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Regolamento per i chioschi: il consiglio non lo discute e manca il numero legale

Il punto all'ordine del giorno ormai da febbraio non ha visto ancora la sua discussione per mancanza del numero di consiglieri. Eppure il regolamento servirebbe per dare regole al settore e per evitare i continui ricorsi al Tar contro il Comune (e quindi il pagamento delle spese legali)

Si attende da 30 anni un regolamento per stabilire regole e paletti per l'apertura dei chioschi in città. Però, nonostante vi sia una proposta di delibera tra i punti da trattare in consiglio, ancora non è stata discussa. Come mai? Eppure la proposta di regolamento era stata presentata ormai quasi tre anni fa, alla fine del 2019, dai consiglieri Manfredi Zammataro e Bartolo Curia che avevano curato l'iter di stesura del testo con le rispettive commissioni che presiedono (Urbanistica e Mobilità). Ma a distanza di tempo nulla si è mosso: il punto all'ordine del giorno del consiglio comunale o è stato "superato" dai prelievi o non è stato nemmeno discusso perché è caduto, più volte, il numero legale.

Il chiosco è una grande tradizione catanese ma nel corso del tempo ne sono nati tantissimi, spesso in modo caotico. Per questo i consiglieri proponenti avevano avviato confronti con le associazioni di categoria per stilare regole chiare e trasparenti contro la proliferazione incontrollata di nuove strutture.

Infatti i consiglieri Zammataro e Curia, in occasione della presentazione del regolamento, avevano detto: "L’assenza di questo importante strumento normativo ha causato, nel corso degli anni, una proliferazione selvaggia dei chioschi nei luoghi  più disparati della città senza la possibilità – da parte delle varie amministrazioni – di poter normare e armonizzare questo tipo di attività nel contesto urbano”.

Tra l'altro l'assenza di regole codificate aveva portato il Comune a soccombere in diversi giudizi dinanzi al Tar. Difatti molti imprenditori che volevano aprire un chiosco, a fronte del diniego dell'ente, si rivolgevano alla giustizia amministrativa e spesso vi sono state sentenze di condanna contro il Comune che hanno consetito da una parte l'apertura (proprio in assenza di uno strumento normativo) e dall'altra hanno aggravato i costi per Palazzo degli Elefanti che ha dovuto sostenere le spese legali.

Le intenzioni dei proponenti sono quelle, da un lato, di facilitare l’iniziativa privata in un contesto di regole chiare e certe e dall'altra di gestire in modo migliore la presenza dei chioschi sul territorio comunale. Il regolamento prevede inoltre anche diversi dettagli sui materiali da usare per la costruzione del chiosco al fine di avere un impatto visivo omogeno e gradevole. Riuscirà il consiglio comunale a discuterlo, eventualmente ad emendarlo e poi ad approvarlo? 

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