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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Cuffaro relatore all'Ars, Fava: "Va bene, ha già scontato la sua pena"

Il presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, difende la possibilità data all'ex governatore, condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra, di relazionare all'Assemblea Regionale

Scoppi la polemica sull'intervento all'Ars dell'ex governatore Totò Cuffaro, condannato in via definitiva per favoreggiamento a Cosa Nostra e, per questo, detenuto a Rebibbia dal 2011 al 2015. Sul caso è intervenuto anche il catanese Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia regionale, che ha espresso la sua approvazione circa la possibilità di relazionare concessa all'ex presidente della Regione. "Il manicheismo è una bandiera facile da innalzare - spiega Fava su Facebook - non si paga mai pegno e ci rende tutti eroi. Leggo di vibratissime proteste perché un ex detenuto, che ha scontato interamente la propria pena, viene invitato a discutere (con il direttore del carcere di Palermo e con il garante per i detenuti) di galera, pena e riabilitazione. Vibratissime proteste perché l’ex detenuto in questione è Totò Cuffaro. Magari se fosse stato un rapinatore, un omicida, un terrorista o un tangentista nessuno si sarebbe strappato le vesti. Ma è Cuffaro, ex galeotto, pena scontata. E la piazza ha deciso: gli altri sì, lui no".

"Si obietta che il convegno si terrà all’ARS, e siccome il suddetto fu condannato per favoreggiamento mafioso mentre era presidente della Regione, vada ovunque ma non metta mai più piede a Palazzo dei Normanni! - aggiunge il presidente - Lo direi anch’io se l’avessero invitato a discettare di politica: Cuffaro vada pure dai suoi amici, dai suoi ex sodali di partito, nelle sue parrocchie: ma non all’ARS. Ma l’hanno invitato a parlare ad un convegno che s’intitola «Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti». Dunque? Dov’è lo scandalo? Deve tacere perché si chiama Cuffaro? Ci fa così paura da togliergli il diritto di parlare della sua esperienza di detenuto assieme a un direttore di carcere e al garante dei detenuti?". 

"Se fosse davvero così - continua - invece di fingerci indignati dovremmo emanare un editto che tolga ai politici condannati per mafia ogni diritto, ogni dignità, ogni rispetto. Chiudiamoli in galera e buttiamo via la chiave. E magari alziamo le forche in piazza, che alla pancia degli italiani piacciono tanto. Poi però non lamentiamoci di quelli come Salvini che se ne fottono della Costituzione e dei diritti degli individui ritenendo, per il bene della patria, che quei diritti possano essere soppressi con un tweet".

"Io non ho nulla a che spartire con Cuffaro per cultura politica, comportamenti, amicizie, pratiche, vocazioni e furbate - conclude Fava - Gli sono stato sempre, limpidamente e radicalmente avversario. Ma riconosco all’ex detenuto Cuffaro il diritto di parlare della propria esperienza di carcerato. E a chi ha voglia di ascoltarlo, di poterlo fare. E lo dico proprio perché so che organizzando i sit in di protesta davanti all’Ars c’è chi già pensa di raccattare qualche voto in più o qualche applauso in più. Ma dei voti e degli applausi che si raccolgono mostrando in piazza la faccia feroce, ecco, consentitemi, io ne faccio volentieri a meno".

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