Adorno. Giorno 9 aprile, anche il Tribunale di Catania ha disposto, per la seconda volta, l’archiviazione del procedimento, sorto a seguito dell’opposizione dei legali di Roberto Bonaccorsi presentata alla precedente richiesta di archiviazione della Procura.

“Ho saputo delle indagini, come da prassi ad insaputa dell'indagato, il 16 dicembre scorso. Dopo un anno e mezzo dalla pubblicazione del post – spiega Lidia Adorno - mi è arrivato l'ordine a comparire dinanzi la polizia giudiziaria per l'identificazione, senza che io continuassi a conoscerne le motivazioni. Finché, lo scorso febbraio, mi è stato notificato un avviso di procedimento in Camera di Consiglio. C’è una frase ideomatica catanese che rende benissimo, meglio di qualsiasi elucubrazione italiana, il concetto di ciò che in quel momento ho pensato: ‘Pigghiuau di supra pi non sbagghiari’. Adesso, e lo dico con enorme soddisfazione e orgoglio, il Tribunale di Catania, ancora una volta, ha emesso un’ordinanza di archiviazione in mio favore, poiché il post chiamato in causa, faceva riferimento ad un fatto vero e le mie dichiarazioni erano un giudizio politico rientrante nel diritto di critica, prerogativa che qualsiasi consigliere comunale può esercitare. Ha vinto - conclude la Adorno - ancora una volta la giustizia nella quale ho riposto da sempre la mia fiducia, ha vinto la verità!”.

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