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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Elezioni nazionali, i futuri candidati catanesi scaldano i motori

Appena uscita dalla corsa elettorale per l'Assemblea siciliana, Catania si appresta ad affrontare altri due momenti decisivi per la sua vita politica. Ecco chi sono i probabili candidati che gli opposti schieramenti presenteranno per il parlamento nazionale

Appena uscita dalla corsa elettorale per l'Assemblea siciliana, Catania si appresta ad affrontare altri due momenti decisivi per la sua vita politica. Le elezioni del Sindaco e dei componenti del consiglio comunale, in giugno, e le politiche nazionali in primavera. Per entrambi i momenti, dopo i risultati ottenuti dagli schieramenti a Palermo ma, soprattutto, con l'arrivo delle nuove leggi elettorali, gli scenari potrebbero prospettare novità e imprevisti. A partire proprio dai nomi dei candidati che verranno presentati dagli opposti schieramenti.

L'esperimento del cosiddetto Rosatellum bis sta infatti creando il panico all'interno delle formazioni in cui tra deputati uscenti e nuovi volti, le segreterie dei partiti dovranno assumere un ruolo decisivo per il posizionamento dei futuri candidati. La legge, come si sa, ha introdotto un doppio sistema in cui il 37% dei seggi sono assegnati con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali (ovvero, in ogni collegio viene eletto il candidato che ottiene più voti), mentre il restante 60% vengono ripartiti tra coalizioni e singole liste che abbiano superato lo sbarramento, utilizzando listini bloccati plurinominali. 

Il centro-destra

Conti alla mano, la maggior parte dei seggi in Sicilia spetteranno al centro-destra e al Movimento Cinque stelle. In casa Forza Italia, attualmente gli scenari che si stanno aprendo sono vari: tra i più quotati per il parlamento nazionale svetta sicuramente il nome di Dario Daidone, primo dei non eletti a Catania alle regionali appena trascorse. Insieme al suo, avanzano anche la proposta di Elio Tagliaferro, dell'ex "bianchista di ferro" Alessandro Porto e del consigliere comunale Riccardo Pellegrino, anch'egli non eletto all'Ars, ma forte di un bacino di voti non indifferente. Per loro, come per gli altri della futura coalizione, resterà da capire se verranno candidati con l'uninominale o nella quota bloccata del plurinominale. Stesso discorso vale per il capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale Manlio Messina che, dopo aver ottenuto un ottimo risultato alle regionali con il suo candidato ed aver portato una buona fetta di preferenze all'esecutivo di Nello Musumeci, preme ora per una candidatura nazionale. Spetterà dunque a Giorgia Meloni battere il pugno sul tavolo per inserirlo nel plurinominale. 

In area autonomista invece si fa sempre più pressante il nome di Giuseppe Lombardo, nipote dell'ex presidente Raffaele e cugino dell'ex deputato Ars Toti. Il giovane, in un primo momento, voleva candidarsi per le regionali nella lista di Forza Italia, ma il rifiuto degli azzurri ha stoppato la sua corsa. Un veto che però non l'ha scoraggiato, riuscendo ad eleggere un suo uomo all'Ars, Filippo Privitera, ex sindaco di Camporotondo etneo, con ben 4.800 preferenze. Un risultato che, di fatto, l'ha reso il secondo più votato dopo Compagnone, il candidato che più di tutti ha goduto dell'appoggio di Raffaele Lombardo. Il gruppo giovanile alle sue spalle, dunque, rivendica oggi la candidatura di Giuseppe, che come assicurano dai suoi stessi ambienti "non è sicuramente un Trota". 

Il centro-sinistra

Discorso diverso per la futura coalizione di centro-sinistra che, sempre secondo la geografia di preferenze restituita dall'elezione dell'Ars, potrebbe contare solo su di un seggio scatta un seggio, forse due. Sembra ormai conclusa l'alleanza di governo con gli alfaniani tra i quali, dopo la scissione dell'atomo in AP, Giovanni La Via che dopo aver sostenuto la candidatura a presidente della Regione di Fabrizio Micari pare stia rientrando in Forza Italia. In Catania Futura, dall'altra parte, ci sono i giovani consiglieri comunali Carmelo Coppolino, primo dei non eletti alle regionali, e Agatino Lanzafame che - dopo il risultato delle scorse elezioni - potrebbero sperare in un posto romano. All'interno del Partito democratico, dove la parte del leone la fa sicuramente il campione di preferenze Luca Sammartino, è quasi certo il nome di Valeria Sudano che, tuttavia, potrebbe lasciare il posto a qualcun altro. Che comunque salirà, data la potenza di fuoco del deputato regionale. Partita apertissima ma poco chiara per tutti gli uscenti. Dopo il buen retiro di Giovanni Burtone, tornato al governo cittadino di Militello in Val di Catania, resta da capire cosa faranno Luisa Albanella e Giuseppe Berretta che potrebbero lasciare il campo alla quota CGIL rappresentata da Concetta Raia ed Angelo Villari, forte delle sue 11 mila preferenze a livello regionale. Ancora nebulosa la situazione in Liberi e Uguali di Pietro Grasso che molto probabilmente non riuscirà ad esprimere un suo riferimento etneo ma che, senza dubbio, darà molto fastidio al Partito democratico. 

Il Movimento Cinque Stelle

Buio assoluto a livello Cinquestelle dove, in questi giorni, sta circolando il nome del senatore Mario Giarrusso come possibile futuro candidato sindaco ma che, in realtà, non ha ancora deciso quale sarà la metodologia di selezione dei suoi candidati. Storicamente affidata alle consultazioni online sulle piattaforme del Movimento, si pensa che anche questa volta i grillini presenteranno un parterre di cittadini più o meno sconosciuti per ambire al Parlamento. Un meccanismo che, fino ad oggi, ha portato a buoni risultati e che, forte delle grosse percentuali ottenute a sostegno della presidenza di Giancarlo Cancelleri, potrebbe garantire un peso importante anche a Roma. 

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