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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Comunali, Emiliano Abramo si candida a sindaco: "Fare luce su una città oscura"

Con una mossa "a sorpresa" il presidente della Comunità di Sant'Egidio ha presentato questa mattina la sua candidatura a sindaco di Catania. Una scelta "alternativa e non contro Enzo Bianco", ha spiegato, "per fare luce sui tavoli oscuri della città"

L'aria era sicuramente quella delle grandi occasioni, questa mattina all'hotel Excelsior, e chi - da mesi - aveva subodorato questo passo, non ha più avuto dubbi: il momento è arrivato. Con una mossa a "sorpresa" il presidente della Comunità di Sant'Egidio Emiliano Abramo ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Catania. Una proposta che, come ha spiegato lui stesso sin da subito, non è stata pensata "contro Enzo Bianco", ma "in alternativa", con un "progetto fortemente civico che vada al di là dei partiti". Un collegamento inevitabile, quello con l'attuale primo cittadino uscente, vista l'antica collaborazione tra i due e l'appoggio di Abramo alla candidatura alla presidenza della Regione di Fabrizio Micari. Ma non solo. Il vero trait d'union tra i due sembrerebbe essere la base elettorale, quella società civile che un tempo aveva supportato Bianco e che, rassegnata innanzi agli scarsi risultati ottenuti, ha deciso di andare oltre. "C'è stato un tempo un dialogo con Enzo Bianco, ma adesso non è più così", ha chiarito in modo laconico Abramo.

La società civile

Un'idea che, ad osservare la platea, sembrerebbe aver messo insieme molte anime della città, partendo proprio da molti ex collaboratori del Sindaco che "non si identificano più nella politica dell'apparenza", come chiarisce Abramo. Insomma "quella parte sana della città a cui appartengo e a cui voglio dar conto - specifica meglio - che non vuole più essere in gabbia e vuole fare luce sui tavoli oscuri in cui si decide realmente la politica". Un tema centrale nel discorso del neocandidato, quello dell'alternanza buio-luce, oscurità e chiarezza, chiaramente proveniente dalla sua casa di origine, quella dell'associazionismo cattolico, che Abramo utilizza per spiegare la discontinuità della sua proposta. Non più basata su una contrapposizione ideologica della politica ma in frattura tra "presentabili e impresentabili". "Credo che ci sia bisogno di un alternativa al sistema che attualmente governa la città - afferma all'inizio del suo discorso alla stampa - Bisogna uscire dal particolarismo, in modo tale da far sentire i catanesi parte di un paese, l'Italia, che vuole ripartire proprio dall'attenzione per i territori".

La giustizia

"Uno dei grandi temi che sento la necessità di affrontare sin da subito - afferma Abramo - è quello della legalità, che deve essere diffusa e per tutti". "Mi sembra che il termine si sia applicato spesso al mondo dei piccoli commercianti, delle bancarelle, senza però tenere conto dei grandi tavoli. Non mi preoccupa la legalità di chi ha le mani che puzzano di pesce - aggiunge - ma quella che non guarda mai ai tavoli dove c’è il buio, quelli che non conosciamo, che non si vedono". "Sento la necessità di fare chiarezza - spiega ancora - di fare luce per capire realmente cosa sta succedendo. Dobbiamo avviare un percorso di legalità, pensare ad un'amministrazione futura che sappia dialogare anche con le altre istituzioni. Credo sia necessario andare in questa direzione, sapendo che ci sono state delle resistenze in passato". 

Economia e rifiuti

Una visione che si accompagna, necessariamente, ad una "nuova concezione dell'economia". "Guardo a questa città che vive in una situazione di dissesto finanziario, ovvero il baratro. Accompagnare verso questa direzione non è un comportamento da padri di famiglia responsabili quali noi dobbiamo essere - attacca Abramo, facendo riferimento chiaramente alla scelta dell'attuale amministrazione - Si deve capire quali sono invece gli sprechi, fare chiarezza sul modo in cui vengo utilizzati i soldi e capire che spendere centinaia di migliaia di euro in fuochi d'artificio non è un comportamento che siamo disposti a tollerare in futuro". Nel suo discorso Abramo parla inoltre di gestione e raccolta dei rifiuti, denunciando che "non esiste una raccolta differenziata reale" e che "non abbiamo accesso alle sovvenzioni", con il risultato di aver sostanzialmente "abbandonato la città a se stessa". "Perché nessuno vuole partecipare ai bandi per l'affidamento di questo importante servizio?", si chiede il candidato. 

Il piano regolatore

Ma l'attacco frontale al sindaco Bianco arriva infine nei confronti della modalità con la quale l'attuale primo cittadino ha gestito la vita all'interno del Consiglio comunale. Un luogo "gravemente calpestato che raramente ha visto la presenza fisica del suo Sindaco". Abramo chiarisce: "Non è un'accusa ad Enzo Bianco, ma non credo sia dignotoso scavalcare il luogo che più di tutti è preposto all'amminstrazione della vita politica della città". Si è parlato infine del piano regolatore generale di Catania, "atteso da tempo ma che ancora non è arrivato", come esempio di una più generale "mancanza di visione". "Il piano è uno strumento fondamentale per capire come evolve la nostra città, per avere un'idea più ampia di gestione degli spazi e del verde - argomenta Abramo - La politica delle panchine è inaccettabile nei confronti di una città che utilizza il cervello, la distribuzione del verde pubblico è un'altra cosa". 

Le alleanze

Per chi, infine, si chiede come intende posizionarsi il nuovo candidato all'interno dello scacchiere delle allenze, Abramo è stato chiaro: "Siamo una proposta civica che accoglie tutti coloro i quali sposano quest'idea di città che siano di destra, di centro o di sinistra". 

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