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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Maggioranza in frantumi e "Giuffrida Pigno": il "delitto perfetto" del consiglio comunale

La seduta per eleggere il vice presidente vicario del civico consesso, dopo le dimissioni di Carmelo Nicotra, diventa uno psicodramma: mancano i voti che vengono divisi tra Salvo Giuffrida (con due preferenze contestate) ed Emanuele Nasca, ex grillino adesso nella Lega

"Chi ha più tela, tesse". Il vecchio adagio si adatta alla situazione emersa durante il consiglio comunale di ieri sera: la tela della maggioranza non era sufficiente, mentre quella dell'opposizione e dei "malpancisti" era abbastanza lunga, tanto da mettere in difficoltà l'amministrazione. Il casus belli è l'elezione del vicepresidente vicario del consiglio comunale, di per sé una figura non fondamentale (e non ha neanche indennità aggiuntive) ma solo una pedina nello schiacchere dei posizionamenti. Figura rivestita in questi 4 anni da Carmelo Nicotra, oggi in FdI e candidato per le regionali, ma che avrebbe dovuto vedere un "avvicendamento" almeno 2 anni fa a seguito del "sorteggio" avvenuto con gli altri componenti della maggioranza. Il candidato in pectore della maggioranza è Salvo Giuffrida, consigliere di esperienza e con una solida base elettorale, ma qualcosa è andato storto.

La convergenza verso l'ex grillino

Che l'aria fosse un po' tesa - proprio in occasione del rientro in presenza contemporanea dei consiglieri, quindi senza videocollegamenti - si è capito sin dall'inizio. Sara Pettinato ha annunciato la sua uscita dal gruppo consiliare di Fratelli d'Italia per motivi che spiegherà nel corso di una conferenza stampa il prossimo sabato. E' approdata, per adesso, al gruppo Misto e in aula è iniziata la conta dei voti per Giuffrida. Presente anche l'ex consigliere Tuccio Tringale, uomo di Pogliese, per "monitorare" i lavori del consiglio ma la votazione ha dato un responso che ha dimostrato una profonda fattura nella maggioranza. Per fare un paragone è accaduto qualcosa di simile a ciò che si è visto all'Ars in occasione del voto dei grandi elettori, dove il presidente Musumeci è arrivato ultimo tra le tre posizioni disponibili.

Infatti Giuffrida ha ottenuto 16 voti, non sufficienti per l'elezione, e Nasca ne ha ottenuti altrettanti oltre la presenza di tre schede bianche. Come in tutte le elezioni del genere i consiglieri hanno "marchiato" il loro voto: c'era chi ha scritto "S.Giuffrida" o "Salvo Giuffrida", chi "E.Nasca" o "Emanuele Nasca" ma c'è anche chi ha scritto "Giuffrida Pigno". Sono stati due i voti "segnati" in questo modo, riprendendo quindi il nome del consigliere e il suo quartiere d'appartenza. Un modo di certo balzano che ha scatenato le ire dell'opposizione che ha chiesto la nullità dei due voti e la sospensione della seduta.

Giuseppe Gelsomino, Salvo Di Salvo e Graziano Bonaccorsi - tutti esponenti dell'opposizione - hanno chiesto più volte lumi al segretario generale che nel suo parere ha invece affermato di considerare validi i voti, in quanto si doveva interpretare la volontà dell'elettore. Il consigliere Di Salvo ha preannunciato l'intenzione di valutare un esposto alla procura della Repubblica su quanto accaduto. Il capogruppo di Grande Catania Anastasi, con toni fermi e perentori, ha richiamato all'ordine ma anche all'importanza di tutelare "la libertà" del consiglio comunale. Ma la tensione, già alle stelle, ha portato alla sospensione per mancanza del numero legale della maggioranza. 

Cosa è accaduto? Di certo c'è stata una fronda tra Lega e Autonomisti che avrebbe portato a un voto per Nasca (adesso nel gruppo del Carroccio). Le "tensioni" sono le medesime che si susseguono da mesi: il "caso" Sidra, la balcanizzazione di alcune caselle di sottogoverno, il "caso" Porto con l'avvicendamento di Barresi e una "difficoltà" di dialogo. L'occasione per i gruppi di opposizione è stata ghiotta: Nasca è pur sempre un ex M5S e ha mantenuto buoni rapporti con i colleghi e quindi il sostegno è stato trasversale, con gli uomini di Sammartino e Sudano che non potevano non votare l'ex pentastellato.

Adesso la maggioranza - dopo questo "trillo" - dovrà trovare la quadra. Un insieme di caselle da ricomporre, guardando anche all'alveo provinciale. Ad esempio Carmelo Nicotra, in FdI, ha la sorella Daniela nella giunta di Misterbianco in quota meloniani in un gioco di intrecci che garantisce la posizione di Forza Italia a Catania (con l'assessore Cristaldi) a dispetto dell'ormai unico consigliere azzurro, Giovanni Petralia. I rumors parlano di una forte irritazione nei "piani alti" di Palazzo degli Elefanti, ventilando addirittura l'ipotesi di dimissioni. La notte avrà portato consiglio? Di certo il civico consesso sarà chiamato ancora alla votazione di atti importanti e una quadra, nella composita maggiornza, va trovata. 

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