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"Denaro in cambio di voti all'Ars", a processo l'ex candidato Riccardo Pellegrino

"50 euro per ogni singolo voto", questo il prezzo che secondo la Procura di Catania, l'ex candidato di Forza Italia Riccardo Pellegrino avrebbe pagato per ottenere consensi per essere eletto a palazzo dei Normanni. Il processo inizierà il prossimo 4 marzo

Dopo le prime notizie sulla presunta compravendita di voti che l'ex candidato di Forza Italia Riccardo Pellegrino avrebbe messo in moto per arrivare all'Ars, arriva la conferma. I pubblici ministeri della Direzione distrettuale Antimafia di Catania, Tiziana Laudani e Riccardo Bisogni, hanno disposto un decreto di citazione in giudizio per Pellegrino e per il padre Filippo. Ma non solo. Ad essere coinvolti nell'indagine ci sono anche due altri 'pesi massimi' della politica locale: l'ex sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, arrestato dagli uomini della Dia per corruzione, e Biagio Susinni, già primo cittadino di Mascali. Questi, insieme ad altri protagonisti minori, andranno a processo il prossimo 4 marzo davanti alla magistratura giudicante del Tribunale di Catania.

La replica di Pellegrino

"Affrontare il processo mi consentirà di chiarire - senza ombra alcuna - la mia estraneità alla vicenda. Continuo ad essere sereno, perché chi è a posto con la propria coscienza non ha nulla da temere. È innegabile che avrei preferito non dover affrontare un processo, ma sono convinto che il dibattimento e la possibilità di argomentare e addurre prove mi farà uscire da questa vicenda pulito e rafforzato"

I sindaci Maesano e Susinni

Il periodo in cui il giovane ex consigliere comunale di Catania avrebbe commesso i reati contestati è quello della campagna elettorale dello scorso Novembre 2017. In particolar modo, la procura contesta a Pellegrino di aver consegnato - in concorso con altri -  "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, somme di denaro al fine di ottenere consensi in favore del candidato Riccardo Pellegrino", come si legge nel decreto. "Nello specifico - continuano i magistrati - Biagio Susinni e Ascenzio Maesano mettevano in contatto Riccardo Pellegrino con Giuseppe Panebianco con la finalità di consentire la compravendita dei voti in favore del Pellegrino e mantenere così l'influenza politica del Maesano sul territorÌo di Aci Catena".

L'ex candidato ed il padre Filippo, poi, avrebbero anche consegnato a Giuseppe Panebianco e ad Ivan Andrea Guarrera "svariate somme di denaro, tra cui certamente una somma di 3.000,00 euro in cambio di un numero imprecisato di voti per l'importo di circa euro 50,00 per ogni singolo voto. In Aci Catena ed Acireale dal maggio 2017 fino al novembre 2017". 

Il giro di soldi tra Aci Catena, Vizzini, Catania e Ramacca 

Riccardo Pellegrino avrebbe inoltre consegnato denaro ad altri personaggi. Tra questi Orazio Cutuli a cui avrebbe dato "imprecisate somme di denaro ma certamente la somma di 1000 euro, per l'importo di 50 euro per ogni singolo voto, ad Aci Catena e Acireale, dal maggio 2017 fino al novembre 2017". L'ex consigliere avrebbe inoltre promesso ad Antonino Castorino, tramite Orazio Cutuli, "il pagamento della somma di euro 1300,00 per l'organizzazione di un evento nel Comune di Acicatena, al fine di ottenere consensi elettorali in favore del menzionato Pellegrino, somma effettivamente corrisposta all' esito della consultazione elettorale, In Aci Catena e Acireale dal maggio 2017 fino al novembre 2017". 

Con le stesse modalità sarebbero stati coinvolti anche Biagio Susinni, Gesualdo Briganti e Salvatore Gulisano, questa volta per i comuni di Aci Catena e Vizzini. Mentre il padre di Pellegrino, Filippo, insieme al figlio avrebbe consegnato somme di denaro a Salvatore e Antonio Di Benedetto, per ottenere voti nel Comune di Catania e Ramacca. Questa volta i pubblici ministeri parlano però di "cifre imprecisate", senza specificare la somma precisa. 

Le parole del legale di Riccardo Pellegrino

"In merito alle accuse - scriveva in una nota l'avvocato Luca Mirone al tempo della notifica di conclusione delle indagini - il mio assistito manifesta serenità e tranquillità, confidando nell'operato della magistratura, in cui ripone assoluta fiducia, che non potrà che confermare la sua estraneità a qualunque condotta di natura penale".

CataniaToday intervista Riccardo Pellegrino | VIDEO 

Pellegrino "l'impresentabile"

Durante le scorse elezioni regionali il nome di Riccardo Pellegrino era nella 'lista degli impresentabili' del Movimento Cinque Stelle, anche se non per la legge, perché suo fratello Gaetano era stato coinvolto e poi successivamente condannato in primo grado nell'inchiesta antimafia Ippocampo. Lui, tuttavia, si era definito "presentabile, come ha ribadito la magistratura" che ha archiviato la sua posizione e quindi ha espresso l'intenzione di riprovare a candidarsi: "con dignità e coraggio", il 28 febbraio scorso si è candito anche a sindaco di Catania "per il bene della mia città e dei miei concittadini". Senza il sostegno del suo partito, Forza Italia, e con una sua lista civica, 'Catania nel cuore', che tuttavia non è riuscita ad ottenere neanche un consigliere. 

L'amicizia con il figlio del boss Nuccio Mazzei

L'ex consigliere comunale, in passato aveva infine fatto parlare di sé anche per l'amicizia con Carmelo Mazzei, figlio incensurato del boss Nuccio. Pellegrino in un'intervista a CataniaToday aveva però condannato la mafia, sostenendo che "chi sbaglia deve pagare ed essere allontanato dalla città". 

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