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Codice Rosso, dal consiglio comunale una proposta di modifica della legge

Nel corso di alcune audizioni l'ottava commissione, presieduta da Sebastiano Anastasi, ha elaborato un documento per proporre dei correttivi a tutela delle donne. Il consiglio comunale ha approvato all'unanimità una mozione che sarà trasmessa al Parlamento

Il Codice Rosso, la legge volta a tutelare le donne, ha rappresentato un passo in avanti nella lotta al femminicidio e alla violenza di genere. Però - come già approfondito dal nostro giornale con una intervista all'avvocato Ferrante - la legge potrebbe essere migliorata sotto alcuni versanti. Un miglioramento che consentirebbe una maggiore tempestività e potrebbe evitare ulteriori femminicidi specie in ambito familiare: lo scorso anno se ne sono contati 83 e dei 199 delitti commessi da gennaio ad oggi, 83 sono donne e oltre la metà sono state uccise dal partner o da un ex.

Così l'ottava commissione, a seguito di un percorso di audizioni tra cui proprio quella dell'avvocato Ferrante in rappresentanza dell'associazione Difesa e Giustizia, ha elaborato una mozione che è stata approvata durante la seduta del consiglio comunale di ieri sera. Il documento, approvato con voto unanime, verrà girata alla presidenza del consiglio dei ministri, al ministro della giustizia e alle presidenze di Camere e Senato.

"Come commissione - spiega il presidente Sebastiano Anastasi - abbiamo avviato un percorso di ascolto e analisi per comprendere ove poter incidere a tutela delle donne. Abbiamo elaborato la nostra proposta per coprire alcuni vulnus della legge del Codice Rosso. Noi non abbiamo potere per modificare una legge nazionale ma possiamo rappresentare questa volontà di cambiamento come Comune di Catania. E' necessario che vi siano tutti gli strumenti normativamente adeguati per tutelare le donne, specie quelle che subiscono violenze nell'ambito familiare o dagli ex compagni".

Le proposte migliorative contenute nella mozione sono quelle relative alle procedure. Si chiede infatti di "approvare nuove modalità di comunicazione obbligatoria alla persona offesa (quindi alla donna che denuncia; ndr) del numero di procedimento e del nome del magistrato assegnatario del fascicolo, comunque entro e non oltre le ventiquattro ore dalla presentazione della denuncia - querela".

Inoltre si è chiesto di prevedere due modalità distinte in ordine ai seguenti casi: presentazione della denuncia - querela presso le forze dell’ordine con comunicazione del numero di procedimento e del magistrato anche a mezzo dei Consigli degli Ordini degli Avvocati; presentazione della denuncia - querela a mezzo di avvocato nominato in calce all’atto con  comunicazione diretta a mezzo pec al difensore. La mozione chiede anche di modificare la legge in merito alla presentazione della richiesta delle misure cautelari al giudice per le indagini preliminari "attribuendo tale facoltà anche all’avvocato difensore che, in ossequio ai poteri assegnati dal codice di procedura penale e dalle norme sulle Indagini difensive, possa avanzare richiesta previo parere obbligatorio ma non vincolante al pubblico ministero titolare dell’indagine".

Infine la mozione mutua alcuni paletti della normativa anti droga da applicare anche per chi è accusato di maltrattamenti. Paletti che riguardano le sanzioni amministrative come la sospensione della patente, del porto d'armi, del passaporto e l'avvio di un percorso di cura nei centri dedicati.

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