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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Dall'Ars un faticoso via libera alla Finanziaria, ma la maggioranza implode

Con 35 voti favorevoli e 24 contrari l'Ars ha approvato i documenti contabili. Dopo i ko incassati dal Governo, il presidente dell'Assemblea Miccichè ha stralciato le norme restanti: "E' saltato 'il banco'. Prendiamone atto. Interroghiamoci tutti". L'ira di Musumeci: "Ascari nella maggioranza". Il Pd: "Oggi Waterloo del Governo"

Con 35 voti favorevoli e 24 contrari l'Ars ha approvato la Finanziaria. Il via libera arriva al termine di un percorso a dir poco accidentato. Alla "litigiosità" dell'aula si sono sommati - solo negli ultimi giorni - lo stop forzato per la positività al Covid di un collaboratore del ragioniere generale della Regione, poi l'eco dell'inchiesta sulla presunta manipolazione dei dati Covid che vede indagato l'ormai ex assessore alla Salute Razza (che si è dimesso e il suo incarico è stato assunto ad intermin da Musumeci ndr) e ancora le lotte intestine nella maggioranza che hanno affossato una serie di provvedimenti. A fare da sfondo, le ripetute proteste dei vari settori, dalle imprese al commercio e dai taxi al mondo dello spettacolo, scesi in piazza per chiedere attenzione e risorse. Dopo la Finanziaria, l'Ars ha approvato anche il bilancio della Regione. Al documento è allegato anche il piano di rientro previsto dall'intesa raggiunta tra Stato e Regione sul rientro dal disavanzo di 1,7 miliardi di euro. L'Aula ha votato i documenti con 32 voti favorevoli e 23 contrari.

Le norme approvate

Tra le norme approvate c'è la stabilizzazione per 4.571 lavoratori Asu. Oltre ai 37 milioni già stanziati, come negli scorsi anni per il pagamento del sussidio, il Governo ha aggiunto ulteriori 10 milioni per il 2021 e 15 milioni per il 2022 e 2023. Semaforo verde ai ristori per i lavoratori stagionali (con un fondo di dieci milioni), per il settore del wedding e delle maestranze dello spettacolo e per il comparto della moda. Sì anche al riconoscimento degli oss nelle strutture private, alle borse di studio per gli specializzandi in Medicina, ai fondi per gli studenti disabili. E ancora approvata la norma per l’installazione d’impianti di videosorveglianza all’interno di case di riposo e asili nido, quella per la riforma della commissione Via-Vas. C'è però anche il contestato aumento a 160 mila euro del tetto dello stipendio del portavoce del presidente della Regione. Tra le norme rimaste fuori quella per la realizzazione di un museo del Liberty nell'area dell'ex Villa Deliella, a Palermo, che era stata avanzata da Marianna Caronia.

"La Sicilia - commenta amareggiata - ha uno dei patrimoni culturali più grandi del mondo. Palermo è stata capitale della cultura qualche anno fa e ha tanti monumenti parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. La cultura è da sempre uno dei motori della nostra città, del suo sviluppo e della sua economia. Ma sulla cultura, proprio oggi Palermo ha subito uno smacco grave, ed è stata sacrificata sull'altare dei rapporti interni dalla maggioranza di governo. A uscire sconfitta in questa vicenda sono la politica, la cultura, la città di Palermo". Quanto al capitolo "ristori" è rimasto un "tesoretto" da 250 milioni di euro. Il governo Musumeci ha deliberato l'impiego delle risorse, provenienti dalla rimodulazione del Fondo di sviluppo e coesione, per per le aziende colpite dalla crisi dovuta alla pandemia. Nel pomeriggio, le associazioni datoriali sono state invitate nella sede della presidenza della Regione a partecipare all’incontro, coordinato dal capo di gabinetto vicario, Eugenio Ceglia, per esporre le loro proposte e concertare una modalità condivisa per l'erogazione dei contributi. Obiettivo, evitare di distribuire somme irrisorie e assicurare tempi rapidi.

"Ai rappresentanti delle imprese - ha detto l'assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano che ha presieduto la riunione, rappresentando tutto il governo regionale - chiediamo di condividere una proposta comune su modalità e tempi. Proviamo a costruire tutti insieme un meccanismo che individui i criteri ed eviti lungaggini. Il governo regionale sta facendo il massimo per recuperare risorse non impegnate di provenienza comunitaria all'infuori della Finanziaria e stiamo lavorando per aggiungerne altre ancora. Adesso è il momento di lavorare assieme, perciò dalle indicazioni che ci avete dato faremo una sintesi da condividere prima della pubblicazione del bando, così da rendere questi ristori, anche se non risolutivi, più soddisfacenti possibile".

Gli scontri interni

I ripetuti ko incassati dal Governo - col voto segreto - hanno acceso gli animi. "Quest'aula - ha detto lo stesso presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè - non risponde più al Governo, parlo della maggioranza. Non siamo più in condizione di votare, è saltato il banco. Qualsiasi norma che metto al voto viene bocciata. Ne dobbiamo prendere atto e dovremo interrogarci sul perchè siamo arrivati a questo punto: se dipende dalla classe dirigente, dagli errori fatti. Io per primo mi devo interrogare, ma non posso permettere di fare bocciare tutto. In un'assemblea normalmente c'è una maggioranza e un'opposizione. Mi sembra che questa logica sia saltata". Da qui la decisione di stralciare alcune norme rimaste in sospeso passando all'approvazione delle tabelle e al voto finale. Di "ascari" nella maggioranza ha parlato il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha sottolineato la bontà di alcuni provvedimenti che però sono caduti sotto ai colpi dei franchi tiratori nel centrodestra. "Subito dopo la Finanziaria - ha detto - saranno adottate con un atto amministrativo tutte le misure necessarie affinchè siano trasformate in realtà le iniziative lodevoli che quest'Aula, con voto segreto e con l'ascarismo di qualcuno della maggioranza, ha ritenuto di dovere bocciare. E' un impegno formale".

Le reazioni dei partiti

 "Bilancio e legge di stabilità - commenta l'assessore all'Economia, Getano Armao - segnano un rafforzamento delle misure di ristrutturazione finanziaria della Regione nel solco dell'impostazione del Governo regionale e recano interventi che sono volti, nel rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, a proseguire nel percorso di risanamento dei conti pubblici regionali, tenendo conto anche delle previsioni dell'Accordo stipulato tra la Regione Siciliana e lo Stato in data 14 gennaio 2021". Per Armao"Bilancio e manovra, che mobilitano quasi 20 miliardi in Sicilia, contestualmente si pongono anche l'obiettivo di fronteggiare gli effetti economici e sociali dell'emergenza sanitaria in corso, prevedendo misure di sostegno in favore di alcune categorie particolarmente colpite dalle restrizioni legate alla pandemia, facendo ricorso prevalentemente a fondi extraregionali, che saranno ampiamente utilizzati a tale scopo, a prescindere dallo strumento legislativo, da parte della Giunta di Governo mediante la riprogrammazione delle risorse nazionali ed europee già avviata". Di un "lavoro imponente" e una "legge di stabilità che affronta tante emergenze e risolve problematiche quali la stabilizzazione dei precari Asu" parlano in una nota i in una nota i capigruppo di maggioranza Tommaso Calderone, Eleonora Lo Curto, Toto' Lentini, Antonio Catalfamo, Elvira Amata e Alessandro Aricò.

"L'iter - dicono - è stato farraginoso a tratti perchè il ddl originario del governo conteneva solo 60 articoli che, nell'esame delle commissioni e dell'aula, sono lievitati a 135. Era evidente che su alcuni di questi si potessero registrare divergenze tra le forze parlamentari al punto di stralciarli o bocciarli. Nel complesso la legge di stabilità dà risposte significative a tante categorie che le attendevano, mette in sicurezza i bilanci degli Enti locali, dà copertura alle norme a favore dei disabili e chiude la fase della riscossione autonoma in Sicilia facendo transitare le funzioni all'Agenzia delle Entrate con la salvaguardia dei posti di lavoro per il personale della partecipata regionale". Per il capogruppo Pd, Giuseppe Lupo, "Il governo regionale è al capolinea per ammissione del suo presidente, questa Finanziaria è la Waterloo di Musumeci". Sulla stessa linea Claudio Fava, deputato dei Cento passi all'Assemblea regionale siciliana.

"La maggioranza - dice - non esiste più. All'incredibile somma di strafalcioni e menzogne sull'emergenza Covid si aggiunge adesso un dato politico incontestabile: la Finanziaria è stata affondata dal voto contrario di molti parlamentari del centrodestra. Ragioni morali e sostanziali dovrebbero indurre il presidente Musumeci a prenderne atto e a chiudere la sua esperienza di governo adesso. Nell'interesse di tutti". Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Di Caro, attacca a testa bassa Musumeci: "Non è certo un bel periodo per il presidente della Regione. Dopo aver dovuto rinunciare, giocoforza, a Razza, uno dei suoi assessori di punta, nonché suo braccio destro, Musumeci deve ora prendere atto che il suo governo è alla frutta e non può più contare su una maggioranza a sala d’Ercole, come dimostrano le numerose volte che l’esecutivo è andato sotto".

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